La storia di Laura Santi e del marito Stefano Massoli rappresenta un profondo racconto di amore, lotta e liberazione. Laura, una giornalista di talento, ha scelto il suicidio assistito dopo anni di sofferenza causati dalla sclerosi multipla, una malattia che ha portato a una progressiva perdita di autonomia e qualità della vita. Questa drammatica decisione ha segnato non solo la sua esistenza, ma anche quella di Stefano, che ora deve affrontare il vuoto lasciato dalla moglie e riflettere sul significato delle scelte fatte insieme.
Un amore che supera le avversità
«Il giorno prima di morire, Laura ha voluto ripassare i posti in cui siamo stati: il Quebec, il Sudafrica, Rodi, Berlino a fatica, Rimini quando già non camminava, le Dolomiti». Queste parole di Stefano Massoli non solo esprimono il dolore per la perdita, ma anche la bellezza di una vita vissuta intensamente, nonostante le difficoltà. La coppia si è incontrata nel 2004, durante una conferenza stampa, e da quel momento ha costruito un legame profondo, affrontando insieme le sfide che la vita ha posto loro.
Accettazione e sostegno nella malattia
Quando Laura ha rivelato a Stefano di soffrire di sclerosi multipla, la sua reazione è stata di accettazione e sostegno. «Il non sapevo nulla. Mi spiegò e dissi “ok, qualsiasi cosa viene, la affronteremo insieme”», racconta Massoli. Questo spirito di unità e amore ha caratterizzato la loro relazione, rendendo il loro legame ancora più forte di fronte alla malattia. Condividere sogni e aspirazioni è stato fondamentale, e uno dei loro desideri più grandi era avere un figlio. Tuttavia, la malattia ha reso questa possibilità complessa e rischiosa.
- Impossibilità di diventare genitori: Stefano descrive il dolore legato all’impossibilità di avere un figlio, affermando: «Ho lasciato decidere lei, per Laura è stato un lutto più grande del mio».
- Rischi della gravidanza: La sclerosi multipla, che Laura chiamava affettuosamente “la bastarda”, avrebbe reso una gravidanza estremamente pericolosa.
- Considerazioni sull’adozione: La coppia ha anche preso in considerazione l’adozione, ma ha rinunciato a questo sogno a causa delle difficoltà sia fisiche che economiche.
Battaglie condivise e il dibattito sul suicidio assistito
Oltre alla loro vita privata, Laura e Stefano hanno condiviso anche battaglie politiche e sociali. Uno dei temi che ha unito la coppia è stato il dibattito sul suicidio assistito, una questione sempre più attuale in Italia, soprattutto dopo l’approvazione della legge sul fine vita. Dopo un lungo percorso di sofferenza, Laura ha deciso di rendere pubblica la sua condizione, contribuendo a sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema delicato e controverso.
«La lotta ci ha riunito. Era un periodo buio per noi, non uscivamo più a fare una passeggiata, ad andare al cinema, a pranzo. Ma uniti potevamo combattere», spiega Stefano. La decisione di Laura di optare per il suicidio assistito è stata difficile, ma per lei rappresentava un modo per liberarsi dalla sofferenza. È diventata la nona persona in Italia a ricevere il permesso per questa pratica, e la prima in Umbria, dopo una battaglia legale che ha visto l’Usl umbra negarle inizialmente il permesso.
Ora, dopo la sua scomparsa, Stefano si sente investito di una missione: «Continuerò la sua battaglia per il fine vita, raccoglierò le firme per i caregiver». La sua determinazione a proseguire l’opera di sensibilizzazione e advocacy di Laura è un tributo al loro amore e alla loro lotta.
La storia di Stefano e Laura è una testimonianza della complessità delle scelte legate al fine vita, un tema che continua a sollevare dibattiti e divisioni nella società. L’amore che li ha uniti, anche di fronte alle avversità, è un messaggio potente di solidarietà e comprensione, che invita a riflettere sulle esperienze di chi vive con malattie croniche e sulle loro aspirazioni di dignità e libertà. La battaglia di Laura Santi, attraverso le parole e le azioni di Stefano, prosegue, richiamando l’attenzione su un diritto fondamentale: quello di scegliere come e quando affrontare la propria vita e la propria morte.