La recente Global business travel survey di Sap Concur mette in evidenza un cambiamento significativo nelle attitudini degli italiani nei confronti delle trasferte di lavoro. Con la ripresa globale dalle restrizioni imposte dalla pandemia di COVID-19, emerge un divario crescente tra coloro che considerano i viaggi d’affari indispensabili e quelli che preferiscono le alternative digitali. Solo il 64% dei viaggiatori d’affari italiani si dichiara disposto a spostarsi nei prossimi 12 mesi, un dato ben al di sotto della media globale del 70%. Questo scarto diventa ancor più evidente se confrontato con paesi come il Messico (88%), il Brasile (94%) e il Regno Unito (87%).
Il cambiamento nel business travel
Il contesto globale del business travel è in continua evoluzione, con un dibattito acceso sulle priorità tra risparmio sui costi, sicurezza dei dipendenti e valore delle interazioni faccia a faccia. Nonostante il 94% dei viaggiatori d’affari riconosca il viaggio come uno strumento essenziale, un terzo dei travel manager percepisce l’aumento delle videoconferenze come una minaccia per il futuro del business travel. Inoltre, il 43% dei CFO è convinto che oltre la metà dei viaggi aziendali potrebbe essere sostituita da riunioni virtuali, indicando un cambiamento significativo nella percezione del valore dei viaggi di lavoro.
Preoccupazioni tra i CFO
La riluttanza degli italiani a viaggiare ha suscitato preoccupazioni tra i CFO. Ecco alcuni dati chiave:
- 45% dei CFO teme che la situazione possa compromettere la salute dell’azienda.
- 35% dei travel manager considera la scarsa disponibilità dei dipendenti a viaggiare una minaccia concreta per la continuità delle trasferte.
- 66% dei dipendenti ha dichiarato che viaggi importanti sono stati cancellati a causa dei costi, mentre solo il 29% dei CFO riconosce apertamente che i limiti di budget ostacolano trasferte essenziali.
Questo disallineamento evidenzia la necessità di una comunicazione più efficace tra le figure coinvolte nel processo decisionale riguardante i viaggi d’affari.
Governance delle trasferte aziendali
Un ulteriore aspetto cruciale è la governance delle trasferte aziendali. Secondo la ricerca, il 69% dei CFO sostiene di detenere il potere decisionale sulle trasferte, mentre i travel manager percepiscono un equilibrio più distribuito tra i vari ruoli coinvolti. Questa discrepanza suggerisce la necessità di rivedere le procedure di approvazione e gestione dei viaggi per favorire una collaborazione più efficace.
Andrea Piccinelli, head of Sap Concur Italy, sottolinea l’importanza di affrontare questi disallineamenti in modo strategico. “Questi dati mettono in luce i principali punti di disallineamento tra dipendenti, travel manager e CFO”, afferma. “Per far sì che i viaggi d’affari tornino a essere un motore di crescita, è essenziale costruire un nuovo allineamento tra esigenze operative e visione strategica”.
In un contesto in cui le aziende stanno riconsiderando il valore delle trasferte, la ricerca di Sap Concur suggerisce che il viaggio di lavoro rimane un pilastro fondamentale per il successo aziendale. Tuttavia, è evidente che le aziende devono riflettere profondamente sulle proprie priorità e sulla cultura organizzativa.
La cautela mostrata dagli italiani nel tornare a viaggiare per lavoro potrebbe rappresentare una risposta alle incertezze economiche globali e un cambiamento strutturale nella mentalità aziendale. Le aziende italiane, tradizionalmente legate a un modello di lavoro che valorizza il contatto diretto, si trovano ora a dover bilanciare queste tradizioni con le nuove esigenze di efficienza e sostenibilità portate dalla digitalizzazione.
In conclusione, mentre il mercato del lavoro continua a evolversi, sarà interessante osservare come le aziende italiane risponderanno a queste sfide e opportunità, e se si assisterà a una maggiore integrazione tra viaggi d’affari e strumenti digitali.