Il Brunello di Montalcino, simbolo di eccellenza del vino italiano, si trova attualmente in una situazione critica a causa dell’imposizione di dazi del 15% sulle esportazioni verso gli Stati Uniti, un mercato fondamentale per il vino made in Italy. Giacomo Bartolommei, presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, ha espresso preoccupazione per le conseguenze di questa misura, che potrebbe mettere a rischio oltre 3 milioni di bottiglie, corrispondenti a circa il 30% delle esportazioni del settore.
La questione dei dazi e il contesto commerciale
I dazi si inseriscono in un contesto di tensioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea, originati da dispute su sussidi e pratiche commerciali. Il settore vinicolo italiano ha già subito un duro colpo a causa di dazi precedenti e ora deve affrontare un ulteriore aggravamento della situazione. Le aziende vinicole, già provate dalla pandemia e dalle difficoltà logistiche, si trovano a dover affrontare un futuro incerto. Bartolommei ha sottolineato la difficoltà di riallocare l’invenduto su altri mercati nel breve periodo, evidenziando la necessità di promuovere nuovi negoziati commerciali, in particolare con il Mercosur, per esplorare nuove opportunità di esportazione.
L’impatto economico dei dazi
L’impatto economico dei dazi non è da sottovalutare. Secondo stime dell’Unione Italiana Vini, i danni complessivi per i produttori italiani potrebbero ammontare a circa 317 milioni di euro nei prossimi 12 mesi. Se il dollaro continua a svalutarsi, il danno potrebbe salire a 460 milioni di euro. I partner commerciali americani avrebbero un mancato guadagno che potrebbe arrivare fino a 1,7 miliardi di dollari. Questi numeri evidenziano l’importanza cruciale del mercato statunitense per l’economia del vino italiano.
Prezzi alle stelle e accessibilità del vino italiano
Lamberto Frescobaldi, presidente dell’Unione Italiana Vini, ha messo in evidenza come il prezzo delle bottiglie italiane sul mercato statunitense sia aumentato drasticamente a causa dei dazi e della svalutazione del dollaro. Ecco un confronto dei prezzi:
- A inizio anno: una bottiglia di vino venduta a 5 euro costava circa 11,5 dollari.
- Con l’applicazione del dazio: il prezzo è salito a quasi 15 dollari, con un aumento percentuale del 186%.
- Nella ristorazione: la stessa bottiglia potrebbe arrivare a costare circa 60 dollari, rendendo l’acquisto del vino italiano sempre meno accessibile per i consumatori americani.
Il segretario generale dell’Unione Italiana Vini, Paolo Castelletti, ha commentato che, sebbene il dazio del 15% sia inferiore all’ipotesi iniziale del 30%, rimane comunque più pesante rispetto alla situazione pre-dazio. Le proiezioni indicano che il 76% delle bottiglie italiane esportate negli Stati Uniti si trova in una “zona rossa”, con un’esposizione sul totale delle spedizioni superiore al 20%.
La comunità vinicola si sta mobilitando per chiedere al governo italiano e all’Unione Europea di adottare misure adeguate per proteggere il settore. La speranza è che i negoziati commerciali possano portare a una soluzione che permetta ai produttori di riprendersi e continuare a prosperare, mantenendo viva la tradizione vinicola italiana e il suo prestigio internazionale.