Carlo D’Attanasio assolto: la libertà dopo quattro anni di battaglie legali e accuse pesanti

Carlo D’Attanasio assolto: la libertà dopo quattro anni di battaglie legali e accuse pesanti

Carlo D’Attanasio assolto: la libertà dopo quattro anni di battaglie legali e accuse pesanti

Matteo Rigamonti

Agosto 1, 2025

Carlo D’Attanasio, il velista originario di Pescara, è finalmente libero dopo un lungo calvario di quattro anni, durante il quale ha dovuto affrontare accuse gravissime di traffico di droga e riciclaggio di denaro. La sua liberazione è stata annunciata dal ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, in una conferenza stampa presso l’unità di crisi della Farnesina. D’Attanasio è stato assolto dalla Corte d’Appello della Papua Nuova Guinea, dove era stato detenuto dal 2020. Attualmente, si trova ricoverato in un ospedale della capitale, Port Moresby, per ricevere cure a causa di un grave tumore al colon.

Il sogno di avventura di D’Attanasio

La storia di D’Attanasio è segnata da un sogno di avventura e libertà, che si è trasformato in un incubo. Nel 2018, il velista intraprese un ambizioso progetto: circumnavigare il mondo in solitaria a bordo della sua barca a vela. Dopo aver navigato attraverso oceani e mari, giunse in Papua Nuova Guinea nel marzo 2020. Qui, decise di fermarsi per riposarsi e pianificare il prosieguo del suo viaggio. Tuttavia, il suo soggiorno sull’isola si trasformò rapidamente in una serie di eventi drammatici.

  1. Nel maggio 2020, un aereo da turismo si schiantò sull’isola.
  2. Durante le operazioni di soccorso, le autorità locali trovarono 28 borsoni contenenti 611 chili di cocaina, il cui valore di mercato è stimato in oltre 46 milioni di euro.
  3. Due giorni dopo, D’Attanasio fu arrestato con l’accusa di essere coinvolto nel traffico di quella droga.

Le autorità papuane lo accusarono di voler utilizzare il suo viaggio per traffici illeciti, un’accusa che D’Attanasio ha sempre negato.

Le accuse e la complessità del caso

Le accuse mosse nei suoi confronti si sono evolute nel tempo, passando da traffico di stupefacenti a terrorismo internazionale e, infine, a riciclaggio di denaro. Questo cambiamento di imputazione ha reso la situazione giuridica di D’Attanasio ancora più complessa. Gli avvocati difensori hanno contestato con decisione la condanna definitiva emessa il 30 dicembre 2023, sostenendo che le prove presentate in aula non fossero sufficienti a dimostrare la colpevolezza del loro assistito.

Il caso ha suscitato un notevole interesse mediatico in Italia e all’estero, non soltanto per la gravità delle accuse, ma anche per la storia personale di D’Attanasio e il suo sogno di avventura. La comunità dei velisti e degli amanti del mare ha seguito con apprensione la vicenda, esprimendo solidarietà per un uomo che, secondo molti, era stato ingiustamente accusato.

Riflessioni sulla giustizia internazionale

La liberazione di D’Attanasio rappresenta un momento di giubilo, ma anche di riflessione sulle ingiustizie che possono colpire chi, come lui, si trova in situazioni legali complicate in paesi stranieri. La sua storia mette in luce le problematiche legate alla giustizia internazionale e alla cooperazione tra i vari sistemi giuridici, evidenziando come spesso le leggi siano diverse da nazione a nazione.

Sebbene D’Attanasio sia stato assolto, le cicatrici lasciate da questa esperienza rimarranno. La sua salute è gravemente compromessa a causa del tumore al colon, una condizione che ha reso la sua detenzione ancora più difficile. La speranza è che, una volta ristabilito, possa tornare a vivere la vita che ha sempre desiderato, continuando a navigare e a esplorare il mondo.

Nel frattempo, il governo italiano ha avviato le procedure necessarie per garantire il rientro di D’Attanasio in patria. La Farnesina ha messo in campo tutte le risorse necessarie per supportare il velista durante questo difficile momento, assicurando che riceva le cure mediche di cui ha bisogno.

Il caso di Carlo D’Attanasio è emblematico di come un sogno di libertà possa trasformarsi in un incubo e di come la lotta per la giustizia possa essere lunga e ardua. La sua liberazione è un segnale di speranza per tutti coloro che si trovano in situazioni analoghe e un monito per le autorità a garantire che i diritti umani siano sempre rispettati, indipendentemente dalle circostanze.