Caso Ramy: indagini chiuse per i carabinieri, accuse di coercizione su un testimone chiave

Caso Ramy: indagini chiuse per i carabinieri, accuse di coercizione su un testimone chiave

Caso Ramy: indagini chiuse per i carabinieri, accuse di coercizione su un testimone chiave

Matteo Rigamonti

Agosto 6, 2025

La Procura di Milano ha ufficialmente concluso le indagini sui quattro carabinieri coinvolti nella tragica morte di Ramy Elgaml, un giovane di soli 19 anni, deceduto il 24 novembre 2024 durante un inseguimento con una pattuglia dell’Arma nel quartiere di Corvetto, a sud-est di Milano. Questo episodio ha profondamente scosso la comunità e ha sollevato interrogativi sulla condotta delle forze dell’ordine.

Ramy, di origini egiziane, si trovava in sella al suo scooter insieme all’amico Fares Bouzidi quando è avvenuto l’incidente. Secondo le ricostruzioni, il giovane ha perso il controllo del veicolo dopo essere stato inseguito da una gazzella dei carabinieri. Le circostanze della sua morte hanno immediatamente acceso un ampio dibattito pubblico, portando alla richiesta di chiarimenti sulla dinamica degli eventi che hanno portato a questo tragico epilogo.

Indagini e accuse di depistaggio

Le indagini hanno rivelato che i quattro carabinieri sono accusati di depistaggio. L’ipotesi formulata dalla Procura è che due di questi militari abbiano fornito dichiarazioni false o fuorvianti nelle fasi iniziali dell’inchiesta, cercando di modificare la ricostruzione dei fatti. In particolare, i pm ritengono che ci sia stata un’alterazione nella raccolta delle evidenze, specialmente in relazione a un video che documentava l’incidente. Questo video, ripreso da un testimone, sarebbe stato costretto a cancellare dai due carabinieri accusati.

Il legale di uno dei carabinieri indagati, l’avvocato Piero Porciani, ha espresso sconcerto per la decisione della Procura di procedere nonostante una perizia tecnica che colloca i due militari a una distanza di 290 metri dal luogo dell’impatto. “Abbiamo dimostrato che i nostri assistiti non erano presenti sul posto al momento dell’incidente, eppure i pm hanno deciso di andare avanti con l’ipotesi di reato”, ha dichiarato Porciani. Questo aspetto solleva interrogativi sulla validità delle prove raccolte e sulla possibilità di un effettivo coinvolgimento dei carabinieri nell’incidente.

Reazioni della comunità e richieste di giustizia

La morte di Ramy Elgaml ha avuto un impatto significativo sulla comunità milanese, dando vita a proteste e richieste di giustizia. Le organizzazioni e gli attivisti hanno chiesto una revisione delle procedure operative delle forze dell’ordine, evidenziando la necessità di garantire trasparenza e responsabilità nelle azioni della polizia. Il giovane era ben voluto nella sua comunità e la sua tragica morte ha toccato i cuori di molti, portando a una crescente pressione affinché le autorità facciano chiarezza sui fatti.

Prospettive future e impatto sul dibattito nazionale

L’ipotesi di omicidio colposo era inizialmente l’accusa principale, ma man mano che le indagini si sono sviluppate, le autorità hanno ampliato il fascicolo, includendo anche altre ipotesi di reato. La chiusura dell’inchiesta per depistaggio ora apre la strada a una possibile richiesta di rinvio a giudizio per i carabinieri coinvolti. Gli avvocati della difesa avranno venti giorni di tempo per presentare le memorie difensive o chiedere un interrogatorio. È probabile che ulteriori sviluppi emergano nelle prossime settimane, mentre ci si avvicina al processo.

Questo caso mette in evidenza le complessità delle relazioni tra le forze dell’ordine e i cittadini, specialmente in situazioni di emergenza e conflitto. La fiducia nel sistema di giustizia è stata messa alla prova, e la comunità attende con ansia sviluppi che possano portare a una maggiore responsabilità e trasparenza da parte delle istituzioni.

In un contesto più ampio, il caso di Ramy si inserisce in un dibattito nazionale sull’uso della forza da parte delle forze dell’ordine, la gestione degli inseguimenti e il trattamento dei cittadini. Le questioni di razzismo e discriminazione sono emerse anche in questo caso, alimentando ulteriori discussioni su come le minoranze etniche vengano trattate dalle autorità.

Il caso ha attirato anche l’attenzione dei media nazionali e internazionali, che hanno seguito da vicino gli sviluppi delle indagini e le reazioni della comunità. Le famiglie delle vittime di incidenti simili hanno espresso solidarietà alla famiglia di Ramy, sottolineando l’importanza di una giustizia equa e di una revisione delle pratiche di polizia.

Con l’inchiesta chiusa e le accuse formulate, ci si attende di vedere come si svilupperà il processo e quali misure verranno adottate per garantire che incidenti simili non si ripetano in futuro. La morte di Ramy Elgaml rimane una ferita aperta per molti, e la richiesta di giustizia continua a risuonare nelle strade di Milano e oltre.