L’annuncio dell’amministrazione Trump riguardo ai nuovi dazi al 30% sulle importazioni europee ha generato un forte allarme tra le imprese campane. Antonio Cennamo, vicepresidente del Gruppo Piccola Industria dell’Unione Industriali di Napoli, ha espresso le sue preoccupazioni in un’intervista a Adnkronos/Labitalia, evidenziando che l’impatto di queste misure potrebbe rivelarsi devastante per il tessuto economico locale. Con gli Stati Uniti che rappresentano tra il 9% e il 12% delle esportazioni della Campania, il valore di queste vendite è stimato intorno a 1,2 miliardi di euro nel 2024, influenzando settori cruciali come agroalimentare, moda, automotive e aerospazio.
impatto dei dazi sulle imprese campane
Cennamo ha chiarito che l’aumento dei costi doganali potrebbe erodere i margini di profitto delle aziende campane, rendendo i loro prodotti meno competitivi sul mercato internazionale. Questo scenario potrebbe spingere le imprese a rivedere le loro strategie commerciali, aggravando ulteriormente la situazione economica regionale. “Le piccole e medie imprese non possono essere lasciate sole in questo frangente”, ha avvertito Cennamo, richiedendo una risposta coesa e strutturata da parte delle istituzioni per evitare conflitti commerciali insensati.
opportunità della zona economica speciale
In questo contesto di incertezza, Cennamo ha messo in evidenza un aspetto positivo: la Zona Economica Speciale (ZES) unica. Secondo lui, la ZES rappresenta un cambiamento significativo per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno, unificando il quadro normativo e fiscale dell’intera area meridionale. Questo approccio mira a superare la frammentazione delle precedenti ZES regionali, aumentando l’attrattività per gli investitori. In Campania, si stanno osservando segnali di un risveglio imprenditoriale, con numerosi progetti che superano la soglia minima di 200mila euro e alcuni investimenti strategici che superano i 20 milioni.
segnalazioni positive nel tessuto produttivo
Cennamo ha sottolineato che la ZES unica sta incentivando non solo l’espansione delle imprese già presenti, ma anche l’interesse di nuovi operatori, che vedono nel Sud un’area finalmente competitiva. “I segnali da parte del tessuto produttivo campano sono incoraggianti, soprattutto nei settori della logistica, agroalimentare evoluto, manifattura e meccatronica”, ha aggiunto. È interessante notare che la Campania attrae il maggior numero di investitori nel sistema ZES, con oltre la metà degli investimenti totali concentrati nella regione.
il ruolo dell’intelligenza artificiale e del passaggio generazionale
Cennamo ha anche evidenziato la necessità di semplificare l’accesso al credito d’imposta per facilitare il processo di investimento. Ha sottolineato che il sistema attuale di prenotazione e comunicazione a consuntivo finale rallenta l’utilizzo di queste agevolazioni fiscali, fondamentali per il rilancio delle PMI locali. L’intelligenza artificiale (IA) è un altro tema cruciale per la competitività delle imprese. Attualmente, solo una parte ridotta delle PMI campane ha adottato soluzioni di IA, ma la sensibilità verso queste tecnologie sta crescendo rapidamente grazie a bandi regionali e collaborazioni con università, Digital Innovation Hub e centri di ricerca.
Le strategie proposte dal sistema associativo si concentrano su quattro direttrici principali:
- Formazione e aggiornamento delle competenze
- Accesso facilitato ai finanziamenti per la digitalizzazione
- Creazione di ecosistemi tecnologici locali
- Promozione della cultura dell’innovazione anche nelle filiere più tradizionali
Inoltre, il passaggio generazionale rappresenta un nodo cruciale per la tenuta e l’evoluzione del sistema produttivo. Cennamo ha spiegato che, in Campania, molte imprese stanno affrontando questa transizione. Tra il 2016 e il 2023, circa il 10% delle PMI italiane ha vissuto un ricambio alla guida. La pianificazione è fondamentale in questo processo: coinvolgere i successori, definire ruoli e governance, investire in formazione manageriale sono passi essenziali per garantire la continuità e la prosperità delle PMI nel futuro.
In conclusione, affrontare questi cambiamenti con una strategia ben definita risulta cruciale per garantire il successo delle piccole e medie imprese campane, integrando competenze consolidate con una visione moderna e competitiva.