Femminicidio: una donna arrestata per aver soffocato il compagno malato con un cuscino

Femminicidio: una donna arrestata per aver soffocato il compagno malato con un cuscino

Femminicidio: una donna arrestata per aver soffocato il compagno malato con un cuscino

Matteo Rigamonti

Agosto 16, 2025

Una terribile tragedia ha scosso la quiete del quartiere Corvetto di Milano nella notte tra il 14 e il 15 agosto 2023. Antonia Nunzia Mancini, una donna di 64 anni, è stata arrestata con l’accusa di aver ucciso il suo compagno, Vincenzo Ferrigno, un uomo di 73 anni malato da tempo a causa di un ictus. La vicenda ha lasciato la comunità incredula e sconvolta, iniziando in un contesto di sofferenza e disperazione, dato che la coppia condivideva una vita insieme da oltre 40 anni.

La dinamica dell’omicidio

Secondo le ricostruzioni degli investigatori, la serata è iniziata con una violenza inaudita. Antonia avrebbe colpito Vincenzo con un coltello mentre si trovava a letto, infliggendogli fendenti che, sorprendentemente, non si sono rivelati mortali. Tuttavia, il colpo fatale è arrivato poco dopo, quando la donna ha preso un cuscino e ha soffocato il compagno, ponendo fine a una vita segnata da gravi problemi di salute. Il movente di questo gesto estremo sembra essere legato alla condizione fisica di Vincenzo; da tempo, infatti, l’uomo si trovava in uno stato di salute precario a causa delle conseguenze dell’ictus.

La confessione e le conseguenze

Dopo aver compiuto l’atto, Antonia è scesa in strada per chiedere aiuto, contattando direttamente la Polizia. La sua confessione è stata immediata, rivelando un quadro complesso di emozioni e tensioni accumulate nel tempo. La relazione tra i due era stata caratterizzata da momenti di affetto e cura, ma anche da difficoltà legate alla malattia di Vincenzo, che richiedeva un’assistenza costante e un carico emotivo notevole per Antonia. L’omicidio ha sollevato interrogativi su temi delicati come la fragilità delle relazioni in situazioni di malattia e i limiti della tolleranza.

Riflessioni sulla cura e sull’assistenza

Il caso ha portato a riflessioni sul tema della cura e dell’assistenza, specialmente per chi si trova a vivere accanto a persone con gravi disabilità. La dinamica dell’evento ha attirato l’attenzione non solo per la brutalità dell’atto, ma anche per le implicazioni legali e psicologiche. Antonia è ora accusata di omicidio e potrebbe affrontare una lunga battaglia legale, mentre la comunità si interroga sulle motivazioni che possono spingere una persona a compiere un gesto così estremo.

  1. La fragilità delle relazioni: La storia di Antonia e Vincenzo è un triste promemoria dell’importanza di una rete di supporto adeguata per coloro che si prendono cura di malati cronici.
  2. La necessità di supporto: È fondamentale promuovere programmi di assistenza che offrano ai caregiver le risorse necessarie per affrontare le difficoltà quotidiane.
  3. Prevenzione delle crisi: La società deve interrogarsi su come sostenere le famiglie che si trovano a fronteggiare malattie gravi, affinché situazioni come questa non si ripetano.

La speranza è che la vicenda possa stimolare una maggiore consapevolezza e una risposta collettiva da parte delle istituzioni e della società civile.