Cuochi introvabili: il paradosso del turismo che cresce ma fatica a trovare personale

Cuochi introvabili: il paradosso del turismo che cresce ma fatica a trovare personale

Cuochi introvabili: il paradosso del turismo che cresce ma fatica a trovare personale

Matteo Rigamonti

Agosto 10, 2025

Il settore del turismo in Italia continua a rivelarsi un pilastro fondamentale per l’economia nazionale, contribuendo in modo significativo alla crescita occupazionale. Secondo l’analisi della Fondazione Studi consulenti del lavoro, il numero degli addetti ha superato la soglia di 1,5 milioni nel 2024, registrando un aumento del 2,1% rispetto all’anno precedente e un impressionante +21,5% rispetto al 2014. Tuttavia, dietro questi numeri incoraggianti si nasconde un paradosso preoccupante: il settore sta fronteggiando una crisi di reperibilità di personale qualificato, con picchi di introvabilità mai visti prima.

L’aumento dei profili difficili da reperire

La situazione è particolarmente allarmante se si considera che, confrontando i dati attuali con quelli del 2019, il numero di profili professionali difficili da reperire è triplicato, passando da 210.000 (24,6%) a ben 604.000 (51,8%). Questo fenomeno colpisce in modo particolare le aziende del Centro-Nord Italia, dove la carenza di personale specializzato è più accentuata. Tra i profili più difficili da trovare ci sono:

  1. Cuochi (61,7% di introvabilità)
  2. Pasticcieri e gelatai (59,8%)
  3. Camerieri (54,7%)
  4. Baristi (50,6%)
  5. Tecnici della produzione e preparazione alimentare (76,4%)

Le regioni più colpite

Le regioni più colpite da questa crisi di reperibilità includono:

  • Molise: 66,6% di profili introvabili
  • Umbria: 61,1%
  • Trentino Alto Adige: 58,4%
  • Lazio: 58,1%
  • Piemonte e Val D’Aosta: 55,7%

È evidente che la crescita della domanda di figure professionali nel settore ricettivo e ristorativo non è stata accompagnata da un adeguato sviluppo dell’offerta formativa.

Cause della crisi di reperibilità

Le ragioni di questa crisi sono molteplici e includono l’assenza di percorsi formativi adeguati per generare personale qualificato in numero sufficiente. Inoltre, la stagionalità del lavoro nel turismo e l’intensità richiesta in determinati periodi dell’anno rappresentano ulteriori ostacoli per le aziende. Questi fattori strutturali rendono la situazione complessa e richiedono interventi mirati per invertire la tendenza.

Tuttavia, ci sono anche segnali positivi: la domanda di lavoratori con una qualifica di formazione professionale è aumentata, passando dal 43,2% del totale delle assunzioni previste nel 2019 al 51,7% nel 2024. Questo dato potrebbe indicare una lenta evoluzione verso un mercato del lavoro più qualificato.

Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, ha commentato che “il turismo rappresenta un volano per l’economia del nostro Paese, ma non possiamo ignorare l’altra faccia della medaglia: la difficoltà crescente nel trovare lavoratori qualificati rischia di trasformarsi in un’emergenza strutturale”. Queste parole evidenziano l’urgenza di affrontare in modo proattivo la questione del reperimento delle competenze, investendo nella formazione e aumentando il numero di Istituti Tecnici Superiori (ITS) dedicati a formare professionisti del settore.

In questo contesto, è fondamentale che le istituzioni e le aziende collaborino per sviluppare programmi di formazione che rispondano alle reali esigenze del mercato. Creare sinergie tra scuole, università e imprese è essenziale per garantire che i giovani siano preparati per entrare nel mondo del lavoro. Inoltre, promuovere una cultura dell’istruzione e della formazione continua è cruciale per attrarre e mantenere talenti nel settore.

L’aumento della digitalizzazione e dell’innovazione tecnologica nel turismo offre nuove opportunità per migliorare l’efficienza dei servizi e attrarre una clientela sempre più esigente. Le aziende che sapranno adattarsi a questi cambiamenti, investendo nella formazione del proprio personale e nell’implementazione di tecnologie avanzate, avranno maggiori possibilità di emergere in un mercato competitivo.

In conclusione, il settore del turismo non è solo un’importante fonte di occupazione, ma rappresenta anche un elemento chiave per il benessere economico e sociale del Paese. Affrontare la questione della formazione e del reperimento di personale qualificato diventa quindi una priorità imprescindibile per garantire un futuro sostenibile e prospero per il turismo italiano.