Negli ultimi giorni, la questione delle banche e dei loro utili è tornata a occupare le prime pagine della cronaca politica italiana, rivelando le tensioni all’interno della maggioranza di governo. Come già accaduto in passato, durante i mesi estivi riemerge l’idea di un prelievo fiscale sugli utili delle banche, un tema che divide nettamente i partner di governo. Durante un evento alla festa della Lega a Cervia, il vice premier Matteo Salvini ha rilanciato la proposta definendola un “contributo volontario e spontaneo”. Tuttavia, le reazioni non sono tardate ad arrivare e il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha prontamente stoppato l’ipotesi.
le dichiarazioni di tajani
Tajani, leader di Forza Italia, ha dichiarato: “Non è con le minacce di tasse che si ottengono le cose. È necessario parlare e confrontarsi. Le banche devono fare la loro parte, ma non possono essere indicate come il nemico pubblico numero uno”. Il suo intervento evidenzia le profondità del dissenso tra gli alleati di governo, con Tajani che ha sottolineato la necessità di un approccio più costruttivo.
il contesto delle tasse sugli extraprofitti
Questa non è la prima volta che la questione delle tasse sugli extraprofitti delle banche emerge nel dibattito politico italiano. Già due anni fa, e anche lo scorso anno, l’idea di una tassa simile era stata proposta, ma era rapidamente svanita a causa delle diverse posizioni all’interno del governo. Nel agosto 2022, per esempio, l’ipotesi si era arenata a causa delle opposizioni, inclusa quella della Banca Centrale Europea (BCE), che aveva spinto verso soluzioni alternative, come gli accantonamenti di capitale. Nello stesso periodo, gli istituti di credito avevano accettato di rinviare le deduzioni fiscali su DTA (Deferred Tax Assets) e stock option per un valore complessivo di 2,5 miliardi di euro.
divergenze tra lega e forza italia
Le divergenze tra Lega e Forza Italia non si limitano solo alla questione della tassazione. Tajani ha espresso dubbi anche sull’uso del golden power da parte del Ministero dell’Economia, guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti, in merito a interventi su operazioni di mercato come quella riguardante Banco BPM e Unicredit. La Lega, tuttavia, non sembra intenzionata a retrocedere. In una nota ufficiale, ha ribadito la propria posizione, chiedendo che le banche “cedano parte dei guadagni per la rottamazione” fiscale, un tema di forte rilevanza, considerando che milioni di italiani si trovano in difficoltà a causa di cartelle esattoriali e debiti pregressi.
Intanto, il panorama bancario italiano continua a evolversi. Le ultime settimane hanno visto le maggiori istituzioni bancarie del Paese annunciare risultati semestrali record. Intesa Sanpaolo e Unicredit, ad esempio, hanno registrato insieme un utile di 11 miliardi di euro, evidenziando la loro solidità nonostante le incertezze del contesto macroeconomico. Tra martedì e mercoledì, altre banche come Bper, Popolare di Sondrio, Banco BPM e Monte dei Paschi di Siena presenteranno i loro risultati, mentre l’attenzione si sposta già sul terzo trimestre, in un contesto caratterizzato da preoccupazioni per i dazi e le tensioni geopolitiche.
In questo clima di incertezze, l’ipotesi di nuove tasse o contributi ha avuto un impatto immediato sui mercati, con i titoli bancari che hanno subito un ulteriore ribasso. La situazione è ulteriormente complicata dalle manovre di consolidamento nel settore, dove Bper è attualmente l’unica banca di medio-grande dimensione ad aver completato una propria operazione di acquisizione, quella sulla Popolare di Sondrio. Questa operazione, originariamente avviata come una offerta pubblica di scambio (OPS), è stata trasformata in una offerta pubblica di acquisto (OPAS), segnando un passo significativo per la banca emiliana.
La crescita di Bper si inserisce nel contesto di un settore bancario in continua evoluzione, con la banca che si afferma come un “terzo polo” significativo, grazie anche alle acquisizioni di Unipol Banca e delle filiali di Ubi e Carige. Con l’acquisizione della Popolare di Sondrio, Bper diventa il primo istituto per numero di filiali in Lombardia, una regione cruciale per l’economia italiana.
Nel contempo, Banco BPM, dopo aver scampato un’offerta da Unicredit, sta cercando di rimanere competitiva nel mercato, con l’AD Giuseppe Castagna che ha affermato che il consolidamento del settore “non potrà prescindere” dalla banca. Attualmente, ci sono speculazioni su possibili alleanze strategiche, con gli occhi puntati su MPS, che ha in corso un’operazione su Mediobanca. La situazione è resa ancora più complessa dall’interesse di Credit Agricole, che detiene una quota significativa di MPS e potrebbe decidere di non partecipare attivamente a ulteriori fusioni e acquisizioni.
La situazione attuale, dunque, è caratterizzata da un mix di opportunità e sfide, dove le tensioni politiche si intrecciano con le dinamiche del mercato bancario, creando un contesto di grande interesse e incertezza per il futuro del settore in Italia.