Il Pentagono frena i raid ucraini contro la Russia: cosa significa per il conflitto?

Il Pentagono frena i raid ucraini contro la Russia: cosa significa per il conflitto?

Il Pentagono frena i raid ucraini contro la Russia: cosa significa per il conflitto?

Matteo Rigamonti

Agosto 24, 2025

Negli ultimi mesi, la questione dell’uso di missili a lungo raggio da parte dell’Ucraina ha suscitato un acceso dibattito tra i leader occidentali e le forze armate ucraine. Secondo un recente reportage del Wall Street Journal, il Pentagono ha imposto un blocco significativo sull’uso di missili Atacms da parte di Kiev per colpire obiettivi all’interno della Russia. Questa decisione è stata influenzata da una procedura di approvazione ad alto livello del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, che ha messo un freno alle ambizioni offensive ucraine.

Da quando la guerra in Ucraina è intensificata con l’invasione russa nel febbraio 2022, gli Stati Uniti e i loro alleati occidentali hanno fornito un supporto militare sostanziale a Kiev, fornendo armi, addestramento e intelligence. Tuttavia, con l’intensificarsi del conflitto, le preoccupazioni riguardanti l’escalation della guerra hanno portato i leader statunitensi a riflettere attentamente sulle armi da fornire all’Ucraina e sul loro potenziale utilizzo.

la decisione del pentagono

Secondo le fonti citate dal Wall Street Journal, la decisione di bloccare l’uso degli Atacms è stata presa dal segretario alla Difesa, Lloyd Austin, il quale ha stabilito che il capo del Pentagono, Pete Hegseth, avrebbe avuto l’ultima parola sull’impiego di questi missili. Questa misura ha avuto l’effetto di ribaltare la precedente autorizzazione di Joe Biden, che aveva inizialmente dato il via libera all’uso di missili a lungo raggio per colpire obiettivi russi. La decisione del presidente Biden era stata motivata dalla necessità di fornire a Kiev gli strumenti necessari per difendersi contro l’aggressione russa, ma ha anche sollevato interrogativi sul rischio di un’escalation militare.

le implicazioni degli atacms

Gli Atacms, acronimo di Army Tactical Missile System, sono missili a lungo raggio che possono colpire obiettivi a oltre 300 chilometri di distanza. La loro potenza e precisione li rendono un’arma strategica nelle mani dell’Ucraina, specialmente in un contesto di conflitto in corso. Tuttavia, l’uso di tali armi per attaccare il territorio russo aumenta notevolmente il rischio di una risposta militare diretta da Mosca, con conseguenze potenzialmente devastanti.

Le preoccupazioni legate all’escalation militare non sono solo una questione teorica. La Russia ha già dimostrato di essere pronta a rispondere a qualsiasi attacco percepito come una minaccia diretta alla sua sovranità. Le dichiarazioni bellicose da parte di alti funzionari russi e le ripetute affermazioni di Putin riguardo alla protezione dei confini nazionali evidenziano la delicatezza della situazione. Esiste quindi un delicato equilibrio che gli Stati Uniti e i loro alleati devono mantenere mentre forniscono supporto all’Ucraina.

strategia e divisioni internazionali

Questo blocco sui missili a lungo raggio potrebbe anche riflettere una strategia più ampia da parte degli Stati Uniti, volta a limitare la portata del conflitto e a evitare che diventi una guerra su larga scala tra NATO e Russia. La leadership americana ha sempre sottolineato l’importanza di sostenere l’Ucraina senza provocare una reazione militare diretta da parte di Mosca, un obiettivo che si è rivelato difficile da raggiungere man mano che il conflitto si è intensificato.

In aggiunta, la questione degli Atacms non è l’unico aspetto della fornitura di armi all’Ucraina che ha suscitato dibattiti. Altre armi moderne, tra cui i sistemi di difesa aerea e i veicoli blindati, sono stati oggetto di discussione tra i leader occidentali. Ogni nuova fornitura di armamenti è accompagnata da valutazioni strategiche e diplomatiche, e ogni decisione viene presa in un contesto di crescente complessità globale.

Anche dentro la comunità internazionale ci sono divisioni su come procedere. Alcuni paesi, particolarmente quelli dell’Europa orientale, sono favorevoli a un supporto militare più robusto all’Ucraina, mentre altri, in particolare quelli con legami più stretti con la Russia, si mostrano più cauti. Questo dibattito interno agli alleati occidentali riflette le tensioni esistenti all’interno della NATO e la necessità di trovare un consenso su come affrontare la crisi.

In questo contesto, la decisione del Pentagono di bloccare l’uso di missili a lungo raggio da parte dell’Ucraina sembra essere un tentativo di mantenere la stabilità nella regione e di evitare un’escalation che potrebbe sfuggire al controllo. Tuttavia, resta da vedere come questa scelta influenzerà le operazioni militari ucraine e la loro capacità di resistere all’aggressione russa.

Il futuro della guerra in Ucraina e il ruolo degli Stati Uniti rimangono incerti, ma la questione dell’uso di armi a lungo raggio continuerà a essere un tema cruciale nel dibattito sulla strategia militare occidentale. Con la Russia che continua a intensificare i suoi attacchi, la necessità di una risposta coordinata e strategica diventa sempre più urgente.