Il settore dell’economia del mare in Italia sta emergendo come un pilastro fondamentale per l’economia nazionale, con un valore totale che raggiunge i 216,7 miliardi di euro nel 2024, rispetto ai 178,3 miliardi del 2022. Questo incremento del 21,5% in soli due anni sottolinea l’importanza crescente di questo comparto. Di questi 216,7 miliardi, 76,6 miliardi derivano dall’impatto diretto dell’economia marittima, che corrisponde all’11,3% del Prodotto Interno Lordo (PIL) italiano, in aumento rispetto al 10,2% dell’anno precedente.
L’economia del mare non è solo una questione di numeri. Con oltre 230.000 imprese attive nel settore e più di un milione di occupati, questa industria rappresenta un motore di sviluppo e innovazione. Durante il biennio 2022-2024, si prevede un incremento del 2% nel numero delle aziende operanti nel comparto marittimo, segno di una dinamica positiva e di una crescente fiducia da parte di investitori e imprenditori.
L’importanza degli investimenti
Mario Zanetti, delegato del presidente di Confindustria per l’economia del mare, ha presentato un documento strategico intitolato “Economia del Mare: azioni strategiche per la competitività del Paese”. Questo documento, frutto del lavoro del gruppo tecnico economia del mare, coinvolge rappresentanti di associazioni, imprese, istituzioni e accademici. Zanetti ha messo in evidenza che per ogni euro investito nell’economia del mare si attivano mediamente quasi due euro. In alcuni ambiti, come la cantieristica navale, il valore del moltiplicatore è ancora più elevato.
Approccio strategico
Il documento di Confindustria delinea un nuovo approccio di politica industriale basato su tre driver strategici fondamentali:
- Potenziare le infrastrutture e la portualità
- Modernizzare i vettori e le flotte
- Investire nelle persone e nelle competenze
Questi aspetti sono supportati da tre fattori chiave:
- Disponibilità di risorse finanziarie per incentivare gli investimenti nella transizione energetica e digitale del settore.
- Semplificazione normativa e amministrativa, inclusa l’adozione di nuove tecnologie digitali.
- Comunicazione per facilitare lo scambio di informazioni e creare una cultura nazionale sulla competitività del settore.
Crescita e sviluppo sostenibile
Secondo Confindustria, è fondamentale dare maggiore voce all’intera filiera dell’economia del mare, che continua a crescere costantemente. Zanetti ha affermato che è necessaria una strategia politica unitaria e sistemica per aumentare la competitività del Paese, rafforzando il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo e sui mercati globali. Questo richiede una visione strategica condivisa tra industria e istituzioni, una governance efficace e investimenti mirati su infrastrutture, flotte e capitale umano.
Confindustria ha avviato un percorso strutturato e concreto, caratterizzato da tappe condivise e inclusive. In particolare, sono previste iniziative in occasione del Salone Nautico di Genova, che si svolgerà a settembre. Nel 2026, Genova e la Regione Liguria saranno designate capitale dell’economia del mare, mentre nel 2027 Napoli e la Campania prenderanno il testimone, sottolineando l’importanza del Mezzogiorno nello sviluppo marittimo sia a livello nazionale che internazionale.
L’economia del mare non si limita solo alla cantieristica navale, ma abbraccia un ampio spettro di attività, tra cui la pesca, il turismo marittimo, il trasporto marittimo e le energie rinnovabili marine. Il settore della pesca, ad esempio, è un’importante risorsa per molte comunità costiere e contribuisce significativamente all’economia locale. Allo stesso modo, il turismo marittimo sta vivendo una crescente popolarità, con un numero sempre maggiore di turisti che scelgono le coste italiane per le loro vacanze.
Le energie rinnovabili marine, come l’eolico offshore e l’energia delle onde, rappresentano un ulteriore ambito di sviluppo per l’economia del mare. L’Italia, con la sua vasta superficie marittima, ha un potenziale significativo per sviluppare queste fonti di energia sostenibile, contribuendo così alla transizione energetica e alla lotta contro i cambiamenti climatici.
Inoltre, la digitalizzazione sta giocando un ruolo cruciale nel miglioramento dell’efficienza operativa e della sostenibilità del settore marittimo. L’implementazione di tecnologie innovative, come i sistemi di monitoraggio in tempo reale e le piattaforme di gestione dei dati, può migliorare notevolmente la gestione delle risorse e ridurre l’impatto ambientale delle attività marittime.
In sintesi, l’economia del mare si configura come un settore strategico e in forte espansione per l’Italia, capace di generare occupazione, innovazione e sviluppo sostenibile. Con la giusta strategia e il supporto delle istituzioni, l’Italia potrà consolidare il suo ruolo di leader nel Mediterraneo e nel panorama globale, affrontando le sfide future con determinazione e visione.