La sera del 10 agosto 2023 ha segnato un momento drammatico nel carcere minorile di Treviso, dove un ragazzo di 17 anni ha tentato di porre fine alla propria vita. Questo giovane, un minore straniero non accompagnato, era stato arrestato poche ore prima nel Vicentino, accusato di una serie di furti e aggressioni. Dopo l’arresto, era stato temporaneamente collocato nel Centro di prima accoglienza (Cpa) annesso all’istituto penitenziario, una struttura dedicata ai minori in attesa di un giudizio o di un collocamento definitivo.
Il tentativo di suicidio
Il tentativo di suicidio è avvenuto poco prima della mezzanotte, quando il ragazzo ha cercato di impiccarsi utilizzando un cappio creato con i propri jeans. Questo gesto disperato ha immediatamente attirato l’attenzione degli agenti della Polizia penitenziaria, che hanno prontamente dato l’allerta e si sono precipitati per soccorrerlo. Grazie alla loro rapida reazione, il giovane è stato liberato e sono state avviate le manovre di rianimazione.
Intervento medico e reazioni
La situazione ha richiesto un intervento immediato anche da parte del personale medico. In pochi minuti, il medico della Casa circondariale è giunto sul posto e ha continuato le manovre di rianimazione d’urgenza, cercando di stabilizzare le condizioni del ragazzo. Dopo un intervento tempestivo, il 17enne è stato trasportato con urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Treviso, dove è stato ricoverato in condizioni molto gravi, ma con segnali vitali attivi, dando un barlume di speranza.
In un momento così delicato, il capo del Dipartimento Giustizia Minorile, Antonio Sangermano, ha voluto esprimere la propria solidarietà al ragazzo e ha elogiato la professionalità del personale intervenuto. Ha sottolineato l’importanza dell’intervento tempestivo degli agenti, che hanno agito con prontezza e competenza, evitando che la situazione degenerasse in una tragedia.
Riflessioni sulla condizione dei minori in carcere
Questo episodio solleva interrogativi significativi sulla condizione dei minori all’interno del sistema penitenziario. La vita in carcere, anche per i giovani, può rivelarsi estremamente difficile e opprimente. I minori, spesso già segnati da esperienze traumatiche e contesti familiari problematici, possono trovarsi a dover affrontare la pressione di un ambiente carcerario che rischia di diventare un ulteriore fattore di vulnerabilità.
- Aumento dei tentativi di suicidio: Negli ultimi anni, sono emersi rapporti che evidenziano l’aumento dei tentativi di suicidio tra i giovani detenuti.
- Diritto alla salute mentale: È fondamentale che il Dipartimento Giustizia Minorile garantisca non solo la sicurezza, ma anche il diritto alla salute mentale dei minori.
- Percorsi di reinserimento: Le politiche di giustizia minorile devono concentrarsi su percorsi di reinserimento sociale efficaci.
La vicenda del 17enne non deve essere solo un campanello d’allarme, ma anche un’opportunità per rinnovare l’impegno collettivo a favore dei diritti e del benessere dei minori in conflitto con la legge. È fondamentale unire le forze per costruire un sistema che favorisca la salute mentale e il reinserimento sociale, evitando che drammi come quello accaduto al carcere minorile di Treviso si ripetano in futuro.