Ex Ilva, Urso ottimista: in arrivo l’autorizzazione integrata ambientale

Matteo Rigamonti

Luglio 16, 2025

L’ex Ilva di Taranto continua a essere un tema caldo nel dibattito politico e industriale italiano. Recentemente, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha manifestato ottimismo riguardo al futuro dello stabilimento, affermando che «siamo sulla strada giusta» per raggiungere un accordo interistituzionale che garantisca la salvaguardia dell’impianto. Questo incontro, previsto per il 31 luglio, segna un passo cruciale in un processo complesso che coinvolge diversi attori a livello locale e nazionale.

Collaborazione tra istituzioni

Urso ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra le istituzioni, evidenziando come «c’è l’impegno di tutti e credo sarà mantenuto da tutti gli attori istituzionali». Questo clima di cooperazione è stato ulteriormente rinforzato dalla sottoscrizione di un verbale da parte di tutti i partecipanti al tavolo negoziale, un segno tangibile di un approccio costruttivo. Tra le questioni discusse, il governo ha accolto la richiesta del sindaco di Taranto di presentare il piano di decarbonizzazione del sito siderurgico al consiglio comunale, con l’obiettivo di trasformare Taranto nel «più significativo e avanzato stabilimento siderurgico green d’Europa».

Rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale

Un tema centrale dell’incontro è stato il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale (Aia), che Urso ha definito un passaggio fondamentale per la transizione ecologica e per garantire la continuità produttiva dell’impianto. Ecco alcuni punti chiave riguardanti l’Aia:

  1. È necessaria per rispondere alle esigenze del tribunale di Milano.
  2. Garantisce che l’impianto possa continuare a operare durante il processo di decarbonizzazione.
  3. È un fattore abilitante per gli attori industriali coinvolti, molti dei quali richiedono garanzie sull’operatività dello stabilimento prima di investire ulteriormente.

Urso ha evidenziato che «tutti gli attori industriali che hanno presentato un’offerta» hanno posto come condizione preliminare che lo stabilimento possa continuare a produrre, un chiaro segnale che l’industria siderurgica sta cercando di adattarsi a un contesto normativo più rigoroso in materia di sostenibilità ambientale.

Piano di decarbonizzazione

Il piano di decarbonizzazione, presentato ai sindacati, prevede la produzione di otto milioni di tonnellate di acciaio green all’anno, con sei milioni di tonnellate destinate a essere prodotte a Taranto. Per raggiungere questo obiettivo, il governo ha pianificato:

  1. L’installazione di tre forni elettrici nell’acciaieria pugliese e uno a Genova.
  2. La creazione di quattro impianti per la produzione del preridotto, essenziale per alimentare i nuovi forni.

Tuttavia, la realizzazione di questi impianti dipenderà dalla disponibilità di una nave rigassificatrice a Taranto o in un’altra località del Mezzogiorno, con Gioia Tauro come possibile alternativa.

La transizione verso un modello di produzione più sostenibile presenta delle sfide. Sarà necessaria una nuova gara per trovare un acquirente, poiché il bando attuale, che ha già avviato trattative in esclusiva con Baku Steel, dovrà essere aggiornato alle nuove condizioni del piano. È importante notare che i tempi di decarbonizzazione sono stati drasticamente ridotti: da dodici anni a sette o otto, un cambiamento significativo che sottolinea l’urgenza di azioni rapide e decisive.

In questo contesto, il governo italiano affronta una sfida cruciale: garantire una transizione ecologica senza compromettere i livelli occupazionali. Negli ultimi tre anni, il ministero delle Imprese ha dimostrato di saper trovare soluzioni per mantenere gli stabilimenti in produzione, gestendo anche le delicate questioni relative al personale. Urso ha ricordato che non si sono verificati licenziamenti collettivi, ma si è sempre proceduto con uscite volontarie e incentivate, contribuendo a mantenere un clima di stabilità sociale e occupazionale.

La questione dell’ex Ilva rappresenta un microcosmo delle sfide che l’industria italiana deve affrontare nella transizione ecologica. Mentre il governo si impegna a realizzare un piano ambizioso per il futuro della siderurgia, la collaborazione tra istituzioni, sindacati e imprese sarà fondamentale per garantire che la trasformazione sia non solo sostenibile, ma anche equa per tutti gli attori coinvolti.