Fisco sotto la lente: il 43% delle Pmi nel mirino nel 2024

Fisco sotto la lente: il 43% delle Pmi nel mirino nel 2024

Fisco sotto la lente: il 43% delle Pmi nel mirino nel 2024

Giada Liguori

Agosto 11, 2025

Il panorama fiscale in Italia continua a destare preoccupazioni, specialmente per le piccole e medie imprese (Pmi), che risultano essere il principale obiettivo dell’attività di accertamento fiscale dell’Agenzia delle Entrate nel 2024. Secondo un report del Centro studi di Unimpresa, su un totale di 189.578 accertamenti ordinari eseguiti nel 2023, ben 81.027, pari al 43%, hanno riguardato le Pmi. Questo dato mette in luce una tendenza che afferma la vulnerabilità di un settore cruciale per l’economia italiana.

I dati sugli accertamenti fiscali

Nel dettaglio, le piccole imprese hanno subito 73.056 accertamenti, che rappresentano il 38,5% del totale, mentre le medie imprese sono state oggetto di 7.971 verifiche, corrispondenti al 4,2%. Queste statistiche non solo evidenziano la pressione fiscale a cui sono sottoposte le Pmi, ma anche il peso economico delle imposte accertate, che ammontano a oltre 9 miliardi di euro, il 63,9% del totale di 14,2 miliardi. In confronto, le verifiche rivolte ai grandi contribuenti si sono fermate a 1.677 accertamenti, che rappresentano solamente lo 0,9% del totale.

  1. Piccole imprese: 73.056 accertamenti (38,5%)
  2. Medie imprese: 7.971 accertamenti (4,2%)
  3. Grandi contribuenti: 1.677 accertamenti (0,9%)

Le parole di Marco Salustri

Marco Salustri, consigliere nazionale di Unimpresa, ha commentato questi dati sottolineando come le Pmi siano “il bersaglio privilegiato del fisco”. Salustri denuncia un accanimento selettivo che colpisce il tessuto produttivo più fragile e vitale del Paese. Le Pmi, infatti, sono più esposte alle verifiche fiscali, non solo per la loro dimensione, ma anche perché spesso sono meno attrezzate sul piano legale e più vulnerabili finanziariamente. Questa situazione solleva interrogativi sulla giustizia fiscale e sull’efficacia della riscossione delle imposte.

L’analisi di Unimpresa ha riacceso il dibattito sulla distribuzione degli sforzi di contrasto all’evasione fiscale. Le Pmi, che rappresentano oltre il 99% del totale delle imprese italiane e occupano circa il 70% della forza lavoro, sono spesso considerate come le colonne portanti dell’economia nazionale. Tuttavia, la loro esposizione agli accertamenti fiscali li espone a rischi significativi, compresa la possibilità di chiusura o di riduzione delle attività.

Proposte per un sistema fiscale più equo

Salustri ha ribadito la necessità di una riforma equa e coraggiosa del sistema di accertamento fiscale. “Servono criteri proporzionali”, ha affermato, “una maggiore attenzione ai grandi patrimoni e strumenti premiali per chi si mette in regola”. La proposta di Unimpresa mira a spostare l’attenzione dalla punizione all’accompagnamento delle imprese nel loro percorso di crescita e sviluppo. L’idea è quella di creare un sistema fiscale più giusto che non penalizzi le Pmi, ma che al contrario favorisca un ambiente imprenditoriale sano e competitivo.

Questo dibattito si inserisce in un contesto più ampio di riforma fiscale in Italia, dove la lotta all’evasione fiscale è un tema centrale dell’agenda politica. Nel corso degli anni, sono stati introdotti vari strumenti per contrastare l’evasione, ma le critiche si sono concentrate sulla loro applicazione in modo asimmetrico, dove le piccole e medie imprese ricevono una quota sproporzionata di accertamenti rispetto ai grandi contribuenti. Questa situazione non solo potrebbe generare un clima di sfiducia tra i contribuenti, ma potrebbe anche ostacolare la crescita economica, un aspetto che l’Italia non può permettersi di trascurare.

Impatto sull’occupazione e sull’innovazione

In aggiunta, il report di Unimpresa sottolinea come l’atteggiamento dell’Agenzia delle Entrate possa avere un impatto diretto sull’occupazione e sull’innovazione. Infatti, le Pmi sono spesso le più innovative e dinamiche, contribuendo in modo significativo all’introduzione di nuovi prodotti e servizi sul mercato. Tuttavia, l’eccessiva pressione fiscale e il clima di incertezza possono disincentivare gli investimenti e l’assunzione di nuovo personale.

In questo contesto, è fondamentale che le istituzioni ascoltino le richieste delle associazioni di categoria come Unimpresa, che da tempo chiedono un cambio di rotta nella gestione del fisco per le Pmi. Le proposte avanzate includono non solo una riforma dei criteri di accertamento, ma anche un dialogo costante tra le autorità fiscali e le imprese, per garantire che le normative siano comprese e applicate in modo equo.

Il futuro delle Pmi italiane dipende da un giusto equilibrio tra le esigenze fiscali dello Stato e la necessità di sostenere un settore che è il motore dell’economia. Solo con un approccio più equo e razionale sarà possibile creare un ambiente favorevole alla crescita e all’innovazione, elementi essenziali per il rilancio dell’economia italiana.