L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007, continua a suscitare interrogativi e discussioni, nonostante siano trascorsi diversi anni. Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, è tornato al centro dell’attenzione durante la trasmissione “Quarto Grado” su Rete4, cercando di chiarire alcuni aspetti controversi legati alla sua posizione nell’inchiesta. In particolare, Sempio ha affrontato il tema dello scontrino del parcheggio a Vigevano, un documento che ha generato dubbi sulla sua validità come alibi.
La questione dello scontrino
Lo scontrino del parcheggio è diventato un elemento centrale nella difesa di Sempio, poiché lo collocherebbe lontano dalla scena del crimine nel giorno dell’omicidio di Chiara Poggi. Tuttavia, le tempistiche di consegna di quel tagliando sono state oggetto di scrutinio. Sempio ha spiegato di aver presentato il documento durante un secondo interrogatorio dai carabinieri, dopo che inizialmente non era stato richiesto.
- Primo interrogatorio: Sempio afferma che gli investigatori non avevano posto domande specifiche riguardo alla giornata dell’omicidio.
- Secondo interrogatorio: È emersa la richiesta di fornire lo scontrino, portando Sempio a contattare sua madre per verificarne la disponibilità.
- Procedura seguita: Sempio ha dichiarato che la procedura è stata seguita correttamente, dicendo: «Abbiamo concluso tutto il verbale, dicendo che dopo aver finito sarei andato a prenderlo».
La ricostruzione di Sempio è dettagliata e precisa, e lui stesso ha sottolineato che il suo interrogatorio è durato più a lungo rispetto ad altri testimoni, proprio a causa della necessità di tornare a casa per recuperare lo scontrino. Tuttavia, questa circostanza ha alimentato ulteriori domande sulla credibilità della sua difesa.
Il malore in caserma
Un altro aspetto controverso emerso durante gli interrogatori è stato l’intervento di un’ambulanza a causa di un malore di Sempio. Durante la trasmissione, ha spiegato che il suo stato di salute non era ottimale, avendo avuto febbre nei giorni precedenti. Tuttavia, ha sottolineato che l’intervento dei sanitari non è stato dovuto a un malore grave.
Sempio ha dichiarato: «Non è che sono svenuto», chiarendo che il personale medico aveva notato solo un certo affaticamento. L’assenza di verbale riguardo a questo episodio sarebbe spiegabile con la natura routinaria dell’intervento e il risultato negativo del controllo medico effettuato. Tuttavia, la questione rimane controversa e ha sollevato interrogativi su come questo aspetto sia stato gestito dalle autorità.
Il punto di vista di Roberta Bruzzone
A commentare la situazione è intervenuta la criminologa Roberta Bruzzone, che ha espresso un’opinione netta riguardo alla colpevolezza di Sempio. Secondo lei, non ci sarebbero prove sufficienti per incriminarlo e ha ribadito la sua convinzione che l’unico colpevole dell’omicidio di Chiara Poggi sia Alberto Stasi, già condannato.
In un’intervista al Corriere della Sera, Bruzzone ha affermato: «Non è stato trovato niente contro Sempio e quello che è emerso ha favorito la prima inchiesta», sottolineando l’importanza delle analisi svolte sui reperti e sul DNA trovato nella spazzatura, che ha evidenziato la presenza di Chiara e Stasi. Bruzzone ha anche criticato le illazioni e le speculazioni che hanno coinvolto la famiglia Poggi, auspicando che la famiglia reagisca legalmente contro queste affermazioni infondate.
Con le indagini ancora in corso e la procura di Pavia che mantiene il silenzio fino al termine delle analisi, la situazione rimane fluida. I chiarimenti di Sempio e le affermazioni di Bruzzone pongono interrogativi su come si svilupperà il caso nei prossimi mesi. La lotta per la verità sull’omicidio di Chiara Poggi continua, con l’attenzione di media e opinione pubblica sempre puntata su questo intricato mistero che ha segnato profondamente le vite delle persone coinvolte.