Giuli al Senato: il cinema italiano ha bisogno di più rigore e meno film fantasma

Giuli al Senato: il cinema italiano ha bisogno di più rigore e meno film fantasma

Giuli al Senato: il cinema italiano ha bisogno di più rigore e meno film fantasma

Giada Liguori

Luglio 30, 2025

Durante un’informativa al Senato, il ministro della Cultura Alessandro Giuli ha delineato una nuova rotta per il cinema italiano, enfatizzando l’importanza di un approccio più rigoroso nella gestione dei fondi pubblici e nel sostegno all’industria cinematografica. Con un investimento di 3,5 milioni di euro per potenziare le attività ispettive e un programma di verifica sul tax credit riguardante 200 opere per un valore complessivo di 350 milioni di euro, Giuli ha introdotto misure che mirano a garantire maggiore trasparenza e responsabilità.

Crescita del sostegno pubblico al cinema

Il ministro ha messo in evidenza la crescita del sostegno pubblico al cinema, che è passato dai 250 milioni di euro del 2016 ai 746 milioni del 2023. Questo aumento, pari a un incremento del 180%, rappresenta una delle più alte percentuali in Europa. Giuli ha assicurato che nel 2025 non ci saranno tagli, mantenendo una dotazione di 696 milioni di euro, confermando così l’impegno del governo per il settore. “Questo governo ha a cuore il mondo del cinema”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza di un settore che continua a mostrare segni di vitalità.

Misure per il tax credit e film fantasma

I numeri parlano chiaro: tra settembre 2024 e luglio 2025, sono state presentate 729 domande di tax credit, con un credito richiesto complessivo di circa 718 milioni di euro. Questo dato dimostra non solo l’interesse per le produzioni nazionali, ma anche la presenza di 31 set attivi in Italia, suggerendo un rinnovato fermento creativo. Con l’introduzione di nuove regole nel 2024, i controlli sui costi diventeranno più stringenti, con sanzioni più severe per i revisori e criteri di accesso al credito d’imposta che richiederanno:

  1. Una copertura finanziaria di almeno il 40% dell’opera
  2. Vincoli contrattuali con distributori o piattaforme

La questione dei “film fantasma”, cioè opere che non ottengono il giusto riconoscimento o finanziamento, è stata affrontata con decisione dal ministro. Giuli ha affermato la necessità di evitare abusi e di garantire che i fondi pubblici siano utilizzati in modo efficace. “Basta con i film fantasma”, ha dichiarato, sottolineando la volontà di riqualificare l’intero settore cinematografico italiano. “Il nostro obiettivo è chiaro: vogliamo un cinema che produca opere di qualità e che rispetti le regole”.

La situazione di Cinecittà e le reazioni politiche

Un altro punto cruciale del discorso di Giuli è stata la situazione di Cinecittà, che dovrebbe diventare il principale hub cinematografico europeo. Grazie ai fondi del PNRR, sono stati completati i lavori su quattro teatri di posa, con l’obiettivo di avere alla fine 25 teatri all’avanguardia, insieme a una nuova piscina per le riprese in acqua e a un set all’aperto per eventi. Questo investimento non solo migliorerà la qualità delle produzioni italiane, ma attirerà anche produzioni internazionali, rendendo Cinecittà un polo di attrazione per il cinema globale.

Tuttavia, le dichiarazioni di Giuli non sono state accolte senza critiche. I rappresentanti del Partito Democratico (Pd) e del Movimento 5 Stelle (M5s) hanno espresso preoccupazioni riguardo alle politiche del governo. Matteo Renzi, senatore di Italia Viva, ha attaccato Giuli, sostenendo che le sue affermazioni fossero distanti dalla realtà e accusandolo di aver ridotto i fondi per la cultura. “L’unico numero vero è che lei ha tagliato la cultura”, ha detto Renzi, evidenziando i tagli alla Carta per il Bonus diciottenni.

L’opposizione ha sottolineato come i dati forniti dal ministro non dimostrino una reale vitalità del settore, ma piuttosto una situazione di stallo che ha caratterizzato l’industria cinematografica. Luca Pirondini del M5s ha parlato di una riforma del tax credit mal scritta e imposta in modo confuso, che ha portato a un blocco delle produzioni. Anche il senatore Francesco Verducci (Pd) ha descritto l’informativa di Giuli come “fuori dalla realtà”, sostenendo che migliaia di lavoratori stiano affrontando una situazione insostenibile.

Dall’altra parte, ci sono state anche voci di sostegno. Roberto Marti, presidente della commissione Cultura del Senato per la Lega, ha elogiato la scelta di incrementare il personale dedicato alle attività di controllo sulle richieste, affermando che maggiore rigore e trasparenza siano fondamentali per il futuro del settore. Giusy Versace di Noi Moderati ha ribadito l’impegno del governo e la fiducia nel settore, sottolineando l’importanza di lavorare insieme per garantire un futuro prospero per il cinema italiano.

In conclusione, la discussione al Senato ha messo in luce non solo le ambizioni del governo per il cinema italiano, ma anche le profonde divisioni politiche e le sfide che il settore deve affrontare per ritrovare una via di crescita e sostenibilità. Giuli, da parte sua, ha ribadito il suo interesse per le maestranze e i precari, affermando che il settore cinematografico deve evolversi per rispondere alle esigenze di un pubblico sempre più esigente e globale.