Borsa europea in altalena: il calo di Francoforte segna un -0,5% dopo l’effetto Zew

Borsa europea in altalena: il calo di Francoforte segna un -0,5% dopo l'effetto Zew

Borsa europea in altalena: il calo di Francoforte segna un -0,5% dopo l'effetto Zew

Giada Liguori

Agosto 13, 2025

Le borse europee si presentano oggi con un quadro contrastato, influenzato in parte dal crollo dell’indice Zew in Germania, che ha evidenziato un calo della fiducia degli investitori. Questo indice, che misura le aspettative economiche per i prossimi sei mesi, ha registrato un forte ribasso, portando la piazza di Francoforte a chiudere con un -0,5%. Tale calo riflette preoccupazioni riguardo alla crescita economica in una delle economie più forti d’Europa.

Al contrario, altre piazze europee hanno mostrato segni di resilienza. Milano ha guadagnato lo 0,4%, mentre Parigi ha registrato un incremento dello 0,1% e Londra è aumentata dello 0,05%. Madrid, invece, è rimasta invariata, segnalando una cautela generale che permea il mercato europeo. La divergenza tra queste piazze borsistiche potrebbe essere attribuita a fattori locali e specifiche dinamiche di mercato che influenzano ciascun paese.

Andamento dei mercati statunitensi

Negli Stati Uniti, i future si muovono in calo, nonostante la fiducia delle imprese abbia superato il livello dei 100 punti. Questo dato, comunicato in vista delle attese sull’inflazione di luglio, suggerisce che gli investitori siano preoccupati per l’andamento dei tassi di interesse e per l’impatto delle politiche monetarie future. L’inflazione continua a rimanere un tema centrale per gli analisti, poiché la Federal Reserve si prepara a prendere decisioni strategiche in merito ai tassi.

Un altro indicatore che ha attirato l’attenzione è lo spread tra i Btp italiani e i Bund tedeschi, che ha superato i 79 punti. Il rendimento annuo dei Btp italiani è salito di 1,8 punti al 3,5%, mentre il rendimento dei Bund è aumentato di 1,5 punti al 2,71%. Questi aumenti possono essere interpretati come segnali di maggiore avversione al rischio da parte degli investitori, che potrebbero cercare di ridurre l’esposizione ai titoli di stato dei paesi più vulnerabili.

Mercato delle materie prime e settore tecnologico

Nel mercato delle materie prime, l’oro ha trovato una certa stabilità, superando quota 3.344 dollari l’oncia. Questo aumento è stato favorito dal fatto che il rischio di dazi statunitensi sui lingotti d’oro da 1 kg sembra essersi allontanato. L’oro è tradizionalmente considerato un bene rifugio, e gli investitori possono trovarsi a preferirlo in momenti di incertezza economica. D’altra parte, il settore energetico ha mostrato segni di debolezza, con il prezzo del greggio WTI in calo dello 0,1% a 63,89 dollari al barile e una diminuzione del gas naturale, sceso dello 0,88% a 32,71 euro al MWh.

Un settore particolarmente sotto pressione oggi è quello tecnologico, dove i produttori di software hanno subito perdite significative. Ecco alcune delle performance più rilevanti:

  1. Nemetshek: -7,74%
  2. Sage Group: -4,21%
  3. SAP: -4%

Questi ribassi possono essere indicativi di un mercato che sta riorientando le proprie preferenze, spostandosi verso settori più tradizionali o meno volatili. I produttori di semiconduttori hanno avuto performance contrastanti, con Infineon in aumento dell’0,64%, mentre STM ha guadagnato lo 0,3%. Tuttavia, altri come ASML hanno mostrato un calo dello 0,6% e BE ha ceduto lo 0,55%.

Settori in evidenza

Nel comparto della difesa, gli acquisti sono proseguiti con performance positive per aziende come Leonardo (+1,44%) e Kongsberg (+1,43%). Queste aziende beneficiano della crescente spesa militare in Europa, in risposta alle problematiche di sicurezza internazionale. Rallenta invece Rheinmetall, che ha chiuso con un +0,5%.

Tra le case automobilistiche, Stellantis ha guadagnato l’1,15%, mentre Ferrari ha visto un calo dello 0,58%. Questo settore sta affrontando sfide legate alla transizione verso veicoli elettrici e alle normative ambientali sempre più stringenti.

Nel settore energetico, le azioni di Shell (+0,8%), TotalEnergies (+0,75%) ed Eni (+0,6%) hanno mostrato segni di forza, a differenza di BP, che ha registrato un calo dello 0,1%. Questi movimenti possono riflettere le fluttuazioni nei prezzi delle materie prime e l’evoluzione della domanda globale di energia.

Infine, il settore bancario ha visto una prestazione positiva per Banco Sabadell (+1,15%), mentre BBVA ha confermato la propria Opa, nonostante la cessione della controllata britannica TSB. Anche Popolare Sondrio (+0,75%), Intesa (+0,45%) e Unicredit (+0,4%) hanno chiuso in territorio positivo, mentre Montepaschi (-1%), Mediobanca (-0,57%) e Banco BPM (-0,3%) hanno mostrato performance più deboli, evidenziando un settore che continua a navigare tra sfide e opportunità.