Garlasco, il mistero di Ignoto 3: il dna svela segreti del passato

Matteo Rigamonti

Luglio 21, 2025

Il caso di Garlasco continua a suscitare grande interesse e dibattito, specialmente dopo le recenti dichiarazioni del procuratore di Pavia, Fabio Napoleone. Con il suo intervento, ha voluto mettere a tacere le speculazioni e le congetture che si sono accumulate attorno al profilo genetico noto come «Ignoto 3», emerso da uno dei tamponi prelevati sul corpo di Chiara Poggi. Questo caso, che ha scosso l’Italia e ha portato alla riapertura delle indagini nel 2022, è tornato al centro dell’attenzione grazie a nuove analisi del DNA che non mostrano segni di contaminazione recente.

il caso di chiara poggi e il profilo di ignoto 3

Chiara Poggi, uccisa nel 2007 nella sua casa a Garlasco, ha visto il suo caso attraversare numerosi colpi di scena nel corso degli anni. La scoperta del DNA di «Ignoto 3» ha riacceso il dibattito sull’origine di questo profilo genetico. Secondo la perita Denise Albani, il profilo non è il risultato di contaminazioni da parte di chi ha manipolato il reperto, ma proviene da una fonte esterna, potenzialmente collegata all’autore del delitto.

  1. Interpretazioni confuse: Il procuratore Napoleone ha avvertito che le interpretazioni provenienti da fonti esterne generano solo confusione.
  2. Ipotesi di contaminazione: Si è parlato inizialmente di contaminazione tramite garze non sterili, ma i risultati preliminari indicano il contrario.
  3. Indagini in corso: Gli inquirenti stanno esplorando la possibilità che il DNA possa appartenere all’assassino o a un complice di Andrea Sempio, attualmente l’unico indagato.

la posizione della famiglia poggi

La famiglia Poggi ha continuato a sostenere l’ipotesi di contaminazione, affermando che il DNA di «Ignoto 3» potrebbe derivare da strumenti non sterilizzati utilizzati durante l’autopsia. La genetista Marina Baldi ha confermato che una garza non sterile può contenere residui di DNA provenienti da altre fonti. È significativo notare che «Ignoto 3» è stato rinvenuto in due campioni distinti, entrambi prelevati dallo stesso tampone orale, suggerendo una coerenza nella presenza di questo profilo.

prossimi passi delle indagini

Il procuratore di Pavia ha delineato i prossimi passi che l’ufficio intende intraprendere. Sono stati effettuati tamponi su coloro che hanno assistito alle analisi, inclusi i collaboratori della perita Albani. Tuttavia, i consulenti dei legali di Alberto Stasi, precedentemente condannato per l’omicidio di Chiara Poggi e poi scagionato, non hanno avuto la stessa opportunità.

La Procura, insieme ai carabinieri del Nucleo Investigativo di Milano, sta ora raccogliendo campioni di DNA per un eventuale confronto con altri profili. Nonostante le incertezze che circondano il caso, le autorità sono determinate a fare chiarezza su un omicidio che ha segnato profondamente Garlasco e l’Italia intera. Con la riapertura delle indagini e l’emergere di nuovi elementi, c’è la speranza di fare finalmente luce sulla verità e di portare giustizia alla famiglia Poggi.