L’impatto dei dazi: come influenzano occhiali e meccanica

L'impatto dei dazi: come influenzano occhiali e meccanica

L'impatto dei dazi: come influenzano occhiali e meccanica

Giada Liguori

Luglio 28, 2025

L’introduzione di nuovi dazi al 15% tra Stati Uniti e Unione Europea avrà un impatto notevole sulle esportazioni italiane. Le proiezioni del Centro studi di Unimpresa indicano che il costo diretto per le aziende italiane potrebbe oscillare tra 6,7 e 7,5 miliardi di euro, una cifra inferiore rispetto ai quasi 10 miliardi inizialmente stimati. Questo cambiamento è in parte dovuto all’esenzione totale o parziale di alcuni settori chiave, come il farmaceutico, le specialità chimiche e parte dei beni ad alta tecnologia, che beneficeranno di esenzioni dai dazi.

Nel 2024, l’export italiano verso gli Stati Uniti è previsto tra i 66 e i 70 miliardi di euro, con un’esposizione effettiva ai dazi compresa tra 45 e 50 miliardi di euro. L’impatto dei dazi non sarà uniforme; i settori più vulnerabili, caratterizzati da bassa elasticità di prezzo, subiranno la pressione maggiore, mentre il Made in Italy di fascia alta potrebbe resistere meglio. I settori più colpiti includono la meccanica, il chimico-farmaceutico, la moda, l’agroalimentare, i trasporti e i beni di lusso.

L’impatto sui settori chiave

  1. Meccanica: Il settore della meccanica è uno dei più colpiti, con un’export verso gli Stati Uniti che raggiunge il 27% per un valore di circa 18 miliardi di euro. Il dazio teorico per questo settore è stimato in circa 2,7 miliardi di euro. La pressione dei dazi potrebbe mettere a rischio la competitività delle imprese, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni.

  2. Chimico-farmaceutico: Con una quota di export verso gli Stati Uniti del 20% e un valore di circa 13 miliardi di euro, il settore chimico-farmaceutico ha un dazio teorico di circa 2 miliardi di euro. Questo settore è cruciale per l’economia italiana, contribuendo significativamente all’occupazione e alla ricerca e sviluppo.

  3. Moda: La moda italiana, simbolo di stile e creatività, ha una quota di export verso gli Stati Uniti del 17%, corrispondente a un valore di 11 miliardi di euro. Il dazio teorico si attesta attorno a 1,65 miliardi di euro. Le aziende di moda potrebbero dover rivedere le loro strategie di prezzo o distribuzione per attenuare l’impatto dei dazi.

Settori vulnerabili e strategie di adattamento

  1. Agroalimentare: Questo settore rappresenta il 12% dell’export verso gli Stati Uniti, con un valore di circa 8 miliardi di euro e un dazio teorico di 1,2 miliardi. La perdita di accesso al mercato statunitense potrebbe avere conseguenze devastanti per i produttori italiani, già penalizzati da precedenti misure protezionistiche.

  2. Trasporti: Con una quota di export dell’11% e un valore di circa 7 miliardi di euro, il settore dei trasporti, che include anche l’industria automobilistica, affronta un dazio teorico di 1,05 miliardi di euro. Le aziende stanno cercando di diversificare i mercati di esportazione per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti.

  3. Beni di lusso: L’export di prodotti come occhiali, gioielli e arredamento ha una quota del 9% verso gli Stati Uniti, con un valore di circa 6 miliardi di euro e un dazio teorico di 0,9 miliardi. Questi settori, noti per la loro qualità e design, potrebbero affrontare sfide significative nella loro competitività a causa dei nuovi costi.

L’impatto dei dazi non influenzerà solo i costi diretti delle aziende, ma avrà anche ripercussioni sulle strategie di marketing, sulla supply chain e sull’occupazione in Italia. Le aziende dovranno adattarsi rapidamente a questa nuova realtà per mitigare i danni e continuare a prosperare in un mercato globale sempre più competitivo. Sarà fondamentale monitorare le risposte delle aziende italiane a queste sfide e le strategie adottate per mantenere la competitività negli Stati Uniti e nel resto del mondo.