Nel cuore di Venezia, una città che incanta con la sua bellezza e la sua storia, si cela un problema sempre più crescente: il borseggio. Questo fenomeno sembra non avere fine, con oltre 1.300 portafogli svuotati dall’inizio dell’anno. La denuncia arriva dalle forze dell’ordine, che, come riportato da Andrea Pasqualetto nel Corriere della Sera, stanno lottando strenuamente contro una criminalità che colpisce indistintamente turisti e residenti. Un cartello affisso in una calle recita: «Qui non c’è più niente da rubare». Questa frase, sebbene ironica, rivela una triste realtà: la rassegnazione di chi vive in una città dove il furto sembra essere diventato parte del quotidiano.
La polizia ha recuperato ben quindici sacchi pieni di effetti personali rubati, mentre la commissaria Lorenza Mariutti racconta dell’attenzione e della dedizione necessarie per gestire un problema così radicato. «Ho una persona che fa solo registrazione portafogli», confessa. Questa frase mette in luce non solo l’entità del fenomeno, ma anche la necessità di un approccio sistematico per affrontare un crimine che danneggia l’immagine di Venezia, una delle destinazioni turistiche più amate al mondo.
Un’incessante battaglia tra guardie e ladri
La lotta tra le forze dell’ordine e i borseggiatori è un vero e proprio duello. Gli agenti e i ladri si conoscono, si riconoscono, e spesso si inseguono in un gioco di fuga e inseguimento tra le calli e i canali. La polizia, per cercare di cogliere i ladri in flagrante, adotta tecniche di travestimento e camuffamento, creando scene che sembrano uscite da un film.
Dall’inizio dell’anno, 240 ladri sono stati arrestati in flagranza di reato, ma solo quattro di loro sono finiti in cella. Questo dato evidenzia una realtà sconcertante: il sistema legale italiano permette ai borseggiatori di agire con relativa impunità, poiché il borseggio è procedibile solo a querela di parte. Molti turisti, spaventati e confusi, preferiscono non denunciare il furto, accettando il fatto che il loro portafoglio sia scomparso piuttosto che affrontare un lungo iter burocratico.
Vittime illustri del borseggio
Tra le vittime del borseggio ci sono non solo turisti comuni, ma anche personaggi illustri, come un console del Brasile e persino uno sceicco degli Emirati, derubato di migliaia di euro mentre passeggiava nei pressi del Ponte di Rialto. Questo episodio è emblematico della vulnerabilità anche delle persone più abbienti e protette. I ladri, esperti nel loro mestiere, sembrano avere un occhio clinico per le opportunità, colpendo senza pietà.
La commissaria Mariutti ha rivelato che anche lei è stata vittima di un furto, dimostrando che nessuno è al sicuro. «Mi hanno rubato la borsa mentre facevo benzina», ha confessato, un aneddoto che sottolinea come il borseggio sia un problema che affligge tutti, indipendentemente dal loro status.
I nuovi volti della criminalità
Un aspetto preoccupante è l’emergere di borseggiatori molto giovani. La maggior parte dei ladri che si aggirano per le calli di Venezia sono ragazzi e ragazze di origine rom, alcuni dei quali non superano i 14 anni. Marco Agostini, comandante dei 400 agenti locali, spiega: «Da quando si può procedere contro le donne in gravidanza, sono entrati in scena i figli ultraminorenni». Questi giovani ladri, facilmente riconoscibili, riescono a eludere le forze dell’ordine e, una volta arrestati, vengono spesso rilasciati dopo poche ore, per tornare a delinquere.
Questa situazione ha portato a un ciclo infinito di arresti e liberazioni, alimentando un clima di impunità che sembra incoraggiare ulteriormente il borseggio. Le forze dell’ordine si trovano quindi in una continua rincorsa, cercando di prevenire i furti, ma senza un supporto legale adeguato che possa realmente scoraggiare i criminali.
Il futuro di Venezia e la sua lotta contro il borseggio
La bellezza di Venezia, con i suoi canali, i suoi ponti e la sua storia, rischia di essere offuscata da un problema che sembra non avere fine. La città, che accoglie milioni di turisti ogni anno, deve affrontare la sfida di garantire la sicurezza dei propri visitatori e dei residenti. Le autorità locali stanno cercando soluzioni innovative, ma la strada è ancora lunga e tortuosa. I borseggiatori continueranno a rappresentare una piaga per la Serenissima, a meno che non si adottino misure drastiche e coordinati sforzi tra le forze dell’ordine, il sistema giudiziario e la comunità locale. La speranza è che un giorno, Venezia possa tornare a essere non solo un luogo di bellezza, ma anche un esempio di sicurezza e tranquillità per tutti.