Conte a Crosetto: le parole senza azioni perdono di significato

Conte a Crosetto: le parole senza azioni perdono di significato

Conte a Crosetto: le parole senza azioni perdono di significato

Matteo Rigamonti

Agosto 11, 2025

Le recenti dichiarazioni di Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, hanno riacceso il dibattito sulla posizione del governo italiano riguardo alla crisi in Medio Oriente, con particolare attenzione alla situazione in Palestina. In un post su Facebook, Conte ha risposto all’intervista rilasciata dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, a La Stampa, dove il ministro ha riconosciuto che il governo di Israele ha “perso ragione e umanità”. Tuttavia, le parole di Conte non lasciano spazio a dubbi: “Le parole senza comportamenti conseguenti valgono poco. E di certo non bastano a ripulirsi la coscienza”.

Questa affermazione risuona forte nel contesto attuale, in cui il conflitto israelo-palestinese è tornato a occupare le prime pagine dei giornali. Negli ultimi anni, la situazione è diventata sempre più tragica, con un numero crescente di vittime palestinesi, tra cui donne e bambini. Secondo fonti internazionali, oltre 60.000 palestinesi sono stati uccisi, un dato che sottolinea l’urgenza di una risposta internazionale e, in particolare, da parte dei governi europei.

la critica di conte al governo italiano

Nel suo intervento, Conte ha messo in evidenza l’inattività del governo italiano di fronte a questa crisi umanitaria. “Dopo 22 mesi – ha sottolineato – Crosetto scopre che il Governo ‘amico’ di Netanyahu ha perso la bussola”. La critica di Conte non è rivolta solo a Crosetto, ma si estende a tutta l’amministrazione Meloni, accusata di mantenere un silenzio complice di fronte a ciò che viene definito un genocidio.

La reazione di Conte è in linea con le posizioni storiche del Movimento 5 Stelle, che ha sempre cercato di posizionarsi come paladino dei diritti umani e della giustizia sociale. L’ex presidente del Consiglio ha chiesto misure concrete, invitando il governo a prendere le distanze dalle azioni di Netanyahu. “Invito Meloni a esprimersi chiaramente e a prendere le distanze dalle azioni del suo amico Netanyahu”, ha detto Conte, sottolineando l’importanza di una posizione chiara e decisa dell’Italia su questa questione.

richieste di azioni concrete

Le richieste di Conte non si fermano a una semplice condanna verbale. Ha esortato Crosetto a dimostrare il proprio pentimento per il sostegno politico e militare fornito a Israele fino ad ora. Ecco alcune delle sue proposte:

  1. Strappare il memorandum per la cooperazione militare tuttora in corso.
  2. Rivedere gli accordi di cooperazione tra Italia e Israele.
  3. Adottare sanzioni economiche contro il governo israeliano.
  4. Imporre un embargo totale sulle forniture militari.

Queste affermazioni mettono in evidenza un punto cruciale: l’inefficacia delle parole senza azioni concrete. In un contesto in cui il mondo sta assistendo a una delle crisi umanitarie più gravi degli ultimi decenni, le parole di condanna rischiano di essere percepite come vuote senza un accompagnamento di misure pratiche.

il ruolo della comunità internazionale

Le dichiarazioni di Conte si inseriscono in un clima di crescente attenzione internazionale verso i diritti umani e la giustizia sociale. Diverse organizzazioni non governative e attivisti hanno sollecitato una risposta più incisiva da parte dei governi occidentali, sottolineando che la comunità internazionale non può rimanere in silenzio di fronte a ciò che accade in Palestina. La richiesta di azioni concrete, come l’embargo sulle armi e sanzioni economiche, è diventata un tema centrale nel dibattito politico.

La posizione di Conte si riflette anche nel contesto delle crescenti tensioni all’interno dell’Unione Europea riguardo alla gestione del conflitto israelo-palestinese. Diversi stati membri hanno espresso preoccupazione per la situazione umanitaria, chiedendo un approccio più deciso e una riconsiderazione delle relazioni con Israele. Tuttavia, il governo italiano, sotto la guida di Meloni, sembra continuare a mantenere una linea di sostegno a Israele, suscitando critiche e interrogativi sulla coerenza della sua politica estera.

In questo scenario complesso, le parole di Conte si fanno sentire come un appello alla responsabilità e all’azione. “Di fronte al dramma umanitario più grande del nostro tempo”, ha concluso, “le chiacchiere stanno a zero”. Questo monito sottolinea l’importanza di tradurre le dichiarazioni in atti concreti, affinché l’Italia possa svolgere un ruolo attivo e costruttivo nella risoluzione di una crisi che ha già causato troppa sofferenza.