L’emergenza sanitaria legata al botulismo ha colpito duramente la Calabria, portando alla luce gravi questioni riguardanti la sicurezza alimentare. La Procura di Paola ha avviato un’inchiesta che coinvolge due medici dopo la tragica morte di due clienti di un food truck. Le vittime, Luigi Di Sarno, 37 anni, di Cercola (Napoli), e Tamara D’Acunto, 45 anni, di Diamante, sono decedute a distanza di poco tempo l’una dall’altra, sollevando interrogativi su come siano state gestite le loro condizioni mediche e sulle pratiche di somministrazione degli alimenti.
Indagini in corso
Secondo fonti investigative, l’iscrizione nel registro degli indagati per i due medici è un atto dovuto che consente l’esecuzione delle autopsie, fissate per il 12 agosto. La salma di Di Sarno sarà esaminata presso l’ospedale San Giovanni di Lagonegro, mentre per D’Acunto è prevista anche la riesumazione dal cimitero di Cirella, dove era stata sepolta il 7 agosto. Questi passaggi sono fondamentali per stabilire eventuali responsabilità e per comprendere meglio le cause delle morti.
Le indagini si muovono su due fronti principali:
Gestione del food truck: Gli inquirenti stanno analizzando la responsabilità legata alla gestione e alla somministrazione degli alimenti del food truck di Diamante, indicato come probabile fonte delle intossicazioni. I primi test condotti dall’Asp di Cosenza hanno confermato la presenza di botulino negli alimenti, ma restano da chiarire le modalità di conservazione e servizio. L’analisi dei campioni prelevati è attesa per il 13 agosto presso l’Istituto Superiore di Sanità.
Operato dei medici: Di Sarno, dopo aver accusato un malore dopo aver consumato un panino con salsiccia e cime di rapa, si era recato in una clinica privata di Belvedere Marittimo. Qui gli era stato consigliato di trasferirsi in una struttura più attrezzata. Tuttavia, durante il viaggio verso Campania, le sue condizioni sono peggiorate, e, nonostante l’intervento di un’eliambulanza, è deceduto prima di arrivare all’ospedale di Lagonegro.
Aumento dei casi di intossicazione
La situazione di Tamara D’Acunto è simile. Anche lei aveva mangiato lo stesso panino e si era recata nella stessa clinica. Tuttavia, nonostante il suo stato critico, non è stata sottoposta a interventi salvavita e ha perso la vita il 6 agosto. Attualmente, l’inchiesta vede tre indagati per omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive.
Oltre ai decessi, il numero dei sospetti intossicati continua a crescere. La Procura ha identificato 18 parti offese, incluse le due vittime e 16 persone che hanno mostrato sintomi di intossicazione. Di queste, 12 sono attualmente ricoverate nell’ospedale di Cosenza, con nove in terapia intensiva e tre in reparti ordinari. Tra i pazienti, sei hanno già ricevuto il siero antibotulinico, un trattamento fondamentale per contrastare gli effetti del botulismo, una malattia potenzialmente mortale.
Sicurezza alimentare e responsabilità
Il food truck, che ha attirato la clientela locale e turistica per le sue proposte gastronomiche, è stato posto sotto sequestro. Gli investigatori stanno lavorando per cristallizzare il collegamento tra l’attività del venditore ambulante e l’episodio di intossicazione, ma rimangono da definire le responsabilità penali e le eventuali omissioni in ambito sanitario. L’attenzione si concentra anche su come sono stati gestiti i casi delle vittime nei momenti critici, quando il loro stato di salute si è deteriorato rapidamente.
Il botulismo è una malattia rara, ma altamente grave, causata dalla tossina prodotta dal batterio Clostridium botulinum, che può svilupparsi in condizioni di conservazione inadeguate degli alimenti. È essenziale che i protocolli di sicurezza alimentare siano rigorosamente seguiti non solo dai produttori e dai venditori, ma anche da tutte le strutture sanitarie coinvolte nella diagnosi e nel trattamento delle intossicazioni alimentari.
La comunità locale è in stato di allerta mentre le autorità sanitarie continuano a indagare e a fornire aggiornamenti sulla situazione. Il caso ha riacceso il dibattito sull’importanza della sicurezza alimentare e della responsabilità dei venditori ambulanti, in particolare in un periodo estivo in cui il consumo di cibo da strada aumenta notevolmente. La speranza è che attraverso queste indagini si possano prevenire futuri casi simili e garantire la salute pubblica.