Servillo: l’emozione che mi travolge ogni volta che entro in scena

Servillo: l'emozione che mi travolge ogni volta che entro in scena

Giada Liguori

Luglio 23, 2025

La carriera di attore è un percorso costellato di sfide e Toni Servillo, uno dei volti più emblematici del panorama cinematografico e teatrale italiano, ne è un esempio vivente. La sua recente partecipazione al Festival di Giffoni ha offerto ai giovani presenti uno spaccato della sua vita, ricca di momenti di solitudine, silenzio e scelte coraggiose, lontano dalle facili lusinghe del mercato. Servillo ha condiviso la sua passione per il palcoscenico, affermando che ogni volta che entra in scena “gli sbatte ‘o core'” e che le sue gambe tremano, proprio come raccontava il grande Eduardo De Filippo.

La magia del teatro e del cinema

Secondo Servillo, la passione è ciò che mantiene viva la magia del teatro e del cinema. Nonostante il successo e la fama, l’attore non perde mai di vista l’importanza della freschezza e della spontaneità, elementi cruciali per un’interpretazione autentica e coinvolgente. Un episodio significativo che ha condiviso riguarda Louis Jouvet, un grande maestro del teatro francese, che sottolineava l’importanza di affrontare la paura in scena. Servillo ha ribadito che quando un attore perde la propria magia e inizia a recitare per abitudine, il pubblico se ne accorge immediatamente.

L’importanza del legame umano nel cinema

Durante il suo intervento, Servillo ha espresso la sua gioia di tornare a Giffoni, definendolo uno dei festival cinematografici più belli del mondo. Ha parlato del suo lungo e proficuo sodalizio con il regista Paolo Sorrentino, che sarà presente al festival per presentare il suo nuovo film “La Grazia”. Servillo ha descritto il loro legame come qualcosa che va oltre la professione: “Ci soccorriamo a vicenda”, ha detto, evidenziando l’importanza del legame umano e della condivisione di visioni artistiche.

La sfida dell’interpretazione

Quando si tratta dei suoi personaggi, Servillo ha messo in luce la sfida unica che ognuno di essi rappresenta. Ogni interpretazione richiede una profonda introspezione. Ha affermato che “non gli è mai piaciuta l’idea dell’imitazione”, cercando invece di offrire una visione più complessa e simbolica. Ha anche parlato con orgoglio del suo lavoro in “Il Divo”, un film che ha saputo catturare l’essenza di un personaggio in un momento cruciale per l’Italia.

Servillo ha concluso il suo intervento riflettendo sulla fortuna di poter scegliere i progetti a cui lavorare, sempre privilegiando il legame umano. “Non mi sono mai fatto condizionare dalle logiche di mercato”, ha affermato, evidenziando come sacrifici e impegno costante siano essenziali per chi desidera lasciare un segno nel mondo del cinema e del teatro. “Il lavoro dell’attore richiede dedizione, simile a quella di un atleta che si allena per raggiungere l’eccellenza”, ha concluso, ispirando i giovani giffoner a seguire le proprie passioni.