La ruspa nel giardino: l’inizio di un’inchiesta sull’urbanistica milanese

Matteo Rigamonti

Luglio 22, 2025

L’urbanistica di Milano è tornata a far discutere grazie a un’inchiesta che ha preso avvio in modo inaspettato: una ruspa nel giardino di un condominio in piazza Aspromonte. L’azione di Marco Malfatti, un residente della zona, insieme ad altri abitanti, ha portato alla presentazione di un esposto in procura nel 2022, assistiti dall’avvocata Veronica Dini. Questo gruppo di residenti non avrebbe mai immaginato che la costruzione di un palazzo di ben sette piani potesse avvenire in un cortile così ridotto, trasformando radicalmente le loro vite e il quartiere.

il progetto hidden garden

Il progetto in questione, denominato Hidden Garden, è visto dai residenti come un abuso edilizio e una minaccia per la sicurezza e la privacy. Malfatti ha dichiarato a La Stampa: «Non credevamo possibile costruire un palazzo di 27 metri in un cortile di quelle dimensioni. Per quattro anni il cantiere ha stravolto le nostre vite». La nuova palazzina, che ospita oltre 40 appartamenti, ha portato alla demolizione di una storica villetta di tre piani, scatenando preoccupazioni e indignazione tra i residenti.

la reazione della comunità

La comunità ha iniziato a far sentire la propria voce, richiedendo l’accesso agli atti riguardanti il progetto e manifestando preoccupazioni per i tempi di risposta delle autorità. Nina Fresia, avvocata della comunità, ha spiegato: «Ci sembrava impossibile che nel cortile in cui stava una palazzina di tre piani potesse starcene una da sette». Gli amministratori dei condomini vicini hanno chiesto l’accesso agli atti, ma i tempi si allungavano, generando sospetti e dando avvio alla protesta.

impatti e preoccupazioni

Per quattro anni, gli abitanti hanno dovuto convivere con un cantiere che ha stravolto la loro quotidianità. Sono emerse situazioni drammatiche, come:

  1. Muri che cadevano sotto i loro occhi.
  2. Polveri e detriti che invadevano l’aria.
  3. La demolizione di un cortile e di una villa storica.

Malfatti ricorda con ansia i giorni in cui la ruspa di 20 metri e 30 tonnellate cercava di entrare in un cortile già congestionato, creando preoccupazione per la sicurezza dei residenti.

la questione dell’abuso edilizio

L’imprenditore Andrea Bezziccheri, coinvolto nell’inchiesta, ha lamentato l’opposizione dei residenti, che hanno bloccato fisicamente l’ingresso del cantiere. Ha dichiarato: «Non era una situazione sicura: sotto alla pavimentazione del cortile passano tubature del gas che rischiavano di essere danneggiate». Questa situazione ha sollevato interrogativi sulla gestione dei cantieri e sulla supervisione degli enti pubblici.

La questione dell’abuso edilizio non è nuova a Milano, una città che ha visto un aumento esponenziale di cantieri e progetti di sviluppo. La crescita urbanistica ha portato a un incremento della densità abitativa e alla necessità di una regolamentazione più rigorosa. Tuttavia, nel caso di Hidden Garden, i residenti hanno messo in discussione non solo la legalità del progetto, ma anche la qualità della vita che ne deriva.

La comunità ha avviato una campagna di sensibilizzazione per informare l’opinione pubblica sui problemi legati all’urbanizzazione incontrollata e alla mancanza di trasparenza nelle procedure edilizie. Attraverso assemblee pubbliche, petizioni e incontri con i rappresentanti politici, gli abitanti di piazza Aspromonte stanno cercando di far sentire la propria voce e di ottenere risposte concrete dalle autorità locali.

L’urbanistica a Milano è un tema caldo e in continua evoluzione. Le sfide legate alla crescita urbana, alla riqualificazione dei quartieri e alla tutela del patrimonio storico richiedono un approccio equilibrato e sostenibile. Le esperienze di Marco Malfatti e dei suoi vicini sono un monito per le istituzioni e gli sviluppatori: la partecipazione della comunità è fondamentale per garantire che le scelte urbanistiche rispondano realmente alle esigenze di chi vive la città.

In questo contesto, l’inchiesta avviata grazie all’esposto dei residenti di piazza Aspromonte potrebbe rappresentare un passo importante verso una maggiore responsabilità e trasparenza nell’urbanistica milanese. La questione di Hidden Garden è solo uno dei tanti esempi di come le comunità possano unirsi per difendere i propri diritti e il loro ambiente, in un momento in cui il futuro delle città è sempre più al centro del dibattito pubblico.