Stellantis, il colosso automobilistico nato dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e Peugeot S.A., ha recentemente annunciato una nuova fermata produttiva per il suo stabilimento Cassino Plant, situato nel Lazio. Questo periodo di inattività, che si estenderà dal 18 al 29 agosto, coinvolgerà i reparti di Montaggio, Lastratura e Verniciatura. La decisione è stata presa a causa di volumi insufficienti di ordini per i modelli Alfa Romeo Giulia, Stelvio e Maserati Grecale, tutti prodotti nello stabilimento di Cassino.
La situazione del Cassino Plant
Inaugurato nel 1972, il Cassino Plant ha visto una continua evoluzione, ma attualmente fatica a raggiungere i target produttivi. La domanda fluttuante e la transizione verso una mobilità più sostenibile hanno messo sotto pressione gli stabilimenti europei, in particolare quelli italiani. Questa fermata non è solo una questione di numeri; rappresenta un segnale preoccupante sulle strategie future di Stellantis in un mercato automobilistico in rapida evoluzione.
Il segretario della Uilm – Uil, Gennaro D’Avino, ha espresso il proprio disappunto riguardo a questa situazione. Ha dichiarato: “Non possiamo continuare ad accettare un modello in cui i lavoratori diventano variabili di aggiustamento senza nessuna garanzia concreta”. La richiesta di un tavolo di confronto nazionale specifico su Cassino è diventata una necessità urgente. I sindacati chiedono chiarezza sui modelli da sviluppare sulla piattaforma totalmente elettrica STLA Large, che rappresenta una delle chiavi per il futuro dell’azienda.
La transizione verso i veicoli elettrici
La questione della transizione verso i veicoli elettrici è cruciale per Stellantis, che ha annunciato piani ambiziosi per ampliare la propria offerta di modelli elettrici. Tuttavia, l’incertezza riguardo ai programmi di produzione e agli investimenti necessari ha generato preoccupazioni tra i lavoratori e i sindacati. D’Avino ha aggiunto: “Chiediamo rispetto per chi lavora, per chi ha subito ore di inattività senza una sola parola di verità da parte dell’azienda”.
Attualmente, il Cassino Plant impiega circa 2.500 lavoratori, operanti su un unico turno giornaliero. Questa situazione di inattività influisce sul morale dei dipendenti e solleva interrogativi sul futuro occupazionale e sulla stabilità economica della regione. La provincia di Frosinone ha già vissuto momenti difficili a causa della crisi del settore automobilistico, rendendo la continuità produttiva fondamentale non solo per gli operai, ma anche per l’economia locale.
L’importanza del supporto governativo
Il governo italiano ha mostrato interesse nella questione, sottolineando l’importanza di mantenere la produzione di veicoli nel paese, specialmente in un momento di sfide significative legate alla transizione ecologica. Le politiche di sostegno e incentivazione per l’industria automobilistica sono state al centro del dibattito pubblico, con l’obiettivo di garantire che l’Italia rimanga competitiva nel mercato europeo.
È essenziale che Stellantis presenti un piano industriale serio e coerente, con volumi di produzione sostenibili e investimenti mirati. La mancanza di un piano chiaro ha lasciato i lavoratori in uno stato di incertezza, alimentando il malcontento tra le maestranze. I sindacati stanno facendo pressione affinché l’azienda si impegni a comunicare in modo trasparente riguardo alle sue strategie future e alle garanzie occupazionali.
La situazione di stallo produttivo a Cassino non è un caso isolato. Diverse fabbriche europee di Stellantis stanno affrontando problemi simili, legati sia alla domanda di mercato che alla transizione verso un futuro più sostenibile. Questa questione rappresenta una sfida più ampia per l’intero gruppo Stellantis e per l’industria automobilistica europea.
Con l’avvicinarsi della fine di agosto, le aspettative sono alte. I lavoratori di Cassino e i sindacati sperano che la pausa produttiva possa portare a un confronto costruttivo e a un futuro più promettente per lo stabilimento. La situazione attuale, segnata da incertezze e preoccupazioni, richiede un’attenzione urgente da parte di tutte le parti coinvolte, per garantire non solo la continuità della produzione, ma anche il benessere dei lavoratori e della comunità che da essa dipende.