La tragica decisione via WhatsApp: la strage di madre e figli ad Altavilla e la condanna dei fanatici religiosi

La tragica decisione via WhatsApp: la strage di madre e figli ad Altavilla e la condanna dei fanatici religiosi

Matteo Rigamonti

Luglio 25, 2025

L’orribile tragedia avvenuta ad Altavilla Milicia, in provincia di Palermo, ha scosso profondamente la società italiana e ha riportato alla luce il tema del fanatismo religioso. Il 3 febbraio 2024, un messaggio inquietante di Sabrina Fina al compagno Massimo Carandente ha dato il via a una serie di eventi tragici che hanno portato all’omicidio di tre innocenti: Antonella Salamone, 40 anni, e i suoi figli, Emmanuel, di 5 anni, e Kevin Barreca, di 16.

Un rituale di violenza e delirio

Secondo gli inquirenti, Fina e Carandente, descritti come due nullafacenti fanatici religiosi, si erano trasferiti nella casa della famiglia Barreca con la convinzione che le vittime fossero possedute dal demonio. Presentandosi come «fratelli di Dio», giustificavano le loro azioni violente come una forma di “liberazione” dalle presunte possessioni. Il coinvolgimento di Giovanni Barreca, marito e padre delle vittime, e della figlia maggiore, ha ulteriormente complicato la situazione, mostrando come il fanatismo possa manipolare e distruggere legami familiari.

La chiamata disperata e il tragico errore

Il 7 febbraio, Antonella Salamone riuscì a contattare il 112, chiedendo aiuto con un grido disperato: «Aiuto, carabinieri, aiuto». Tuttavia, la chiamata si interruppe bruscamente e, dopo un tentativo di richiamare senza successo, i carabinieri archiviavano l’accaduto come uno scherzo. Questo tragico errore si rivelò fatale: il giorno successivo, Antonella venne uccisa e il suo corpo bruciato nel giardino di casa. Anche i suoi figli subirono un destino orribile: Emmanuel, sottoposto a torture indicibili, fu ucciso, mentre Kevin, tentato di fuggire, venne legato e incaprettato.

Il ruolo inquietante dei social media

Le indagini hanno svelato l’uso dei social media da parte di Carandente, che inviava messaggi deliranti a un gruppo di seguaci. In uno di questi, annunciava: «Il Signore è pronto a fare il miracolo e a resuscitare il bambino Emmanuel», mentre parlava di «una legione di demoni» e di accuse contro Antonella. Nonostante il contenuto agghiacciante, nessuno denunciò le sue affermazioni.

Conclusione: una ferita aperta nella coscienza collettiva

Questa tragedia ha sollevato interrogativi su come il fanatismo religioso possa condurre a tali atti di violenza. La strage di Altavilla Milicia rappresenta un monito su quanto sia fragile la linea tra fede e follia, tra amore e odio. Le conseguenze di questa vicenda si faranno sentire a lungo, sia per la comunità locale che per l’intera società italiana, impegnata a riflettere su come prevenire simili orrori in futuro.