L’Ue rallenta sulla web tax: le trattative con gli Usa in gioco

L'Ue rallenta sulla web tax: le trattative con gli Usa in gioco

L'Ue rallenta sulla web tax: le trattative con gli Usa in gioco

Matteo Rigamonti

Luglio 26, 2025

Negli ultimi mesi, l’ipotesi di una web tax europea ha suscitato un ampio dibattito tra i paesi membri dell’Unione Europea e gli Stati Uniti. Secondo fonti vicine ai negoziati a Bruxelles, sembra che l’Unione Europea stia mettendo in stand-by l’idea di una digital tax, soprattutto a causa delle pressioni esercitate da Washington a favore delle Big Tech. Questo sviluppo è particolarmente significativo nel contesto delle attuali trattative sui dazi, che si stanno svolgendo tra le due sponde dell’Atlantico.

La proposta della digital tax

La digital tax è stata una proposta che ha trovato consensi e dissensi tra i paesi europei. Inizialmente, l’idea era quella di tassare le grandi aziende tecnologiche, in particolare quelle statunitensi, che generano enormi profitti in Europa senza contribuire in modo proporzionale alle tasse locali. Paesi come la Francia e l’Italia avevano già messo in atto misure per introdurre una tassa sui servizi digitali, mirando a garantire che le multinazionali del settore contribuissero equamente al bilancio pubblico.

Tuttavia, la questione si è complicata quando l’amministrazione Trump ha alzato la voce, minacciando ritorsioni commerciali nei confronti dei paesi che avessero implementato tali misure. Questa posizione ha costretto l’Unione Europea a riconsiderare la sua strategia per evitare escalation nei rapporti commerciali con gli Stati Uniti, in un momento in cui i legami transatlantici sono già tesi su diversi fronti.

Le normative europee: DSA e DMA

Nonostante la pausa sulla web tax, la linea rossa dell’Unione Europea rimane intatta riguardo al Digital Services Act (DSA) e al Digital Markets Act (DMA). Questi due provvedimenti legislativi rappresentano i pilastri normativi della nuova architettura digitale europea e mirano a garantire un ambiente online più sicuro, equo e competitivo.

  1. DSA: si concentra sulla responsabilità delle piattaforme online nella gestione dei contenuti e nella protezione degli utenti.
  2. DMA: si propone di limitare il potere delle piattaforme dominanti, favorendo la concorrenza leale.

Entrambi i provvedimenti sono stati accolti con favore da molti governi europei, ma sono stati anche criticati dalle stesse Big Tech, che hanno espresso preoccupazioni riguardo alle implicazioni di tali normative per la loro attività.

Le sfide della tassazione delle Big Tech

In questo contesto, la questione della tassazione delle Big Tech non è solo una questione economica, ma ha anche implicazioni politiche e sociali. La preoccupazione principale è che le grandi aziende tecnologiche, come Google, Facebook e Amazon, possano continuare a prosperare senza contribuire in modo equo alle economie dei paesi in cui operano. La pandemia di COVID-19 ha ulteriormente amplificato queste preoccupazioni, poiché molte di queste aziende hanno registrato profitti record mentre le piccole e medie imprese lottavano per sopravvivere.

L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha tentato di promuovere un accordo globale sulla tassazione delle multinazionali, ma i progressi sono stati lenti e le divergenze tra le nazioni persistono. L’Unione Europea, da parte sua, sembra voler mantenere una posizione di forza nei confronti delle grandi aziende tecnologiche, ma deve anche navigare con attenzione le complesse dinamiche delle relazioni transatlantiche.

Inoltre, l’argomento della digital tax è parte di un dibattito più ampio sulla giustizia fiscale e sull’equità nel sistema economico globale. Molti cittadini europei sostengono che le grandi aziende devono pagare la loro giusta parte di tasse, soprattutto in un momento in cui i governi stanno affrontando enormi debiti a causa dei costi sostenuti per fronteggiare la pandemia.

In conclusione, mentre l’Unione Europea sembra frenare sull’introduzione della web tax a causa delle pressioni degli Stati Uniti, la discussione su come regolare le grandi aziende tecnologiche e garantire una tassazione equa è lungi dall’essere conclusa. I prossimi mesi saranno cruciali per capire se l’Europa riuscirà a trovare un equilibrio tra la necessità di proteggere le proprie economie e il mantenimento di rapporti commerciali stabili con gli Stati Uniti. La strada da percorrere è complessa e richiede una riflessione approfondita su come affrontare le sfide della digitalizzazione in un contesto globale sempre più interconnesso.