Tekla Taidelli: un viaggio dall’inferno alla rinascita in ‘6:06’

Tekla Taidelli: un viaggio dall'inferno alla rinascita in '6:06'

Tekla Taidelli: un viaggio dall'inferno alla rinascita in '6:06'

Giada Liguori

Agosto 22, 2025

Nel panorama del cinema italiano contemporaneo, Tekla Taidelli si distingue come una regista autentica e incisiva, capace di trasformare le proprie esperienze personali in opere che parlano di rinascita e speranza. Dopo quasi vent’anni dal suo esordio, la regista milanese torna alla ribalta con il suo secondo lungometraggio, ‘6:06’, presentato alle Giornate degli Autori durante la Mostra del Cinema di Venezia 2023, un evento che si è svolto dal 27 agosto al 6 settembre.

La carriera di Tekla Taidelli

La carriera di Taidelli è iniziata nel 2005 con ‘Fuori vena’, un film che affrontava in modo diretto e crudo il tema della tossicodipendenza attraverso la storia di un amore travagliato. La pellicola ha debuttato al Festival di Locarno, dove ha ricevuto riconoscimenti e ha segnato l’ingresso della regista nel mondo del cinema. Ricorda con affetto il feedback ricevuto da Claudio Caligari, il quale le disse: “Benvenuta tra i registi maledetti”. Questo moniker non ha mai spaventato Taidelli, anzi, ha contribuito a dare forma alla sua visione artistica, unendo la sua vita personale con la sua carriera professionale.

L’importanza della Scuola di Street Cinema

Tra l’opera prima e ‘6:06’, Taidelli ha creato la Scuola di Street Cinema a Milano nel 2013. Questo progetto riflette la sua passione per la settima arte e il desiderio di dar voce agli invisibili. Qui, insegna a giovani aspiranti cineasti l’importanza della narrazione, utilizzando testi di autori classici come Shakespeare e Pasolini, adattandoli a tematiche contemporanee. Questo approccio non solo arricchisce le loro competenze artistiche, ma offre anche uno spazio sicuro per esplorare le proprie esperienze e raccontare storie che spesso rimangono inascoltate.

La trama di ‘6:06’

In ‘6:06’, Taidelli attinge nuovamente alle sue esperienze più dolorose, come l’uso di sostanze e il vivere per strada. La regista ha dichiarato: “È per questo che ne parlo, so cosa voglia dire passarci un inverno”. Questo richiamo alla sua vita vissuta offre una profondità autentica al suo lavoro, rendendo i personaggi e le loro lotte estremamente reali e riconoscibili.

La trama ruota attorno a Leo, interpretato da Davide Valle, un giovane di ventisei anni bloccato in un ciclo di precarietà e dipendenza. La sua vita è rappresentata in toni di grigio, una metafora visiva della sua esistenza priva di colore e significato. L’incontro con Jo-Jo, una misteriosa ragazza francese interpretata da George Li Tourniaire, segna un punto di svolta nella vita di Leo. Jo-Jo, che ha appena subito una perdita significativa, porta nella vita di Leo un raggio di speranza e una nuova prospettiva.

Tematiche di rinascita e speranza

In questo film, Taidelli esplora il concetto di rinascita, un tema che le sta particolarmente a cuore. “Dopo essere passata per l’inferno, vorrei che il mio cinema arrivasse a tutti per raccontare la felicità e la rinascita come valori universali”, ha dichiarato. La sua aspirazione è che ‘6:06’ possa raggiungere i giovani di oggi, molti dei quali si sentono disillusi e privi di una direzione chiara.

La dualità presente nel film, rappresentata dai personaggi di Leo e Jo-Jo, riflette le diverse sfaccettature della vita della stessa Taidelli. “È come se si incontrassero due parti di me, quella più tormentata e quella che riflette l’aver trovato un’armonia”, spiega la regista. Questo elemento autobiografico non solo aggiunge profondità alla narrazione, ma offre anche agli spettatori una connessione emotiva con i personaggi.

‘6:06’ è prodotto da Argo Film, Tranky Film e Filmesdamente, e sarà distribuito nelle sale cinematografiche da LSPG Popcorn. Con questo nuovo lavoro, Tekla Taidelli non solo conferma il suo talento come narratrice, ma si afferma anche come una voce importante nel panorama del cinema italiano, portando avanti storie che meritano di essere raccontate e ascoltate. In un’epoca in cui il cinema può fungere da specchio della società, il suo contributo si fa sempre più vitale e necessario.