Aggressione all’Autogrill di Milano: ebrei francesi sotto attacco, paura per i bambini

Aggressione all'Autogrill di Milano: ebrei francesi sotto attacco, paura per i bambini

Aggressione all'Autogrill di Milano: ebrei francesi sotto attacco, paura per i bambini

Matteo Rigamonti

Luglio 29, 2025

Il 27 luglio 2023, un episodio di intolleranza ha scosso Milano, quando un uomo di religione ebraica, in visita dalla Francia con il suo bambino di sei anni, è stato aggredito verbalmente e fisicamente nell’area di servizio di Lainate, lungo l’autostrada A8. L’uomo, che indossava la kippà, è stato circondato da un gruppo di circa venti persone che hanno iniziato a urlare slogan contro di lui, tra cui “Free Palestine”, “Assassini”, “Qui non è Gaza, andate a casa vostra” e “Andrete all’inferno”. Questo tragico episodio, immortalato dalla vittima stessa con il suo smartphone, è rapidamente diventato virale, attirando l’attenzione delle autorità e della stampa.

Il racconto della vittima

L’uomo, residente a Parigi, ha spiegato che si trovava a Milano per visitare la figlia e che la sua sosta all’Autogrill era semplicemente una necessità per portare il figlio in bagno. Tuttavia, la sua innocente visita si è trasformata in un incubo. “Appena siamo scesi al piano inferiore, ho sentito un ragazzo con la barba urlare ‘Free Palestine’. È stato lui a dare inizio al caos”, ha raccontato. La situazione è degenerata rapidamente:

  1. “Altri si sono uniti all’insulto.
  2. Io non avevo paura e ho reagito.
  3. Non sono un violento, ma quando si tratta di difendersi, ho dovuto farlo.”

Mentre cercava di filmare l’accaduto, la situazione è sfuggita di mano e, uscendo dal bagno, è stato accerchiato. “Erano in quindici o venti. Mi hanno chiesto di cancellare il video e io ho detto di no, due volte. Poi mi hanno aggredito e sono finito a terra, mentre allontanavano mio figlio. Ho visto delle bestie selvagge.”

L’intervento della polizia

Dopo circa dieci minuti di assalti verbali e fisici, è intervenuta la polizia. La vittima ha spiegato che suo genero, un italiano, ha fatto da interprete durante le fasi dell’intervento degli agenti. “Ho sentito che parlavano di Netanyahu. Mi hanno detto che avrei dovuto dirgli di smettere di bombardare. Ma io non sono israeliano, sono francese. Questo attacco non ha nulla a che vedere con me”. La sua testimonianza riflette una preoccupazione più ampia: un crescente clima di odio in Europa nei confronti della comunità ebraica. “Non mi era mai successa una cosa simile. In tutto il continente ci sono manifestazioni di odio. Noi siamo un popolo di tolleranza, non andiamo mai in strada a cercare provocazioni”, ha rimarcato con amarezza.

La reazione della comunità ebraica

La comunità ebraica di Milano ha reagito con sconcerto all’aggressione. Walker Meghnagi, presidente della Comunità Ebraica, ha descritto l’incidente come un “sconcertante” esempio di antisemitismo. “Una famiglia francese è stata colpita ferocemente. Questo rappresenta un pericoloso rigurgito di antisemitismo che deve essere affrontato con urgenza”. Ha anche sottolineato l’importanza per la politica di intervenire per fermare questa spirale di odio.

Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica, ha lanciato un accorato appello alla magistratura affinché vengano intraprese azioni rapide e decisive. “Ogni reato d’odio deve essere perseguito. Milano è una città di accoglienza e non merita di essere macchiata da tali atti di violenza”. A questa richiesta si è unito anche Daniele Nahum, consigliere comunale, il quale ha chiesto una “ferma condanna da parte delle istituzioni”: “È inaccettabile che si assalgano cittadini solo per la loro religione”.

Contestualizzazione dell’episodio

Questo episodio non è isolato, ma parte di un fenomeno più ampio di crescente antisemitismo in Europa, evidenziato da recenti manifestazioni e attacchi contro la comunità ebraica. Secondo rapporti di organizzazioni come l’European Union Agency for Fundamental Rights (FRA), nel 2022 e nel 2023 si è registrato un incremento significativo di atti di violenza e discriminazione contro le persone di origine ebraica. Molti di questi atti sono legati a tensioni geopolitiche, in particolare al conflitto israelo-palestinese, che spesso sfociano in attacchi contro civili innocenti in contesti non direttamente correlati.

In Italia, il dibattito sull’antisemitismo e sulla tolleranza religiosa è particolarmente acceso, e l’episodio di Milano rappresenta un campanello d’allarme per la società civile. Le autorità sono chiamate a riflettere su come affrontare efficacemente queste manifestazioni di odio, promuovendo una cultura di rispetto e tolleranza tra le diverse comunità.

La risposta della società civile

Mentre la comunità ebraica e le autorità si mobilitano per condannare l’episodio e chiedere giustizia, è essenziale che anche la società civile faccia la sua parte. La sensibilizzazione sui temi dell’antisemitismo e della discriminazione religiosa è fondamentale per prevenire future aggressioni. Le scuole, le associazioni culturali e i gruppi sociali devono lavorare insieme per educare le nuove generazioni alla tolleranza e al rispetto delle differenze.

Questo triste episodio, che ha toccato profondamente la vittima e la sua famiglia, deve servire da monito per tutti noi. La lotta contro l’antisemitismo e ogni forma di odio è una responsabilità collettiva, che richiede l’impegno di ciascuno per costruire una società più giusta e pacifica.