Trentino, il drammatico volo di un base jumper: le ali della tuta non si aprono e finisce in tragedia

Matteo Rigamonti

Luglio 17, 2025

Il mondo del base jumping è da sempre avvolto da un’aura di avventura e rischio, attirando appassionati da ogni angolo del pianeta. Tra questi, l’australiano James Lee Nowland era un nome ben noto, un esperto base jumper con un curriculum impressionante di salti in luoghi iconici. Purtroppo, mercoledì 16 luglio, la sua passione per il volo si è conclusa in modo tragico nelle spettacolari montagne della Val di Fassa in Trentino.

il tragico incidente

Nowland, 42 anni, si trovava in Italia con una comitiva di connazionali, pronti a vivere l’emozione di un nuovo salto dalla cima del Sass Pordoi, una delle vette più celebri delle Dolomiti. Questo luogo è rinomato tra i base jumper per le sue straordinarie condizioni di volo, ma come dimostra la sua tragica fine, può anche rivelarsi letale. Dopo un lancio apparentemente perfetto, Nowland ha affrontato un malfunzionamento della sua tuta alare, un problema tecnico che ha portato a un esito fatale.

Nonostante la sua esperienza e le numerose avventure avute in passato, il 42enne ha visto le sue ali non aprirsi in tempo, provocando una caduta libera di circa 400 metri rispetto al punto di atterraggio previsto. Secondo le ricostruzioni, il salto si è trasformato in un drammatico schianto nei pressi della strada statale 48, proprio nei pressi di un tornante noto ai locali. Il punto prescelto per l’atterraggio era la località Lupo Bianco, dove Nowland e i suoi amici avevano allestito il loro campo base.

la reazione della comunità

Il video dell’incidente è diventato rapidamente virale, suscitando un’ondata di emozioni tra chi conosceva Nowland e gli appassionati di sport estremi. La pagina Instagram di Nowland, che raccontava la sua vita di base jumper e di padre, è ora un triste promemoria delle sfide e dei pericoli che caratterizzano questo sport. Con una biografia che si descriveva come «padre di due bimbi» e «marito», il suo profilo era un mosaico di esperienze di volo tra le nuvole, impreziosito da immagini che catturavano la bellezza e l’adrenalina dei suoi salti.

La chiamata di emergenza è stata effettuata dai suoi compagni di avventura intorno alle 13:00, attivando le procedure di soccorso. L’elicottero del Soccorso Alpino Trentino è intervenuto rapidamente, con un team di esperti pronto a prestare aiuto. Tuttavia, una volta giunti sul luogo dell’incidente, i soccorritori hanno scoperto le gravi condizioni di Nowland, e le manovre di rianimazione si sono rivelate purtroppo inefficaci.

riflessioni finali

Il base jumping, nonostante il suo fascino, comporta rischi intrinseci. Ogni salto è il risultato di una preparazione meticolosa e di conoscenze tecniche approfondite, ma anche un attimo di distrazione o un malfunzionamento possono trasformare un’esperienza esaltante in una tragedia. Gli incidenti nel mondo del base jumping non sono rari, e la comunità dei praticanti è consapevole dei rischi che corrono, ma ogni perdita lascia un segno indelebile.

James Lee Nowland ha lasciato un vuoto non solo nel suo nucleo familiare, ma anche tra i suoi compagni di avventure e tra gli appassionati di sport estremi. La Val di Fassa, con le sue vette maestose e i panorami mozzafiato, continuerà a essere una meta ambita per i base jumper di tutto il mondo, ma la sua tragica fine ricorderà sempre il delicato equilibrio tra adrenalina e sicurezza.

In attesa di chiarimenti sulle cause esatte dell’incidente, la comunità dei base jumper si riunisce per onorare la memoria di Nowland, riflettendo sui pericoli del loro sport e sulla necessità di migliorare continuamente la sicurezza in volo. In un settore dove la passione e il rischio si intrecciano in modi inaspettati, le lezioni apprese da eventi come questo possono contribuire a salvare vite in futuro. La vita di un base jumper è indubbiamente caratterizzata da sfide e avventure, ma anche da una consapevolezza costante della fragilità della vita.