Tevere in lotta: i guerrieri per l’ambiente e i diritti civili

Tevere in lotta: i guerrieri per l'ambiente e i diritti civili

Tevere in lotta: i guerrieri per l'ambiente e i diritti civili

Giada Liguori

Agosto 19, 2025

Il Tevere, fiume simbolo di Roma, rappresenta molto più di un semplice corso d’acqua che attraversa la città; è diventato un palcoscenico per storie di lotta e resistenza. Come afferma Monica Repetto, regista del documentario “Tevere Corsaro”, queste storie si configurano come “Davide contro Golia”. La pellicola, realizzata in collaborazione con Pietro Balla, scomparso nel 2021, ha debuttato nella sezione Confronti delle Giornate degli Autori alla Mostra del Cinema di Venezia, invitando a riflettere su temi di grande attualità.

il documentario e le sue tematiche

“Tevere Corsaro” si propone di raccontare la lotta di chi si oppone a un sistema che spesso ignora le necessità della comunità e dell’ambiente. Attraverso un linguaggio visivo potente e coinvolgente, il film si addentra in una Roma contemporanea contraddittoria, segnata da meccanismi di speculazione edilizia e da una burocrazia lenta e farraginosa. La narrazione si sviluppa su un arco di quattro anni, un periodo in cui le problematiche ambientali e sociali sono diventate sempre più evidenti, non solo nella capitale, ma in tutto il Paese. Recenti inchieste sulla corruzione edilizia a Milano ne sono una chiara dimostrazione.

le storie di giulia e sven

Il documentario si articola attorno a due storie principali, entrambe emblematiche della lotta per la difesa del territorio e dei diritti:

  1. Giulia: una giovane madre che, dopo aver conseguito la laurea, decide di tornare alle radici coltivando la terra di famiglia nell’Agro romano. Giulia si oppone con determinazione all’esproprio della sua area per far spazio a un progetto immobiliare voluto da un consorzio. La sua storia rappresenta una generazione che cerca di rivendicare il diritto a vivere in armonia con l’ambiente, nonostante le pressioni e le minacce imminenti.

  2. Sven: un cicloattivista norvegese che vive in Italia da trent’anni, insieme a Mario, un poliziotto e attivista della Fiab (Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta), si batte per il completamento del sentiero Pasolini. Questo percorso ciclopedonale, che si snoda per 24 km all’interno della Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, è un omaggio al poeta, regista e scrittore Pier Paolo Pasolini, assassinato nel novembre 1975 all’idroscalo di Ostia. La lotta di Sven e Mario non è solo un’azione di rivendicazione ambientale, ma un invito a riscoprire il legame tra cultura, natura e comunità, sottolineando l’importanza della mobilità sostenibile e dell’accesso agli spazi verdi.

un messaggio di speranza

Il documentario non si limita a raccontare battaglie e conflitti, ma si inerpica anche su momenti di speranza e apertura. La natura, descritta da Repetto come “un grande senso di libertà”, diventa un protagonista a sé stante, un luogo da proteggere e valorizzare. Attraverso le immagini del Tevere e dei suoi dintorni, il film ci invita a riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente, suggerendo che la lotta per la salvaguardia del territorio è anche una lotta per la nostra identità e per il nostro futuro.

Le storie di Giulia e Sven si inseriscono in un contesto più ampio che coinvolge diverse comunità e gruppi di attivisti. In Italia, il movimento ambientalista sta crescendo, unendo persone di diverse estrazioni sociali e culturali, tutte unite dalla visione di un mondo più giusto e sostenibile. In questo senso, “Tevere Corsaro” diventa un manifesto di questa lotta collettiva, un invito a non arrendersi di fronte alle ingiustizie e a continuare a combattere per ciò in cui si crede.

Le problematiche ambientali, come la deforestazione, l’inquinamento e la perdita di biodiversità, sono oggi più che mai urgenti. Le battaglie di Giulia e Sven sono un esempio di come sia possibile opporsi a un sistema che sembra inarrestabile. La loro determinazione è un faro di speranza per chiunque desideri vedere un cambiamento. In un momento in cui il futuro del pianeta è a rischio, la loro storia ci ricorda che ogni azione, piccola o grande che sia, può fare la differenza.

In conclusione, “Tevere Corsaro” si propone come un’opera che va oltre il semplice racconto di battaglie personali. È un invito a riflettere sulla nostra responsabilità nei confronti dell’ambiente e della società. La lotta di questi combattenti per l’ambiente e i diritti non è solo una questione locale, ma un tema universale che ci riguarda tutti, un richiamo a unirci per un futuro migliore.