Acquario di Roma: vent’anni di sfide e incertezze, l’apertura slitta al 2025

Acquario di Roma: vent'anni di sfide e incertezze, l'apertura slitta al 2025

Matteo Rigamonti

Luglio 25, 2025

L’Acquario di Roma, concepito come una delle attrazioni più moderne e simboliche della capitale italiana, si trova oggi a fare i conti con una realtà ben distante da quella immaginata vent’anni fa. La prima pietra fu posata nel 2003 con grandi aspettative; l’obiettivo era di realizzare un complesso capace di attrarre turisti e famiglie, offrendo un’alternativa alle innumerevoli meraviglie storiche di Roma. Tuttavia, a distanza di due decenni, l’Acquario è ancora un cantiere incompiuto, segnato da debiti ingenti, contenziosi legali e ritardi che sembrano non avere fine.

La speranza iniziale di inaugurare l’Acquario entro il 2025, in concomitanza con il Giubileo previsto per quell’anno, si è trasformata in un miraggio. L’evento, che tradizionalmente attira milioni di pellegrini e turisti nella Capitale, era visto come un’occasione d’oro per il rilancio dell’intero progetto. Con la recente morte di Papa Francesco e l’elezione del nuovo Papa Leone XIV, il flusso turistico si è intensificato, superando le stime iniziali di 30 milioni di visitatori. Tuttavia, la realizzazione dell’Acquario resta un obiettivo lontano, e sembra che anche questa opportunità possa svanire.

La situazione economica dell’acquario

Fino ad oggi sono stati spesi oltre 100 milioni di euro per un complesso di 13.000 metri quadrati, progettato per ospitare più di 100 specie marine. Secondo quanto riportato da Bloomberg, per portare a termine la costruzione sarebbero necessari ulteriori 20 milioni di euro, una cifra che la società Mare Nostrum Romae Srl, attuale titolare della concessione, non è in grado di reperire. Le trattative con potenziali investitori, come il fondo londinese Zetland Capital, specializzato nel risanamento di aziende in difficoltà, proseguono da anni senza risultati tangibili. Nel frattempo, le principali banche creditrici, Intesa Sanpaolo e UniCredit, hanno già svalutato il 95% dei prestiti concessi, segno di quanto sia grave la situazione economica del progetto.

Le cause legali in corso

A rendere ancora più complessa la situazione ci sono le cause legali in corso tra Mare Nostrum e EUR SpA, la società pubblica incaricata dello sviluppo urbanistico del quartiere EUR. Quest’ultima ha presentato una richiesta di risarcimento danni a causa dei continui ritardi, mentre Mare Nostrum si è dichiarata ottimista riguardo a future intese. Uno dei punti più critici riguarda la concessione per la gestione dell’Acquario, che attualmente scade nel 2039. Gli investitori, però, chiedono garanzie su una proroga, visto che la stabilità economica e gestionale del progetto è fondamentale per attrarre nuovi capitali.

EUR SpA ha mostrato una certa disponibilità a estendere il contratto fino al 2048, ma solo se il progetto verrà affidato a partner con un comprovato background nel settore. Tra le possibili opzioni si parla della Costa Edutainment SpA, nota per la gestione dell’Acquario di Genova, uno dei più visitati e apprezzati d’Europa. Tuttavia, anche nel caso si riuscisse a trovare un nuovo partner, le tempistiche per un’apertura nel 2025 sembrano irrealistiche.

Il futuro dell’acquario di roma

L’Acquario di Roma si trova a un bivio critico. Da un lato, c’è la volontà di dare vita a un’attrazione che possa contribuire a valorizzare ulteriormente la città; dall’altro, ci sono le incertezze legate alla gestione, alla raccolta di fondi e alle questioni legali che sembrano intralciare il cammino verso la realizzazione di questo progetto. La Capitale, conosciuta per la sua ricchezza culturale e storica, rischia di perdere un’importante opportunità di innovazione e sviluppo turistico.

Il futuro dell’Acquario di Roma rappresenta, dunque, un tema di discussione non solo per gli investitori e le istituzioni coinvolte, ma anche per i cittadini romani e i turisti. La realizzazione di un simile progetto avrebbe potuto non solo arricchire l’offerta turistica della città, ma anche generare posti di lavoro e stimolare l’economia locale. Eppure, mentre si susseguono ritardi e incertezze, la domanda che molti si pongono è: quando sarà possibile finalmente vedere aperte le porte di un Acquario che avrebbe dovuto essere un simbolo di rinascita per la Capitale?