Lavoro in crescita: 1,7 milioni di nuovi dipendenti entro il 2024

Matteo Rigamonti

Luglio 19, 2025

Il XXIV Rapporto annuale dell’INPS segna un importante traguardo per il mercato del lavoro italiano, evidenziando un incremento significativo nel numero di dipendenti privati e pubblici. Tra il 2019 e il 2024, il numero totale di lavoratori è aumentato di 1,7 milioni, passando da 19,1 milioni a 20,8 milioni. Questo dato non solo riflette la ripresa economica post-pandemia, ma suggerisce anche una trasformazione profonda nel panorama occupazionale del Paese.

Aumento della partecipazione femminile e dei giovani lavoratori

Uno dei punti salienti di questo rapporto è l’aumento della partecipazione femminile nel mondo del lavoro, sebbene in modo moderato. La percentuale di donne occupate è passata dal 44,9% al 45,2% dei dipendenti totali, evidenziando che, nonostante i progressi, c’è ancora molto da fare per raggiungere una parità di genere effettiva. In particolare, è interessante notare come la crescita dell’occupazione femminile si sia accompagnata a un incremento del numero di giovani lavoratori, con oltre 600 mila unità in più tra gli under 30, un dato che offre una luce positiva sul futuro del mercato del lavoro italiano.

Lavoratori non comunitari e contratti di lavoro

Un altro aspetto significativo riguarda la crescente incidenza dei lavoratori non comunitari, che hanno visto un incremento di 665 mila unità nel periodo analizzato, con un tasso di crescita annuale medio che è quattro volte superiore a quello complessivo, attestandosi al 6,9% rispetto all’1,7%. Questo fenomeno può essere interpretato come un segnale dell’apertura del mercato del lavoro italiano a nuove forze lavoro, contribuendo così alla diversificazione e al rinnovamento del contesto occupazionale.

Nel 2024, dei 20,8 milioni di dipendenti, 9,26 milioni hanno lavorato a tempo pieno per tutto l’anno, mentre 3,65 milioni hanno avuto contratti a tempo parziale e solo per una frazione dell’anno. Questa classificazione è cruciale per comprendere le retribuzioni annuali effettive, che, secondo l’INPS, devono essere analizzate in relazione all’inflazione, che ha superato il 17% nel periodo considerato. Questo elemento è fondamentale per valutare il potere d’acquisto dei lavoratori e le reali condizioni economiche delle famiglie italiane.

Stabilità del mercato del lavoro e disoccupazione

Le cessazioni dei rapporti di lavoro nel 2024 sono state 7,71 milioni, un dato sostanzialmente stabile rispetto all’anno precedente, con un lieve calo rispetto al 2022. Di queste cessazioni, quasi 1,8 milioni riguardano contratti a tempo indeterminato, con una flessione del 1,8% rispetto al 2023. Questo dato suggerisce una certa stabilità nel mercato del lavoro, anche se le piccole imprese, in particolare quelle con meno di 15 dipendenti, hanno registrato fluttuazioni più marcate.

Per quanto riguarda la disoccupazione, nel 2024 i beneficiari della Naspi, il principale sussidio di disoccupazione, sono aumentati a 2,8 milioni, registrando una crescita del 3,6% rispetto all’anno precedente. Questo incremento è in parte dovuto alle cessazioni di contratti a termine e a tempo indeterminato, mentre si osserva una contrazione per i lavoratori domestici, un settore che da anni mostra segnali di difficoltà.

Congedo parentale e lavoro agile

Un altro tema importante trattato nel rapporto è quello del congedo parentale. Nel corso dei primi 12 anni di vita di un figlio, il congedo è utilizzato dal 63% delle madri e solo dall’8,3% dei padri. Questo squilibrio di genere è evidenziato anche dalla differenza nella durata media del congedo: 126 giorni per le madri contro 36 giorni per i padri. Le modifiche introdotte nelle leggi di bilancio del 2022 e 2023 hanno cercato di incentivare una maggior partecipazione dei padri, aumentando l’indennità del congedo dal 30% all’80% della retribuzione per un periodo inizialmente di un mese, poi esteso a due mesi. Nonostante ciò, la durata media del congedo non sembra aver subito variazioni significative, suggerendo che le modifiche normative hanno avuto un impatto maggiore sulla partecipazione piuttosto che sulla durata.

Il lavoro agile, introdotto da normative recenti, ha visto una rapida diffusione, con circa il 90% dei dipendenti INPS che ha sottoscritto accordi di smart working. Questa modalità di lavoro offre vantaggi significativi, come una maggiore flessibilità e la possibilità di conciliare vita privata e professionale. Tuttavia, presenta anche delle sfide, tra cui il rischio di isolamento e difficoltà nel mantenere relazioni professionali solide, che possono influenzare la motivazione e la produttività.

Infine, è importante considerare l’impatto del lavoro a distanza sulla salute mentale dei lavoratori. La fusione tra vita domestica e professionale può portare a fenomeni di esaurimento psicofisico, sottolineando la necessità di un equilibrio sano tra lavoro e vita privata. Questo scenario richiede un’attenzione particolare da parte delle aziende e delle istituzioni per garantire un ambiente lavorativo sostenibile e produttivo.