Come le ondate di calore marino stanno trasformando gli ecosistemi oceanici

Come le ondate di calore marino stanno trasformando gli ecosistemi oceanici

Come le ondate di calore marino stanno trasformando gli ecosistemi oceanici

Matteo Rigamonti

Luglio 29, 2025

Negli ultimi anni, il fenomeno delle ondate di calore marino ha messo a dura prova gli ecosistemi oceanici, portando a conseguenze devastanti per la vita marina e per le attività umane che dipendono da essa, come la pesca. Un recente studio condotto dall’Università di Victoria in Canada ha approfondito le ripercussioni di un’importante ondata di calore marino che ha colpito la costa pacifica del Nord America tra il 2014 e il 2016. I ricercatori hanno esaminato come le temperature anomale—che hanno raggiunto i sei gradi sopra le medie storiche—abbiano alterato profondamente gli ecosistemi marini, con impatti che si propagano a cascata attraverso la catena alimentare.

Impatti devastanti sulle specie marine

L’ondata di calore marino, definita dai ricercatori come un “disturbo ecologico senza precedenti”, ha avuto effetti devastanti su migliaia di chilometri della costa occidentale del Nord America. Samuel Starko, autore principale dello studio, ha commentato che “l’ondata di calore marino ha provocato un disturbo ecologico senza precedenti su migliaia di chilometri della costa occidentale del Nord America”. Analizzando i dati di 331 studi e rapporti governativi, gli scienziati hanno riscontrato che:

  1. 240 specie marine si sono spostate oltre il loro areale geografico tipico.
  2. Molte specie, come il lissodelfino boreale e la lumaca di mare Placida cremoniana, hanno migrato verso nord più che mai, avvistate a oltre 1.000 chilometri dal loro habitat tradizionale.

Le conseguenze di queste migrazioni sono state devastanti. Il declino delle alghe e delle fanerogame marine ha avuto effetti a catena su tutto l’ecosistema. Le stelle marine, ad esempio, hanno registrato tassi di mortalità elevati, con specie come la stella marina girasole (Pycnopodia helianthoides) che hanno rischiato l’estinzione. Questo predatore fondamentale delle coste rocciose ha visto la sua popolazione ridursi drasticamente, alterando l’equilibrio ecologico delle comunità marine.

Conseguenze per la catena alimentare

Anche gli organismi più piccoli, come il plancton, hanno subito le conseguenze delle temperature elevate. Le malattie legate al calore hanno iniziato a diffondersi, contribuendo al collasso di interi ecosistemi. Il pesce foraggio, vitale per la dieta dei predatori marini, ha mostrato una ridotta abbondanza e qualità nutrizionale, il che ha portato a una crisi alimentare per le specie più grandi, come i cetacei e gli uccelli marini.

Le ricadute economiche della crisi ambientale sono state altrettanto gravi. La chiusura di molte attività di pesca, dovuta ai cambiamenti nelle interazioni tra specie e alla diffusione di malattie, ha comportato perdite economiche per centinaia di milioni di dollari. I pescatori hanno dovuto fronteggiare non solo la diminuzione delle catture, ma anche l’incertezza riguardo alla sostenibilità a lungo termine delle loro attività. Questi eventi hanno messo in evidenza la vulnerabilità delle comunità costiere che dipendono dalla pesca per il loro sostentamento, illustrando come il cambiamento climatico non colpisca solo l’ambiente, ma anche l’economia e il modo di vivere delle persone.

La necessità di un approccio integrato

In aggiunta, lo studio ha sottolineato l’importanza di un approccio integrato alla gestione degli oceani, che prenda in considerazione le interazioni tra vari fattori ecologici e sociali. La comprensione delle dinamiche marittime e il monitoraggio continuo delle temperature e delle specie marine sono essenziali per sviluppare strategie di mitigazione efficaci. Inoltre, è fondamentale promuovere la ricerca scientifica per affrontare le sfide future legate al cambiamento climatico, specialmente in un’epoca in cui eventi estremi come le ondate di calore marino potrebbero diventare sempre più frequenti.

La ricerca ha inoltre evidenziato la necessità di politiche più robuste per proteggere gli ecosistemi marini. La creazione di aree marine protette e la regolamentazione delle attività di pesca potrebbero contribuire a garantire la resilienza degli oceani, consentendo alle specie di adattarsi e recuperare dai cambiamenti repentini.

Il fenomeno delle ondate di calore marino è un chiaro avviso delle fragilità degli ecosistemi oceanici e dell’urgenza di agire per mitigarne gli effetti. Con l’aumento delle temperature globali previsto nei prossimi decenni, è fondamentale prepararsi a un futuro in cui la vita negli oceani potrebbe essere drasticamente cambiata. La comunità scientifica continua a monitorare questi sviluppi, sperando che una maggiore consapevolezza e azioni concertate possano contribuire a preservare la biodiversità marina e le attività economiche che ne dipendono.