Bari esclude Israele dalla Fiera del Levante: una decisione tra etica e politica

Bari esclude Israele dalla Fiera del Levante: una decisione tra etica e politica

Bari esclude Israele dalla Fiera del Levante: una decisione tra etica e politica

Matteo Rigamonti

Agosto 18, 2025

La decisione di escludere Israele dalla prossima edizione della Fiera del Levante di Bari ha suscitato un ampio dibattito e riflessioni profonde su questioni etiche e politiche. Questo evento, che si svolgerà dal 13 al 21 settembre, rappresenta uno dei momenti più significativi per l’economia e la cultura del Sud Italia. L’ente organizzatore ha comunicato la scelta dopo l’appello del sindaco di Bari, Vito Leccese, il quale ha chiesto di escludere Israele dalle attività istituzionali ed economiche all’interno del quartiere fieristico.

motivazioni etiche e politiche

L’ente fieristico ha giustificato la propria decisione affermando che si tratta di una «comunanza di vedute etiche e politiche», sottolineando la necessità di prendere le distanze «dalle atrocità del genocidio in corso contro il popolo palestinese». Questa posizione ha trovato risonanza in diversi segmenti della società, evidenziando come il conflitto israelo-palestinese continui a sollevare interrogativi significativi in merito ai diritti umani e alla giustizia sociale.

  1. Appello del sindaco: Il sindaco Leccese ha richiamato l’attenzione sulla crisi umanitaria a Gaza, evidenziando il dolore dei civili palestinesi.
  2. Sostegno della comunità: La sua posizione è stata sostenuta da cittadini e organizzazioni che chiedono maggiore attenzione per i diritti umani.
  3. Comunicazione ufficiale: Il Consiglio comunale di Bari ha inviato una comunicazione all’ente fieristico, esprimendo la contrarietà alla partecipazione di Israele fino alla cessazione delle violazioni dei diritti umani.

reazioni e conseguenze

La Fiera del Levante, storicamente un importante punto di incontro per le culture del Mediterraneo, ora si trova a dover affrontare le conseguenze di una scelta controversa. La decisione ha ricevuto supporto da parte di attivisti e sostenitori dei diritti umani, ma ha anche sollevato critiche da chi ritiene che il boicottaggio non contribuisca a risolvere il conflitto. Alcuni commentatori hanno avvertito che l’esclusione di un paese da un evento fieristico possa essere interpretata come un atto di isolamento.

In aggiunta, l’ente fieristico ha aderito all’iniziativa promossa dalla fondazione «L’isola che non c’è», che propone di assegnare il premio Nobel per la pace 2025 ai bambini di Gaza, per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sulla drammatica situazione dei più piccoli in conflitto.

un palcoscenico di dialogo

La questione della partecipazione di Israele alla Fiera del Levante si inserisce in un dibattito più ampio riguardante i diritti umani e la responsabilità globale. La fiera non è solo un evento commerciale, ma un palcoscenico che riflette le tensioni e le speranze di una regione segnata da conflitti storici. Le scelte degli organizzatori possono avere ripercussioni significative, contribuendo a plasmare la percezione pubblica e le relazioni internazionali.

In conclusione, la Fiera del Levante si prepara a un’edizione che non sarà solo un momento di esposizione commerciale, ma anche un’occasione di riflessione e dialogo su temi cruciali per il futuro della pace e dei diritti umani. Con una partecipazione internazionale in continua evoluzione, gli organizzatori e i partecipanti si trovano di fronte alla sfida di promuovere un messaggio di unità e comprensione in un contesto di divisione e conflitto.