La vicenda del delitto di Chiara Poggi a Garlasco, avvenuto nell’agosto del 2007, continua a suscitare interrogativi e a tenere viva l’attenzione dell’opinione pubblica. Recentemente, è emerso un nuovo profilo biologico, identificato come Y947, che potrebbe appartenere a una terza persona, un misterioso “Ignoto 3”. Questo ritrovamento, rinvenuto all’interno della bocca della vittima, ha riacceso le indagini sul caso, spingendo gli inquirenti a esaminare più a fondo le relazioni di Andrea Sempio, l’unico indagato finora, per cercare di risalire all’identità di questa persona sconosciuta.
Le indagini sugli amici di Sempio
Il lavoro delle autorità è complicato dalla mancanza di informazioni sulle amicizie e i contatti di Sempio prima del 2017. Infatti, gran parte del materiale sequestrato, come taccuini e diari, risulta essere scomparso, rendendo difficile per gli investigatori ricostruire il suo giro di relazioni durante l’estate in cui si è consumato il delitto. Tra i primi soggetti da interrogare ci sono sicuramente gli amici di Sempio, in particolare:
- Bertani, un amico che si è suicidato nei successivi anni.
- I familiari di Bertani.
- Marco Poggi, Alessandro Biasibetti e altri conoscenti che frequentavano Garlasco in quel periodo, come Freddi e Capra.
- I compagni di scuola di Sempio all’istituto tecnico Calvi di Sannazzaro de’ Burgondi.
Questi contatti potrebbero fornire ulteriori indizi su potenziali legami e aiutare a chiarire il mistero che avvolge il caso.
L’attesa per i risultati della contranalisi
Parallelamente a queste indagini, si attendono i risultati della contranalisi del profilo genetico, che è previsto arrivi nei prossimi giorni. Questo elemento è cruciale, poiché potrebbe fornire nuove informazioni e aprire a possibilità inaspettate sul caso. La questione del profilo Y947 è ulteriormente complicata dal giallo dell’analisi di alcune garze che non sono state esaminate all’epoca del delitto. Secondo un estratto dalla “relazione di consulenza tecnica sulle cause della morte di Chiara Poggi”, stilata nel novembre 2007, furono eseguiti tamponi orofaringei, vaginali e rettali, ma non si ha notizia di cosa sia accaduto successivamente.
Le dichiarazioni degli esperti
Luciano Garofano, ex comandante del Ris di Parma e attuale consulente della difesa di Sempio, ha spiegato in un’intervista che, all’epoca, il Ris aveva deciso di non analizzare ulteriormente il DNA delle garze. La logica era semplice: si cercava un uomo e quindi si cercava del liquido seminale. Poiché la ricerca non aveva dato esito positivo, si era scelto di non approfondire. Le garze, utilizzate in cinque punti diversi sulla bocca di Chiara, sono rimaste inutilizzate e non analizzate in modo completo.
La famiglia Poggi ha espresso il proprio scetticismo riguardo a questa nuova fase dell’indagine. L’avvocato Gian Luigi Tizzoni, che rappresenta i genitori di Chiara, ha evidenziato che ci sono stati dubbi sulla possibilità di una vera svolta, sottolineando il rischio di contaminazione. Inoltre, Marzio Capra, genetista che segue la famiglia Poggi dal 2007, ha aggiunto che il profilo emerso è “brutto” e di qualità minima, giustificando la necessità di ripetere il test.
Questo intricato caso di cronaca nera, che ha segnato indelebilmente la storia di Garlasco, continua a rimanere avvolto nel mistero. La presenza di un “Ignoto 3” potrebbe rivelarsi un elemento chiave nel chiarire le dinamiche del delitto e nel portare finalmente alla luce la verità su quanto accaduto quel lontano 13 agosto 2007. Con il passare del tempo, la speranza di giustizia per Chiara Poggi e la sua famiglia rimane viva, mentre gli investigatori si muovono con cautela nel tentativo di sbrogliare una matassa che continua a essere complessa e intricata.