Tragedia a Treviso: la storia di Danilo Rihai, il 17enne che ha lottato per la vita in ospedale

Tragedia a Treviso: la storia di Danilo Rihai, il 17enne che ha lottato per la vita in ospedale

Tragedia a Treviso: la storia di Danilo Rihai, il 17enne che ha lottato per la vita in ospedale

Matteo Rigamonti

Agosto 15, 2025

La tragica vicenda di Danilo Rihai, il 17enne tunisino che ha tentato di togliersi la vita nella sua cella al carcere minorile di Treviso, ha suscitato un’ondata di indignazione e riflessione sulle condizioni dei giovani detenuti. Questo episodio si è verificato nella notte tra domenica 10 e lunedì 11 agosto, poche ore dopo l’arresto del ragazzo nel Vicentino, accusato di furti e aggressioni. La sua storia rappresenta una realtà drammatica per molti giovani, spesso privi di supporto e in situazioni di vulnerabilità.

La vita di Danilo Rihai

Danilo era un minore straniero non accompagnato, una categoria di giovani che affronta sfide enormi, lontani da una rete familiare e sociale. Dopo il suo arresto, era stato collocato nel Centro di prima accoglienza (Cpa) annesso all’istituto penitenziario, in attesa di giudizio. Purtroppo, la sua permanenza in questo ambiente si è rivelata fatale. Il tentativo di suicidio è avvenuto poco prima della mezzanotte, quando Danilo ha utilizzato i suoi jeans per creare un cappio. Gli agenti della polizia penitenziaria, accortisi della situazione, hanno immediatamente aperto la cella e liberato il giovane, avviando le manovre di rianimazione. Nonostante gli sforzi, Danilo è deceduto due giorni dopo in ospedale.

Le circostanze dell’arresto

Danilo Rihai era già noto alle autorità italiane per una serie di episodi violenti. Il suo arresto è avvenuto dopo che aveva tentato di scippare un anziano a Ponte San Michele, facendolo cadere e procurandogli ferite. Le sue azioni includevano:

  1. Tentativi di scippo con minacce di violenza.
  2. Aggressioni a clienti in negozi, utilizzando un coltello.
  3. Invasione di un appartamento, dove ha barricati e creato caos.

La polizia, assistita dai vigili del fuoco e dai paramedici, ha impiegato ore per riportare la situazione sotto controllo, culminando nell’arresto di Danilo.

Riflessioni e reazioni

La morte di Danilo Rihai è un campanello d’allarme sulle condizioni dei minori stranieri non accompagnati in Italia. Questi ragazzi, spesso privi di una rete di supporto, vivono in situazioni di precarietà nei centri di accoglienza, che, sebbene progettati per fornire assistenza, possono risultare insufficienti. La mancanza di sostegno psicologico e di programmi riabilitativi adeguati crea un ambiente dove giovani come Danilo possono sentirsi sopraffatti e isolati.

La sua storia rappresenta una delle tante tragedie che si consumano nel silenzio delle strutture penitenziarie. Le istituzioni devono riflettere su queste problematiche per prevenire il ripetersi di simili tragedie. La morte di Danilo non è solo una perdita personale, ma un richiamo urgente a rivedere le politiche di accoglienza e giustizia per i minori. Le sue azioni, frutto di esperienze traumatiche e mancanza di supporto, ci interrogano sulla necessità di una maggiore attenzione verso le vulnerabilità di questi ragazzi.