Carlo D’Attanasio chiede aiuto al governo dopo la scoperta del tumore durante gli scioperi della fame

Carlo D’Attanasio chiede aiuto al governo dopo la scoperta del tumore durante gli scioperi della fame

Carlo D’Attanasio chiede aiuto al governo dopo la scoperta del tumore durante gli scioperi della fame

Matteo Rigamonti

Agosto 2, 2025

Carlo D’Attanasio, un velista originario di Pescara, ha lanciato un appello disperato al governo italiano, chiedendo assistenza per il suo rimpatrio dopo cinque anni di detenzione in Papua Nuova Guinea. Durante questo lungo periodo, ha affrontato non solo la privazione della libertà, ma anche una grave battaglia contro una malattia oncologica. Liberato mercoledì scorso, D’Attanasio si trova attualmente in condizioni di salute molto preoccupanti, tanto da non poter tornare in Italia con un volo commerciale.

La grave situazione medica di D’Attanasio

Attualmente ricoverato in un ospedale pubblico a Port Moresby, ha rivelato di essere affetto da un tumore al quarto stadio. Questa situazione lo costringe a richiedere un tipo di trasporto sanitario specifico, piuttosto che un normale volo di linea. «Spero che il governo possa organizzare un rientro adeguato alle mie condizioni di salute, nel più breve tempo possibile. Tornare con un aereo di linea per me è complicato», ha dichiarato in un video-appello.

Le sue parole evidenziano le sfide che sta affrontando:

  1. Impossibilità di volare su un aereo di linea a causa di stomie da sostituire e iniezioni per la terapia del dolore.
  2. Difficoltà logistiche legate a un viaggio lungo e complesso.
  3. Necessità di cure mediche immediate che non possono essere fornite durante un volo commerciale.

La lotta per l’assistenza medica

La scoperta della sua malattia è avvenuta in un contesto di grande difficoltà. D’Attanasio ha lottato per oltre due anni per ricevere un’adeguata assistenza medica, chiedendo ripetutamente di essere visitato in ospedale. Ha raccontato di aver fatto tredici proteste della fame per ottenere le cure necessarie. Solo dopo queste drammatiche manifestazioni di protesta è riuscito a ottenere gli accertamenti che hanno confermato la presenza del tumore.

Il suo racconto è pervaso da momenti di intensa sofferenza: «Sono stati momenti durissimi. Ho rischiato la vita più di una volta, ma non avevo alternative». La sua battaglia non è stata solo per la propria vita, ma anche per il diritto a ricevere cure adeguate e tempestive, un diritto che dovrebbe essere garantito a ogni individuo.

Riconoscimenti e richiesta di aiuto

Nonostante le difficoltà, D’Attanasio ha voluto esprimere la sua gratitudine a coloro che lo hanno sostenuto durante la sua detenzione. Ha ringraziato in particolare l’ambasciata italiana, che ha svolto un ruolo cruciale nel fornire supporto, specialmente per le spese sanitarie. Ha anche menzionato l’importanza del supporto ricevuto dalla Farnesina e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani.

D’Attanasio ha riservato parole di riconoscimento per il dottor Reginaldo Melis, un medico italiano che ha fornito assistenza durante la sua detenzione, e per l’avvocato Mario Antinucci, che lo ha supportato legalmente. Questi supporti sono stati determinanti per la sua sopravvivenza in un periodo così drammatico.

Ora, la sua richiesta di rimpatrio sanitario è motivata dalla necessità urgente di ricevere cure oncologiche adeguate in Italia. «Chiedo quindi al governo un ultimo aiuto, per permettermi di tornare in Italia e ricevere cure adeguate», ha dichiarato, mettendo in evidenza la precarietà della sua situazione.

La storia di Carlo D’Attanasio è un richiamo all’attenzione sulla condizione dei cittadini italiani all’estero, specialmente quelli in situazioni di vulnerabilità. È un promemoria della fragilità della vita e dell’importanza di un sistema di supporto che non abbandoni mai chi si trova in difficoltà. La sua vicenda rappresenta una lotta per la dignità e il diritto alla salute, diritti fondamentali che dovrebbero essere garantiti a tutti, indipendentemente dalla loro posizione geografica o dalle circostanze in cui si trovano.