Nel contesto attuale del commercio internazionale, la questione dei dazi è cruciale per le aziende italiane che desiderano esportare verso gli Stati Uniti. ExportUsa, una società di consulenza specializzata nello sviluppo commerciale nel mercato americano, ha recentemente lanciato uno Sportello Dazi, una risorsa preziosa per guidare le imprese italiane attraverso le complessità delle normative doganali e delle tariffe. Con oltre 20 anni di esperienza e sedi a New York, Dayton (Ohio), Miami (Florida), Rimini (Italia) e Bruxelles (Belgio), ExportUsa si propone di trasformare le sfide legate ai dazi in opportunità di risparmio significativo.
Lucio Miranda, presidente di ExportUsa, ha condiviso la missione dello Sportello Dazi e l’importanza di una gestione strategica dell’export. “I dazi sono uno dei temi più caldi del commercio con gli Stati Uniti, specialmente da quando l’amministrazione Trump ha iniziato a mettere in discussione i partner europei. Tuttavia, molte aziende italiane continuano a lottare con il calcolo corretto del dazio, spesso a causa di una mancanza di strategia chiara”, spiega Miranda. “Le imprese si trovano a fare affidamento su procedure frettolose o su soggetti esterni che non hanno la stessa motivazione a risparmiare per l’azienda.”
I servizi dello Sportello Dazi
Lo Sportello Dazi di ExportUsa è stato concepito per affrontare questa problematica. I servizi offerti includono:
- Consulenza su classificazioni doganali corrette
- Simulazioni di costo
- Strategie per evitare errori che potrebbero portare a pagamenti di dazi superiori al necessario
“Il nostro obiettivo è aiutare le imprese a risparmiare, anche somme considerevoli, grazie a un protocollo d’importazione sviluppato in collaborazione con uno studio legale americano esperto in diritto doganale”, aggiunge Miranda.
Errori comuni nella gestione dei dazi
Uno degli errori più comuni che le aziende italiane commettono è la delega del calcolo dei dazi allo spedizioniere, una pratica che può rivelarsi costosa. “Comprendo la volontà delle imprese di semplificare il processo, ma lo spedizioniere tende a scegliere l’opzione più prudente per evitare contestazioni, aumentando così i costi. È fondamentale che le aziende seguano attentamente la classificazione delle merci e verifichino i codici utilizzati”, sottolinea Miranda.
Un altro aspetto cruciale riguarda le differenze tra i codici doganali europei e americani. “Molti credono che i codici siano identici, ma le prime quattro cifre del sistema armonizzato sono comuni, mentre le successive sei differiscono. Qui si gioca la partita del risparmio: una classificazione più precisa può ridurre significativamente l’aliquota applicata”, spiega il presidente di ExportUsa.
L’importanza della corretta classificazione delle merci
La corretta classificazione delle merci è quindi il primo passo per un calcolo doganale accurato. Tuttavia, non si tratta solo di descrivere il prodotto, ma di comprendere come viene classificato secondo la logica americana, che spesso differisce da quella europea. “Gli Stati Uniti adottano criteri rigorosi, e qualsiasi errore può portare a costi doganali più elevati. Noi assistiamo le aziende nell’utilizzo di strumenti ufficiali come i pareri vincolanti della dogana americana, che offrono chiarezza e sono fondamentali in caso di incertezze”, afferma Miranda.
Ma quanto si può realmente risparmiare seguendo questi consigli? “La cifra varia in base a diversi fattori, come il volume della merce, il dazio medio applicato e il costo industriale del prodotto. Tuttavia, si tratta di somme significative. Ad esempio, un’azienda che esporta imbarcazioni, cosmetici o integratori per un valore annuo di 12 milioni di dollari, con un costo di produzione del 40% e un dazio medio del 10%, può risparmiare fino a 500.000 dollari in un anno e 2,9 milioni in cinque anni”, spiega Miranda.
Il lavoro dello Sportello Dazi è altamente personalizzato. “Effettuiamo simulazioni caso per caso, considerando tutti i parametri rilevanti. Molti imprenditori aspettano l’1 agosto con la speranza che i dazi vengano cancellati, ma il dazio del 30% annunciato da Trump è solo un’ipotesi. È più probabile che il 10% diventi la nuova base di partenza. Aspettare senza muoversi non è una strategia vantaggiosa”, avverte Miranda.
La chiave del successo risiede nella proattività delle imprese. “Non bisogna attendere un cambiamento della situazione, ma gestire l’export in modo consapevole e strategico. I dazi rappresentano un costo, ma non sono inevitabili. Con le giuste competenze e strumenti, è possibile ridurli in modo significativo. Lo Sportello Dazi è nato proprio per questo”, conclude Miranda.
In un panorama commerciale sempre più competitivo, le aziende italiane hanno la possibilità di affrontare la questione dei dazi con una nuova prospettiva, trasformando un ostacolo in un’opportunità di risparmio e crescita. Con il supporto di ExportUsa e del suo Sportello Dazi, l’export verso gli Stati Uniti può diventare una realtà più vantaggiosa e strategica.