Intesa con l’Iran: ultima chiamata prima delle sanzioni dure

Matteo Rigamonti

Luglio 16, 2025

Gli Stati Uniti, insieme ai loro alleati storici, il Regno Unito, la Francia e la Germania, hanno stabilito una scadenza cruciale per raggiungere un accordo sul programma nucleare iraniano. Questa scadenza è fissata per la fine di agosto e, in assenza di un’intesa, sono previste sanzioni severe contro la Repubblica Islamica. La notizia è stata riportata da Axios, citando fonti vicine al governo statunitense.

Il ruolo degli Stati Uniti e dei loro alleati

Il segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha avuto un ruolo chiave in questo processo, coordinando gli sforzi diplomatici con i ministri degli Esteri di Regno Unito, Francia e Germania. Questo gruppo di potenze, noto come P5+1, ha lavorato a lungo per garantire che l’Iran non sviluppi capacità nucleari in grado di minacciare la sicurezza regionale e globale.

Le sanzioni che potrebbero scattare in assenza di un accordo sono particolarmente significative. Si attiverà infatti il meccanismo di “snapback”, che consente di ripristinare le misure restrittive precedentemente rimosse in base all’accordo nucleare del 2015, formalmente noto come Piano d’azione globale congiunto (JCPOA). Questo accordo ha inizialmente portato a una significativa riduzione delle sanzioni in cambio di impegni iraniani sul contenimento del proprio programma nucleare.

Le conseguenze del ritiro dal JCPOA

L’accordo è stato gravemente compromesso nel 2018, quando l’allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha deciso di ritirarsi unilateralmente dal JCPOA, ripristinando sanzioni economiche che hanno colpito duramente l’economia iraniana. Da quel momento, l’Iran ha iniziato a superare i limiti imposti dal precedente accordo, intensificando le sue attività nucleari. Questo ha sollevato preoccupazioni a livello internazionale, poiché il paese potrebbe avvicinarsi a sviluppare armi nucleari.

Le reazioni all’ultimatum dell’amministrazione Biden sono state miste. Da un lato, Washington ha ribadito la sua volontà di tornare a negoziare; dall’altro, ha chiarito che non esiterà a utilizzare la pressione economica per costringere Teheran a rispettare gli accordi. Le sanzioni, come riportato, non solo colpiranno l’Iran, ma potrebbero avere ripercussioni anche su altri paesi che intrattengono relazioni commerciali con Teheran, in particolare quelli che importano petrolio iraniano.

Le relazioni commerciali dell’Iran

In questo contesto, è interessante notare che l’Iran ha continuato a sviluppare relazioni commerciali con altri paesi, come Cina e Russia, cercando di diversificare le proprie alleanze economiche per mitigare l’impatto delle sanzioni occidentali. La Cina, in particolare, ha rafforzato la sua cooperazione con Teheran, investendo in vari settori, dal petrolio alle infrastrutture, creando così una rete di sostegno che potrebbe complicare ulteriormente l’applicazione delle sanzioni occidentali.

Inoltre, la situazione geopolitica nella regione del Medio Oriente è sempre più complessa. L’Iran sta affrontando una crescente pressione non solo dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, ma anche da sviluppi interni, come le manifestazioni di dissenso dei cittadini contro il regime e la sua gestione economica. Questi elementi potrebbero influenzare le decisioni strategiche di Teheran nei prossimi mesi, rendendo la posizione degli Stati Uniti e dei loro alleati ancora più delicata.

La situazione attuale e le prospettive future

Il tempo stringe e le scadenze si avvicinano rapidamente. La comunità internazionale osserva attentamente gli sviluppi, consapevole che qualsiasi escalation delle tensioni potrebbe portare a conflitti più ampi nella regione. Le sanzioni, se attuate, non solo colpiranno l’Iran, ma potranno anche influenzare i mercati globali, in particolare quello energetico, in un momento in cui le economie di tutto il mondo stanno cercando di riprendersi dagli effetti della pandemia di COVID-19.

Le autorità iraniane hanno risposto alle minacce di sanzioni con toni risoluti, affermando che non si lasceranno intimidire e che continueranno a perseguire i propri interessi nazionali. Questa situazione porta a un futuro incerto, in cui l’equilibrio tra diplomazia e pressione economica potrebbe determinare le sorti del programma nucleare iraniano e la stabilità della regione.

In sintesi, la scadenza fissata per la fine di agosto rappresenta un punto cruciale per l’Iran e per le relazioni internazionali. Gli sviluppi nei prossimi giorni saranno fondamentali per comprendere se la diplomazia avrà successo o se, al contrario, porterà a un inasprimento delle sanzioni che avrà conseguenze di vasta portata. Con la comunità internazionale in attesa, la questione nucleare iraniana resta uno dei temi più caldi dell’agenda geopolitica contemporanea.