Renzi: la resa incondizionata dell’Ue sui dazi è un errore strategico

Renzi: la resa incondizionata dell'Ue sui dazi è un errore strategico

Renzi: la resa incondizionata dell'Ue sui dazi è un errore strategico

Matteo Rigamonti

Luglio 28, 2025

L’attuale situazione economica globale è segnata da un crescente protezionismo, un fenomeno che sta influenzando in modo significativo le relazioni tra Stati Uniti e Unione Europea. Matteo Renzi, leader di Italia Viva e ex presidente del Consiglio, ha espresso le sue preoccupazioni riguardo a questo tema, definendo l’accordo recente sui dazi tra Stati Uniti ed Europa non come un’intesa strategica, ma piuttosto come una “resa incondizionata” dell’Europa al sovranismo della politica di Trump.

Nel suo ultimo aggiornamento via Enews, Renzi ha sottolineato come l’approccio sovranista della politica americana stia avendo effetti deleteri non solo sui rapporti bilaterali, ma anche sull’economia globale e sulla libertà dei popoli. Secondo il leader di Italia Viva, l’idea di sovranismo è intrinsecamente dannosa e alimenta divisioni tra le nazioni, minando la cooperazione necessaria per affrontare sfide comuni come il cambiamento climatico e la sicurezza internazionale.

I contratti coloniali e il piano Marshall

Renzi ha richiamato l’attenzione sul fatto che, mentre il governo americano possa festeggiare per l’accordo raggiunto, i “contratti coloniali” di questo tipo non porteranno benefici a lungo termine. Al contrario, egli prevede che tali decisioni porteranno gli Stati Uniti a perdere la propria forza morale ed economica. Ha ricordato il piano Marshall, sottolineando come l’America, dopo la Seconda Guerra Mondiale, abbia avuto un ruolo cruciale nel guidare il mondo verso la ricostruzione e la prosperità. Oggi, invece, con l’imposizione di dazi e tariffe, gli Stati Uniti rischiano di danneggiare non solo gli alleati europei ma anche se stessi.

Riflessioni sul passato e la destra americana

Partendo da una riflessione personale, Renzi ha dichiarato di essere cresciuto con l’ideale di un’America democratica, ispirata da figure come John F. Kennedy e Bill Clinton. La sua visione nostalgica del passato lo ha portato a riconsiderare anche le politiche della destra americana degli anni ’80, in particolare quelle di Ronald Reagan, che si opponeva fermamente ai dazi. In un contesto attuale in cui il discorso contro le tariffe è tornato a essere prevalente, Renzi si è trovato a rimpiangere un’epoca in cui la destra liberale e liberista abbracciava ideali di apertura commerciale e cooperazione internazionale.

Il ruolo della destra europea e l’urgenza di un’azione collettiva

Renzi ha esteso la sua critica non solo alla leadership americana, ma ha anche evidenziato il ruolo della destra europea nel passato. Politici come Helmut Kohl, Jacques Chirac, Silvio Berlusconi, José María Aznar e Margaret Thatcher, secondo Renzi, non avrebbero mai accettato un accordo di questo tipo, considerato un obbrobrio economico e giuridico. Questo confronto con il passato mette in evidenza come le attuali politiche sovraniste rappresentino una rottura con le tradizioni di dialogo e integrazione che hanno caratterizzato le relazioni internazionali nei decenni passati.

Renzi ha avvertito che il sovranismo non è solo un fenomeno americano; ha radici e manifestazioni anche in Europa, dove alcuni partiti e movimenti politici stanno guadagnando terreno promuovendo un’agenda anti-europea e protezionista. Questa tendenza è preoccupante, poiché minaccia di minare i progressi fatti nella costruzione di un’Europa unita e coesa, capace di affrontare le sfide globali con una voce unica.

In un contesto di crescente tensione geopolitica e di incertezza economica, l’Europa deve riscoprire il suo ruolo di leader globale, promuovendo ideali di libertà, giustizia e cooperazione. Renzi ha ribadito che l’economia globale ha bisogno di un’Unione Europea forte e coesa, capace di difendere i propri interessi e di opporsi a politiche che minacciano la democrazia e i valori fondamentali su cui è stata costruita.

La battaglia contro il sovranismo e per un’Europa unita è, secondo Renzi, una questione di responsabilità collettiva. È fondamentale per i leader europei, e per i cittadini, impegnarsi attivamente per promuovere un futuro di cooperazione e solidarietà, in modo da garantire che il continente continui a essere un faro di speranza e progresso nel mondo.