Proteste No Tav in Val di Susa: autostrade bloccate e cantieri in fiamme, Meloni sbotta

Proteste No Tav in Val di Susa: autostrade bloccate e cantieri in fiamme, Meloni sbotta

Proteste No Tav in Val di Susa: autostrade bloccate e cantieri in fiamme, Meloni sbotta

Matteo Rigamonti

Luglio 28, 2025

La Val di Susa è tornata al centro dell’attenzione nazionale a causa di scontri violenti legati alla manifestazione del movimento No Tav, che si oppone alla costruzione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione. Questa protesta ha visto la partecipazione di migliaia di attivisti, trasformandosi in una giornata di disordini, con l’autostrada Torino-Bardonecchia bloccata e incendi nei pressi dei cantieri. I manifestanti, determinati a far sentire la loro voce contro un progetto che considerano dannoso per l’ambiente, hanno attuato azioni dirette culminate in atti di vandalismo.

Gli scontri a San Didero

Il picco di tensione si è registrato a San Didero, dove i manifestanti hanno occupato l’autostrada, creando blocchi stradali e incendiando rifiuti lungo il tracciato dell’A32. Le forze dell’ordine, schierate per garantire la sicurezza, hanno risposto con idranti e misure di contenimento. Tuttavia, i manifestanti sono riusciti a superare le recinzioni del cantiere, abbattendo le reti metalliche e facendo irruzione nell’area di costruzione. Qui, hanno dato fuoco a oggetti, compresi alcuni bagni chimici, in un gesto simbolico che ha attirato l’attenzione dei media.

Reazioni politiche

Questi eventi hanno suscitato una forte reazione politica. La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha definito gli atti di violenza come «vergognosi», sottolineando che si tratta di «guerriglia urbana indegna di una Nazione civile». Ha affermato che tali comportamenti non rappresentano un’espressione legittima del dissenso e ha annunciato l’applicazione del decreto sicurezza con maggiore severità per punire i responsabili. Anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha condannato le proteste, descrivendo le azioni dei manifestanti come un «vero e proprio atto di guerriglia urbana».

La mobilitazione del movimento No Tav

La protesta dei No Tav non è una novità in Val di Susa; da anni il movimento si oppone alla realizzazione della nuova linea ferroviaria, sostenendo che il progetto comporterà gravi danni ambientali e sociali. Negli ultimi mesi, il tema dell’alta velocità è tornato alla ribalta, con un crescente numero di attivisti che partecipano alle manifestazioni. Questo rinvigorito impegno testimonia la volontà del movimento di fermare la costruzione della linea, mobilitando persone non solo dalla Val di Susa, ma anche da altre regioni d’Italia.

Le immagini diffuse dai media mostrano il caos e la devastazione lasciati dagli scontri: strade bloccate, fiamme che si alzano dai rifiuti e un clima di tensione palpabile. Il video della protesta è diventato virale, catturando l’attenzione dell’intera nazione e spingendo il dibattito sulla necessità di un dialogo costruttivo tra governo e cittadini. In questo contesto di conflitto, la Val di Susa continua a essere un simbolo della lotta contro le grandi opere, rappresentando la resistenza locale contro decisioni percepite come imposte dall’alto.