Nuove rivelazioni su Villa Pamphili: Kaufmann accusato di strangolare Anastasia Trofimova

Nuove rivelazioni su Villa Pamphili: Kaufmann accusato di strangolare Anastasia Trofimova

Nuove rivelazioni su Villa Pamphili: Kaufmann accusato di strangolare Anastasia Trofimova

Matteo Rigamonti

Agosto 12, 2025

Le indagini sul duplice omicidio avvenuto a Villa Pamphili stanno rivelando dettagli inquietanti e drammatici. Recenti sviluppi hanno confermato che Anastasia Trofimova, 28 anni, sarebbe stata strangolata, secondo i risultati dell’autopsia. La procura di Roma ha indicato in Francis Kaufmann, 46 anni, originario della California, il presunto assassino. Kaufmann, già accusato di aver soffocato la figlia di undici mesi, Andromeda, ora affronta accuse ben più gravi, con l’accusa di duplice omicidio.

La consulenza del professor Vincenzo Arena, anatomopatologo dell’Università Cattolica, ha rivelato che, oltre ai segni di soffocamento, sono stati riscontrati stravasi ematici nei tessuti molli del collo di Anastasia, in particolare nelle aree peri-ioidea e tiroidea. Queste lesioni sono compatibili con una pressione esercitata sulle regioni del collo, non emergendo segni di morte naturale, confermando così l’ipotesi di strangolamento.

La cronologia degli eventi

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Anastasia sarebbe stata uccisa il 3 giugno, mentre la piccola Andromeda avrebbe subito la stessa sorte due giorni dopo. I corpi delle due vittime sono stati rinvenuti il 7 giugno, occultati sotto un telo in un cespuglio di Villa Pamphili, uno dei parchi pubblici più grandi e celebri di Roma. Questo parco, noto per la sua bellezza e tranquillità, è ora diventato il teatro di un crimine terribile che ha scosso l’opinione pubblica.

Le indagini hanno rivelato che Anastasia e sua figlia vivevano in una tenda nel parco da diverse settimane, isolate dal resto del mondo. Questa situazione disperata era iniziata dopo che Kaufmann aveva portato le due donne in quel luogo, a seguito di uno sfratto da un appartamento situato nelle vicinanze del Vaticano. La coppia si era conosciuta a Malta nel 2022 e aveva convissuto per quasi un anno prima di trasferirsi a Roma. Questo spostamento, inizialmente visto come un nuovo inizio, ha avuto esiti tragici.

L’arresto di Francis Kaufmann

Dopo il duplice omicidio, Kaufmann è fuggito a Skiathos, in Grecia, dove è stato arrestato l’11 giugno. La sua cattura è stata il risultato di una collaborazione tra le autorità italiane e quelle greche, che hanno lavorato insieme per rintracciare il presunto colpevole. Attualmente, Kaufmann si trova nel carcere di Rebibbia, dove ha rifiutato di farsi rappresentare da avvocati e ha espresso il desiderio di gestire personalmente il proprio processo. La sua strategia difensiva è rimasta avvolta nel mistero, poiché ha mantenuto un silenzio ostinato di fronte ai giudici.

Il fascicolo della procura, sotto la direzione dell’aggiunto Giuseppe Cascini e del sostituto Antonio Verdi, si arricchisce ora di un elemento decisivo grazie al nuovo esame medico-legale. Con l’aggravarsi delle accuse, l’accusa di duplice omicidio è diventata formale, un passaggio cruciale nel corso delle indagini.

Un contesto inquietante

La storia di Kaufmann e Trofimova è segnata da una serie di eventi che pongono interrogativi sul benessere psicologico e sociale della coppia. Non sono emerse solo accuse di violenza, ma anche segnali premonitori di un deterioramento della situazione familiare. Testimoni hanno riferito di conflitti tra la coppia e di comportamenti sempre più preoccupanti da parte di Kaufmann, il quale, secondo alcuni, avrebbe manifestato segni di instabilità mentale.

La vita di Anastasia, una giovane donna con sogni e aspirazioni, è stata spezzata in circostanze tragiche. Amici e conoscenti hanno descritto Anastasia come una persona solare e amante della vita, e la sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile. La comunità attende ora con ansia l’evoluzione del processo, sperando che la giustizia possa fare il suo corso e che la verità emerga in tutto il suo drammatico chiarore.

Il caso ha suscitato un acceso dibattito sulla violenza di genere e sui meccanismi di supporto per le donne in situazioni di rischio. La storia di Anastasia e della sua bambina ha toccato il cuore di molti, portando a una riflessione collettiva su come prevenire simili tragedie in futuro.

L’attenzione ora si concentra sulla ricerca di risposte e sulla necessità di garantire che simili atti di violenza non vengano mai più tollerati. La speranza è che la comunità possa unirsi per prevenire tali atrocità e proteggere le vittime di violenza domestica, affinché storie come questa non si ripetano mai più.