Nell’ambito di un’inchiesta che coinvolge l’urbanistica a Milano, il sindaco Beppe Sala ha ricevuto un avviso di garanzia per due ipotesi di reato. Le accuse sono collegate a Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione comunale per il Paesaggio. Secondo l’accusa, Sala avrebbe esercitato pressioni su Marinoni per modificare il suo parere riguardo al progetto del Pirellino, un edificio emblematico in fase di sviluppo nella città. A richiedere questo intervento sarebbe stato Stefano Boeri, architetto di fama, su indicazione della Coima di Manfredi Catella, proprietaria del progetto.
Il percorso del Pirellino
Il percorso del Pirellino è stato travagliato. Dopo essere stato bocciato ben due volte, il progetto ha ricevuto un’approvazione finale, ma senza modifiche sostanziali. Secondo la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano, l’intervento di Sala sarebbe stato determinante per il cambiamento di rotta. Tra gli elementi chiave dell’indagine ci sono i messaggi su WhatsApp scambiati tra Sala e Boeri. In uno di questi, Boeri esprime urgenza, avvertendo che dopo le due bocciature c’era il rischio di una “rottura e di ricorso al Tar” da parte di Catella, già al centro dell’attenzione mediatica. Boeri chiude il messaggio con un avvertimento per Sala: «Prendilo come un warning per domani». La risposta di Sala è significativa: «Mi dicono che non è solo il presidente», insinuando la complessità della situazione.
Le conseguenze delle pressioni
Il giorno successivo, il 22 giugno, Marinoni emette un parere favorevole condizionato sul progetto. Il commento di Boeri e Catella è eloquente: «Tutto quello che Marinoni ha tirato fuori, le facciate, le proporzioni, il rispetto… sparito completamente. Il che potrebbe essere un buon segno». Questo scambio di messaggi non solo mette in luce la strategia per superare le opposizioni, ma solleva interrogativi sulla trasparenza e sull’integrità del processo decisionale.
Il Pirellino ha occupato un posto centrale nel dibattito urbanistico milanese. Si tratta di un progetto che, nonostante le resistenze iniziali, ha suscitato interesse per le sue potenzialità di riqualificazione di un’area strategica della città. Tuttavia, il percorso di approvazione ha sollevato preoccupazioni riguardo a possibili conflitti di interesse e pressioni indebite. Il 5 ottobre 2023, il parere di Marinoni è diventato definitivamente favorevole, senza alcuna riserva. Secondo gli inquirenti, a fare pressioni su Marinoni non è stato solo il sindaco, ma anche l’assessore Tancredi, oltre al direttore generale Christian Malangone.
Le false dichiarazioni e il clima politico
Un altro aspetto contestato riguarda le false dichiarazioni su qualità personali proprie o di altre persone. Questa accusa si basa sul fatto che Sala ha riconfermato Marinoni alla guida della commissione fino al 2029, attestando che non ci fossero conflitti d’interesse con costruttori e progettisti. Tuttavia, un mese prima Marinoni aveva già ricevuto un avviso di garanzia, sollevando interrogativi sulla consapevolezza di Sala riguardo alla situazione di Marinoni.
In questa intricata vicenda, emerge anche un retroscena emotivo che riguarda Sala. Secondo quanto riportato da Repubblica, il sindaco si sarebbe sfogato dopo aver appreso della sua indagine attraverso i media. Si è lamentato del silenzio del Partito Democratico, il suo partito, e chi gli è vicino ha parlato di lacrime di commozione e di sfogo dopo aver ricevuto il sostegno dalla giunta. Una telefonata da parte della segretaria del partito, Elly Schlein, sarebbe giunta in un momento cruciale per lui.
Mentre il clima politico si fa teso, Tancredi sta considerando le dimissioni, una mossa che potrebbe avere ripercussioni significative sulla stabilità della giunta. Le sue dimissioni sono attese imminenti, mentre il sindaco, pur affrontando un periodo difficile, sembra determinato a proseguire nel suo mandato. Un dirigente del partito ha commentato: «Sala ha le spalle larghe e siamo certi che, al netto del comprensibile sconforto, andrà avanti con noi».
Questa situazione complessa, intrisa di tensioni politiche e legali, pone interrogativi non solo sul futuro del Pirellino, ma anche sull’integrità delle istituzioni milanesi e sulla capacità del sindaco di navigare in queste acque tempestose.