Draghi e il ruolo della Ue: da spettatrice a protagonista tra Ucraina e Gaza

Draghi e il ruolo della Ue: da spettatrice a protagonista tra Ucraina e Gaza

Draghi e il ruolo della Ue: da spettatrice a protagonista tra Ucraina e Gaza

Matteo Rigamonti

Agosto 22, 2025

L’Unione Europea si trova attualmente in una posizione complessa e spesso contraddittoria nel contesto geopolitico internazionale. Nonostante l’impegno finanziario significativo nella guerra in Ucraina, l’UE ha mantenuto un ruolo marginale nei processi di pace. Questo è il punto centrale dell’intervento di Mario Draghi al Meeting di Rimini, dove ha sottolineato come l’Europa, pur avendo il maggiore interesse per una risoluzione giusta e duratura del conflitto, non sia stata in grado di influenzare significativamente i negoziati.

il ruolo limitato dell’ue

Draghi ha evidenziato che, mentre l’Unione Europea ha contribuito con ingenti somme al supporto dell’Ucraina, il suo potere di attrazione e di negoziazione rimane limitato. Non si tratta solo di risorse economiche, ma di una mancanza di visione strategica e di unità all’interno dell’UE. La divisione tra gli Stati membri e la diversità degli interessi nazionali hanno reso difficile un’azione coesa e incisiva. Questo ha portato molti a considerare l’Unione più come una spettatrice che come un attore chiave nel panorama geopolitico contemporaneo.

la sfida della competizione geopolitica

In contrapposizione all’atteggiamento europeo, Draghi ha messo in risalto il ruolo attivo della Cina nel supportare lo sforzo bellico della Russia. Pechino ha chiaramente manifestato la sua posizione, sostenendo Mosca e rivendicando la sua influenza nel contesto internazionale. Draghi ha avvertito che le proteste e le richieste europee hanno avuto scarso impatto, evidenziando che la Cina non considera l’Europa come un partner alla pari. Questo è un segnale allarmante per l’Unione, che deve affrontare una crescente competizione geopolitica, soprattutto considerando la sua dipendenza dalle forniture di terre rare, essenziali per diverse tecnologie moderne.

l’inefficacia nelle crisi internazionali

Un altro punto cruciale sollevato da Draghi riguarda l’inefficacia della strategia europea in situazioni di crisi, come quella in Medio Oriente. Ha citato il bombardamento dei siti nucleari iraniani e l’intensificarsi del conflitto a Gaza come esempi di come l’UE sia stata relegata a un ruolo marginale. Mentre la comunità internazionale si mobilitava, l’Unione non è riuscita a esercitare un’influenza significativa, rimanendo in gran parte spettatrice. Questa incapacità di agire tempestivamente è un chiaro segno delle limitazioni che l’UE deve affrontare nel contesto della politica estera.

La questione di Gaza ha messo in luce le fragilità dell’Unione. La situazione umanitaria nella regione è drammatica e le immagini del conflitto hanno suscitato indignazione in tutto il mondo. Tuttavia, l’UE ha faticato a trovare una risposta unitaria e incisiva. Le divisioni interne, tra chi sostiene di adottare una posizione più ferma contro le violenze e chi preferisce mantenere relazioni diplomatiche con Israele, hanno ostacolato l’emissione di una voce forte e chiara.

la necessità di un cambiamento strategico

In questo contesto, l’Unione Europea deve affrontare una riflessione profonda sulle proprie politiche estere e sulla sua capacità di agire come un attore globale. Ecco alcuni punti chiave da considerare:

  1. Maggiore coesione tra gli Stati membri.
  2. Sviluppare una strategia che possa posizionare l’UE come un partner credibile e influente.
  3. Rivedere la dipendenza economica dalle potenze straniere, come la Cina.
  4. Diversificare le fonti di approvvigionamento e rafforzare l’autonomia strategica.

Le sfide che l’Europa affronta non si limitano alle questioni di sicurezza e geopolitica. Anche il cambiamento climatico, le migrazioni e la digitalizzazione richiedono un approccio coordinato e una leadership forte. La capacità dell’UE di affrontare queste sfide globali sarà determinata dalla sua abilità di superare le divisioni interne e di agire con una sola voce. Solo così potrà reclamare un ruolo di primo piano sulla scena internazionale e dimostrare che, oltre a essere un gigante economico, può anche essere un attore politico rilevante.

In sintesi, l’intervento di Draghi al Meeting di Rimini offre una visione critica della situazione attuale dell’Unione Europea, evidenziando la necessità di un cambiamento nell’approccio europeo alle questioni globali. La sfida è quella di trasformare l’UE da spettatrice a protagonista attiva, capace di influenzare gli eventi e garantire un futuro di pace e stabilità.