Il gruppo Facebook che svela segreti intimi: uomini condividono foto delle mogli senza consenso

Il gruppo Facebook che svela segreti intimi: uomini condividono foto delle mogli senza consenso

Il gruppo Facebook che svela segreti intimi: uomini condividono foto delle mogli senza consenso

Matteo Rigamonti

Agosto 20, 2025

Viviamo in un’epoca in cui la tecnologia ha radicalmente trasformato il nostro modo di comunicare e socializzare, ma ha anche aperto la porta a gravi violazioni della privacy. Un esempio drammatico è il gruppo Facebook “Mia moglie ❤️❤️❤️”, dove uomini condividono foto intime delle proprie mogli senza il loro consenso. Con oltre 32.000 membri, questo gruppo ha acceso un acceso dibattito sulla privacy, il rispetto e la cultura del consenso, evidenziando un fenomeno preoccupante: la normalizzazione della violazione della privacy e della disuguaglianza di genere.

L’assenza di consenso e la cultura dello sfruttamento

Un aspetto inquietante è l’assenza di consenso esplicito da parte delle donne ritratte. Molti utenti ammettono di scattare foto di nascosto, vantandosi della ignara condizione delle loro mogli. Questo comportamento non solo è immorale, ma solleva anche interrogativi etici e giuridici. La mancanza di consenso è un reato previsto dalla legge italiana, che punisce la diffusione di materiale intimo senza il permesso della persona coinvolta.

Carolina Capria, proprietaria dell’account Instagram “lhascrittounafemmina”, ha denunciato tali comportamenti, sottolineando che le donne sono spesso inconsapevoli di essere oggetto di questo “gioco erotico” maschile. La facilità con cui tali immagini possono essere condivise amplifica la gravità della situazione, e molti membri del gruppo suggeriscono di spostarsi su piattaforme più “discrete” come Telegram, consapevoli dei rischi legali delle loro azioni.

La reazione del pubblico e le segnalazioni

Nonostante il gruppo sia facilmente accessibile, ci sono utenti che cercano di richiamare all’ordine i membri, ricordando che la condivisione di materiale intimo senza consenso è un reato. Tuttavia, le risposte a tali avvertimenti sono spesso aggressive. Un commento riporta: «Tutti i giorni un predicatore!! Prendi il rosario e vai a dire una preghiera… E soprattutto non rompere!!!!». Questo tipo di risposta esalta l’atmosfera tossica del gruppo.

Le segnalazioni alla polizia postale sono in aumento, mentre sempre più persone si rendono conto della gravità della situazione. Tuttavia, chi denuncia rischia di essere ostracizzato e deriso, creando un silenzio complice che si inserisce in un contesto più ampio di misoginia e oggettivazione delle donne.

L’importanza della consapevolezza e dell’educazione

È fondamentale che la società prenda coscienza di queste pratiche e ne denunci la gravità. L’educazione al consenso deve diventare una priorità, non solo nelle scuole, ma anche nelle famiglie e nei gruppi sociali. È essenziale promuovere una cultura in cui il rispetto per l’altro sia alla base di ogni relazione.

In un’epoca in cui la tecnologia offre opportunità senza precedenti, è cruciale sviluppare una consapevolezza critica rispetto all’uso dei social media e alle loro implicazioni etiche. Le immagini condivise online possono avere conseguenze devastanti e permanenti. È nostro compito, come società, assicurarci che questo tipo di violazione non diventi la norma.