Attacchi ripetuti alla residenza del personale Oms a Deir al Balah: cosa sta succedendo?

Matteo Rigamonti

Luglio 22, 2025

La situazione nella Striscia di Gaza continua a suscitare preoccupazione, con un recente episodio drammatico che ha coinvolto la residenza del personale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) a Deir al Balah. Oggi, il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha annunciato attraverso un post sui social media che la struttura è stata attaccata ben tre volte in un solo giorno. Questo attacco ha messo in pericolo la vita dei lavoratori umanitari e sollevato interrogativi sulla sicurezza delle operazioni umanitarie nella regione.

Dettagli dell’attacco alla residenza Oms

Secondo quanto riferito, il magazzino principale della residenza è stato colpito durante gli attacchi. Ghebreyesus ha descritto la situazione come allarmante, evidenziando che i militari israeliani hanno fatto irruzione nella struttura, costringendo donne e bambini a evacuare a piedi verso Al-Mawasi. Questo spostamento forzato è avvenuto in un contesto di conflitto attivo, dove la sicurezza di civili e operatori umanitari è gravemente compromessa.

Le testimonianze di ciò che è accaduto all’interno della residenza sono inquietanti. Il personale maschile, insieme ai propri familiari, è stato ammanettato e sottoposto a controlli severi, con interrogatori condotti sotto la minaccia di armi da fuoco. Questi eventi hanno portato all’arresto di due membri del personale dell’Oms e di due familiari. Sebbene tre di loro siano stati successivamente rilasciati, un membro del personale rimane tuttora in detenzione, suscitando preoccupazione tra le organizzazioni umanitarie e le autorità internazionali.

Richieste di intervento

In risposta a questi eventi, l’Oms ha richiesto l’immediato rilascio del personale arrestato e ha sottolineato la necessità di proteggere tutti i lavoratori umanitari operanti nella regione. La missione dell’Oms è quella di garantire la salute e il benessere delle popolazioni vulnerabili, e tali attacchi compromettono gravemente la capacità dell’agenzia di svolgere il proprio lavoro.

La situazione umanitaria in Gaza

La Striscia di Gaza è stata teatro di un conflitto prolungato, con un impatto devastante sulla popolazione civile. Le tensioni tra Israele e Hamas, il gruppo militante che controlla Gaza, hanno portato a una serie di escalation che hanno causato migliaia di morti e feriti. Gli operatori umanitari, come quelli dell’Oms, si trovano spesso in prima linea nel tentativo di fornire assistenza medica e supporto alle persone colpite, ma si trovano anche a fronteggiare una situazione di sicurezza sempre più precaria.

La comunità internazionale ha espresso preoccupazione per la crescente violenza nella regione e per gli attacchi ai lavoratori umanitari. Diverse organizzazioni non governative, insieme all’Onu, hanno richiesto un’azione urgente per garantire la sicurezza degli operatori umanitari e per facilitare l’accesso ai servizi essenziali per la popolazione civile. Tuttavia, le sfide rimangono enormi, e la situazione continua a deteriorarsi.

L’attacco alla residenza dell’Oms è solo l’ultimo di una serie di eventi inquietanti che dimostrano come la guerra e il conflitto possano mettere in pericolo non solo le vite dei civili, ma anche quelle di coloro che cercano di fornire aiuto e supporto in condizioni estremamente difficili. La violazione dei diritti umani e la mancanza di rispetto per il diritto internazionale umanitario sono problematiche che richiedono l’attenzione della comunità globale.

In questo contesto, è cruciale che le agenzie umanitarie come l’Oms possano operare in sicurezza e senza paura di attacchi. La protezione dei lavoratori umanitari deve diventare una priorità, affinché possano continuare a fornire assistenza a chi ne ha più bisogno. La comunità internazionale deve fare pressione per garantire la sicurezza degli operatori umanitari e per porre fine alle violenze che colpiscono i civili.

Mentre la situazione a Deir al Balah e in altre aree della Striscia di Gaza continua a evolversi, l’attenzione rimane focalizzata sulla necessità di un dialogo costruttivo e di soluzioni pacifiche al conflitto. La speranza è che i leader mondiali possano impegnarsi a trovare vie diplomatiche per porre fine alle ostilità e garantire un futuro migliore per le persone che vivono in questa regione martoriata. Gli attacchi alla residenza dell’Oms non devono essere un segnale di impunità, ma piuttosto un catalizzatore per azioni decisive da parte della comunità internazionale, affinché la pace e la stabilità possano tornare a prevalere in Gaza.