Il caso di Chiara Poggi, giovane donna assassinata il 13 agosto 2007 nella sua abitazione a Garlasco, continua a suscitare un forte interesse mediatico e pubblico. Recentemente, è emersa una nuova e inquietante informazione relativa all’indagine sul delitto: l’impronta palmare trovata accanto al cadavere della vittima, intrisa di sudore e sangue, è attribuita a Andrea Sempio. Questa notizia, divulgata attraverso i social del Tg1, preannuncia un servizio esclusivo che andrà in onda stasera, aggiungendo un ulteriore strato di complessità a un caso già intricato.
Il contesto dell’indagine
Chiara Poggi, all’epoca dei fatti, aveva solo 26 anni e la sua morte sconvolse l’intera comunità. Le indagini iniziali portarono all’arresto di Alberto Stasi, il fidanzato della vittima, che nel 2010 fu condannato in via definitiva per omicidio. Tuttavia, il caso non si è chiuso con la condanna di Stasi, poiché nel corso degli anni sono emerse nuove piste investigative. Attualmente, Andrea Sempio è l’unico indagato in concorso per omicidio in un nuovo filone d’inchiesta, e la sua posizione è stata ulteriormente complicata dalla scoperta dell’impronta.
La consulenza della difesa di Alberto Stasi
La consulenza tecnica della difesa di Alberto Stasi ha messo in evidenza l’impronta numero 33, suggerendo che non si tratti di un’impronta occasionale, ma di un contatto palmare intenso, compatibile con un’interazione fisica significativa. Secondo i tecnici, questo tipo di impronta non sarebbe compatibile con una semplice discesa per le scale, come sostenuto da alcune ricostruzioni precedenti del caso. L’analisi dattiloscopica ha mostrato una piena convergenza con le conclusioni dei consulenti della Procura di Pavia, tra cui il capo della dattiloscopia del Ris e un consulente esterno. Questi esperti stanno lavorando per raccogliere nuovi elementi che possano chiarire le circostanze della morte di Chiara.
La reazione della difesa di Sempio
L’avvocata Angela Taccia, che difende Andrea Sempio insieme al collega Massimo Lovati, ha commentato la situazione affermando che la consulenza presentata dalla difesa di Stasi è di parte e non deve essere considerata come prova definitiva. Taccia ha sottolineato di essere venuta a conoscenza di queste informazioni attraverso i media, un fatto che ha sollevato interrogativi sulla trasparenza delle indagini. Ha dichiarato: “Nessun timore, è una consulenza di parte che ha il medesimo valore della nostra stessa consulenza. Niente è stato accertato”, esprimendo fiducia nel fatto che la verità su Andrea Sempio emergerà nel tempo.
Le implicazioni dell’impronta
L’impronta palmare, intrisa di sudore e sangue, rappresenta un elemento chiave nelle indagini. Tuttavia, nonostante la sua rilevanza, va notato che un test eseguito dal Ris di Parma nel 2007, noto come Obti test, aveva dato esito negativo riguardo alla presenza di materiale ematico. Questo fatto solleva interrogativi sulla validità delle nuove scoperte e su come possano influenzare il corso delle indagini. La complessità del caso è accentuata dalla presenza di più attori e dalla continua evoluzione delle prove disponibili.
Il delitto di Garlasco è uno di quei casi che rimangono impressi nella memoria collettiva, non solo per la brutalità dell’omicidio, ma anche per le sue molteplici sfaccettature legali e investigative. La continua evoluzione delle indagini, con l’emergere di nuovi elementi come l’impronta di Sempio, dimostra che la verità è spesso complessa e sfuggente. Con ogni nuova scoperta, la speranza di giustizia per Chiara Poggi sembra riaccendersi, mentre il mistero che circonda la sua morte continua a interrogare e intrigare.
La storia di Chiara non è solo quella di una vittima, ma anche un simbolo delle fragilità del sistema giudiziario e delle incertezze che possono accompagnare anche i casi più chiari. La lotta per la verità e la giustizia continua, e il futuro di Andrea Sempio, così come quello di Alberto Stasi, rimane appeso a un filo, mentre la ricerca di risposte si intensifica.