Negli ultimi dieci anni, la caldera dei Campi Flegrei, situata nella regione campana, ha attirato l’attenzione della comunità scientifica internazionale a causa dell’aumento dell’attività sismica e vulcanica. Un gruppo di ricerca internazionale, composto da esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), dell’Università di Pisa e del Centro Helmholtz per le Geoscienze di Potsdam in Germania, ha recentemente pubblicato uno studio approfondito su questo tema sulla rivista Communications Earth & Environment.
Lo studio si è concentrato sulle dinamiche sismiche e vulcano-tettoniche che hanno caratterizzato l’area dei Campi Flegrei dal 2013 al 2023. Questo periodo è stato segnato da un incremento dei terremoti, con magnitudo crescente, e da un significativo sollevamento del suolo, che ha raggiunto i 140 centimetri entro il 30 giugno 2023. Questi fenomeni sono il risultato di processi geologici complessi che avvengono sotto la superficie della caldera, la quale è considerata una delle aree vulcaniche più attive e pericolose d’Europa.
Analisi dei segnali sismici
L’analisi condotta dai ricercatori ha combinato dati relativi ai terremoti con studi sulla sorgente sismica e la somiglianza delle forme d’onda sismiche. In particolare, si è prestata attenzione ai segnali di lunghissimo periodo, noti come Vlp (Very Long Period), che si manifestano in risposta ai terremoti vulcano-tettonici. Questi segnali, identificati per la prima volta nell’area dei Campi Flegrei, sono interpretati come la risonanza di fratture riempite di fluidi che collegano la sorgente di deformazione profonda con le fumarole in superficie, come quelle della Solfatara, un’area di emissione di CO2 molto attiva.
Giacomo Rapagnani, ricercatore dell’Università di Pisa e dell’INGV, ha spiegato che i segnali Vlp possono fornire indizi significativi sulla dinamica interna della caldera. “I dati suggeriscono che la geometria e le condizioni della sorgente risonante sono rimaste piuttosto stabili nel tempo e non vi sono chiare indicazioni di cambiamenti sostanziali nelle proprietà fisiche dei fluidi che sostengono la risonanza”, ha affermato Rapagnani. Queste informazioni sono fondamentali per tracciare l’evoluzione futura del sistema vulcanico e per comprendere meglio i processi che lo governano.
Rischi e monitoraggio
L’area dei Campi Flegrei è caratterizzata da un’ampia varietà di fenomeni geologici, tra cui fumarole, sorgenti termali e laghi di fango, dovuti all’attività vulcanica e alla presenza di fluidi caldi sotto la superficie. La caldera è il risultato di una serie di esplosioni vulcaniche avvenute nel corso dei millenni, con l’ultima eruzione significativa che risale al 1538, quando si formò il Monte Nuovo. Tuttavia, il rischio di una nuova eruzione è un argomento di grande preoccupazione per gli scienziati e le autorità locali, data la densità di popolazione che circonda la caldera.
L’importanza di monitorare costantemente l’attività sismica e vulcanica della caldera dei Campi Flegrei è sottolineata non solo dai recenti risultati di ricerca, ma anche dalla storia della regione. Negli ultimi decenni, l’area ha registrato un incremento di eventi sismici, che hanno allarmato la popolazione e spinto gli esperti a intensificare le attività di sorveglianza. L’INGV ha attivato una rete di monitoraggio sismico e geodetico che permette di raccogliere dati in tempo reale e di analizzare i cambiamenti nel comportamento della caldera.
Implicazioni per la sicurezza
La ricerca sui Campi Flegrei non è solo di interesse scientifico, ma ha anche implicazioni significative per la sicurezza della popolazione locale. Le autorità hanno messo in atto piani di emergenza e strategie di evacuazione nel caso in cui si verificassero eventi catastrofici. Inoltre, la comunicazione tra scienziati e cittadini è cruciale per garantire che la popolazione sia informata e preparata a fronteggiare eventuali emergenze.
Infine, la caldera dei Campi Flegrei rappresenta un laboratorio naturale unico per lo studio dei processi vulcanici e sismici. Le nuove scoperte riguardanti i segnali Vlp e le dinamiche interne della caldera possono contribuire a migliorare le conoscenze non solo sui Campi Flegrei, ma anche su altre aree vulcaniche nel mondo. La continua ricerca scientifica in questa regione non solo arricchisce il nostro sapere, ma è anche essenziale per sviluppare strategie di mitigazione del rischio e per proteggere le comunità che vivono in prossimità di questo affascinante, ma potenzialmente pericoloso, sistema vulcanico.