Milano, revocato l’arresto dei protagonisti dell’inchiesta urbanistica: colpo di scena per Malangone, il direttore generale del Comune

Milano, revocato l'arresto dei protagonisti dell'inchiesta urbanistica: colpo di scena per Malangone, il direttore generale del Comune

Milano, revocato l'arresto dei protagonisti dell'inchiesta urbanistica: colpo di scena per Malangone, il direttore generale del Comune

Matteo Rigamonti

Agosto 15, 2025

L’inchiesta sull’urbanistica milanese continua a generare discussioni e, recentemente, ha visto importanti sviluppi. Il Tribunale del Riesame di Milano ha revocato gli arresti domiciliari per Giancarlo Tancredi, ex assessore comunale, Giuseppe Marinoni, ex membro della Commissione Paesaggio, e Federico Pella, manager coinvolto nel caso. I tre erano stati arrestati lo scorso 31 luglio nell’ambito di un’inchiesta che ha scosso le fondamenta dell’amministrazione comunale. Inoltre, un nuovo nome si aggiunge al lungo elenco degli indagati: Christian Malangone, direttore generale del Comune di Milano e figura di spicco nell’amministrazione guidata dal sindaco Giuseppe Sala.

Il contesto dell’inchiesta

L’inchiesta ruota attorno a presunti abusi e pressioni nell’ambito di operazioni immobiliari di grande valore. Secondo le accuse formulate dalla Procura, esisterebbe un sistema di favoritismi e scambi di influenze tra pubblici ufficiali, imprenditori e professionisti, finalizzati a ottenere pareri favorevoli da enti come la Commissione Paesaggio. Malangone è accusato di induzione indebita, un reato che implica l’esercizio di pressioni su figure pubbliche per ottenere vantaggi.

Le conversazioni scambiate tra Malangone e l’imprenditore Manfredi Catella, fondatore di Coima, risultano particolarmente compromettenti. Questi messaggi, depositati dalla Procura nei documenti del Riesame, rivelano un tono confidenziale e informale, suggerendo un canale diretto tra gli alti funzionari comunali e il mondo imprenditoriale, bypassando le normali procedure istituzionali.

Il “Pirellino” e i suoi problemi

Al centro dell’inchiesta c’è anche il progetto di riqualificazione del “Pirellino”, un immobile simbolo del dibattito urbanistico a Milano. Questa ex Torre dei Servizi Tecnici Comunali, situata in via Giovanni Battista Pirelli e costruita negli anni ’60, è stata acquistata da Coima nel 2019 tramite un’asta pubblica. Il progetto di riqualificazione, firmato dal noto architetto Stefano Boeri e dalla collega Elizabeth Diller, prevedeva:

  1. Costruzione di una torre residenziale “botanica”
  2. Creazione di una serra urbana
  3. Spazi culturali

Tuttavia, il progetto ha subito un rallentamento significativo a causa di vincoli urbanistici e cambiamenti nel Piano di Governo del Territorio, rendendo difficile ottenere le necessarie autorizzazioni.

Le accuse e il sistema di pressioni

Le indagini hanno messo in luce un presunto sistema di pressioni e favoritismi, con l’accusa che i tre indagati abbiano esercitato pressioni per ottenere pareri favorevoli dalla Commissione Paesaggio e da altri uffici comunali in cambio di vantaggi politici o economici. Accanto a Tancredi, Marinoni e Pella, anche l’architetto Stefano Boeri e il sindaco Giuseppe Sala sono stati menzionati nel contesto delle indagini, sebbene non siano stati arrestati.

L’indagine non si limita solo a un singolo episodio, ma si inserisce in un contesto più ampio di trasformazioni urbanistiche a Milano, un tema che ha suscitato dibattiti accesi sia in ambito politico che tra i cittadini. La gestione delle pratiche urbanistiche è stata spesso criticata per la sua opacità e per la percezione di favoritismi nei confronti di alcuni attori economici.

Le chat al centro dell’inchiesta

Le chat tra Malangone e Catella costituiscono uno degli elementi chiave dell’inchiesta. In alcuni messaggi, Catella invita Malangone a “sbloccare i progetti” e lo definisce “un artista”, suggerendo una relazione che va oltre il semplice rapporto professionale. Questo tipo di comunicazione informale solleva interrogativi sulla correttezza delle procedure seguite dal Comune e sulla trasparenza delle decisioni in materia di urbanistica.

La Procura ha ritenuto necessario portare queste chat all’attenzione del Tribunale del Riesame per sostenere la gravità degli indizi contro gli indagati. La revoca degli arresti domiciliari non significa che le indagini siano concluse; al contrario, il Riesame ha già espresso riserve su alcune delle misure cautelari precedentemente adottate.

Chi è Christian Malangone

Christian Malangone, direttore generale del Comune di Milano dal 2016, ha un passato significativo nel settore pubblico, avendo ricoperto ruoli di responsabilità durante l’Expo 2015. Nel 2017, era stato assolto da accuse simili in un altro procedimento riguardante presunti favoritismi politici. Ora si trova nuovamente sotto i riflettori, in un’inchiesta che coinvolge non solo il suo operato, ma anche l’immagine dell’intera amministrazione comunale.

L’attenzione su Malangone e sui suoi legami con figure chiave del mondo imprenditoriale milanese mette in evidenza la necessità di una maggiore trasparenza nelle pratiche urbanistiche e nelle relazioni tra pubblica amministrazione e privato. Le prossime settimane saranno decisive per capire come si svilupperà l’inchiesta e quali ulteriori sviluppi emergeranno dalla vicenda.